Approvato bilancio di previsione |L'atto passa con 18 sì - Live Sicilia

Approvato bilancio di previsione |L’atto passa con 18 sì

Dopo il braccio di ferro tra maggioranza e opposizione, mercoledì le parti hanno trovato un punto di incontro.

BRONTE – Nessuno scioglimento a Bronte per il Consiglio comunale. Con 19 presenti, 18 sì e un solo contrario è passato nella mattinata di mercoledì 27 il bilancio di previsione 2017. La sua mancata approvazione entro i termini di legge aveva infatti comportato non solo la nomina di un commissario ad acta da parte della Regione, ma anche la possibilità che l’assemblea consiliare andasse a casa se lo strumento finanziario non fosse stato deliberato entro il 4 ottobre. Insomma buona la quarta, dopo tre sedute durante le quali il Consiglio ha approvato gli atti propedeutici, andandosi però a bloccare sull’ultimo punto, il previsionale.

Dopo il braccio di ferro tra maggioranza e opposizione sugli emendamenti presentati da quest’ultima, mercoledì le parti hanno infatti trovato un punto di incontro, apportando a quelli alcune modifiche e approvandoli. Il bilancio dunque è passato con i consensi di tutti i gruppi consiliari, eccezion fatta per il no della pentastellata Valeria Franco che ha motivato la scelta come un “monito. Non abbiamo visto – dice – la voglia di innovare questa città”. “Votiamo questo bilancio per il buon senso, non perché abbiamo paura di andare a casa, ma perché non vogliamo lasciare da sola l’amministrazione, perché siamo stati eletti per fare il nostro dovere”.

Così invece il consigliere di minoranza Carlo Castiglione, facendo eco al centrista Giuseppe Di Mulo. E se tra l’opposizione ad essere lamentata nello strumento previsionale è una mancanza di programmazione, invocata peraltro anche dal capogruppo del PD Gaetano Messina, dall’altra parte Rosario Liuzzo, ponendo l’accento sulla limitazione delle risorse che “mette in difficoltà non solo il comune di Bronte ma tutti i comuni di Italia”, ha invece rivolto “il plauso all’amministrazione per avere provato a mantenere in una condizione di difficoltà un livello essenziale di servizi”.

 


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