31 Ottobre 2012, 15:30
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ROMA – È stato approvato dal Consiglio dei ministri il decreto per il riordino delle provincie. Con un provvedimento che è “coerente con i modelli europei”, come lo definisce il ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi, si passerà dalle attuali 86 provincie a 51. Un numero che comprenderà anche le città metropolitane, ha spiegato Patroni Griffi, che si inscrive nella logica già avviata della spending review, cui si è giunti mediando tra le posizioni di chi avrebbe cancellato tout court le provincie, e chi avrebbe preferito lasciare invariata la situazione.
Ecco le nuove provincie:
Piemonte: 1)Torino, 2) Cuneo, 3) Alessandria e Asti, 4) Vercelli, Biella, Verbano/Cusio, Novara. Lombardia: 5) Milano, 6) Brescia, 7) Bergamo, 8) Pavia, 9) Como, Varese, Monza Brianza, 10) Lodi, Mantova, Cremona, 11) Sondrio Lecco. Veneto: 12) Venezia, 13) Vicenza, 14) Verona, 15) Rovigo, Padova, 16) Belluno, Treviso.Liguria: 17) Genova, 18) La Spezia, 19) Savona, Imperia. Emilia Romagna: 20) Bologna, 21) Modena, Reggio Emilia, 22) Parma, Piacenza, 23) Ferrara, 24) Ravenna, Forlì/Cesena, Rimini. Toscana: 25) Firenze, 26) Grosseto, Siena, Arezzo, 27) Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato, 28) Pisa, Livorno. Umbria: 29) Perugia, Terni. Marche:30) Ancora, 31) Pesaro e Urbino, 32) Ascoli Piceno, Macerata, Fermo. Lazio: 33) Roma, 34) Frosinone, Latina, 35) Rieti, Viterbo. Abruzzo: 36) L’Aquila, Teramo, 37) Pescara, Chieti. Molise: 38) Campobasso, Isernia. Campania: 39) Napoli, 2) Salerno, 40) Caserta, 41) Avellino, Benevento. Basilicata: 42) Potenza, Matera. Calabria: 43) Reggio Calabria, 44) Cosenza, Crotone, 45) Catanzaro, Vibo Valentia. A queste vanno aggiunte le province delle regioni a statuto speciale che verranno prese in considerazione in un secondo tempo.
Da gennaio avrà inizio una fase di transizione, in cui, venute meno le giunte, ai presidenti non sarà possibile nominare più di tre consiglieri, fino a quando il sistema non entrerà a regime, dal primo gennaio 2014. A novembre si terranno le elezioni per decidere i nuovi vertici. Dal 2014 entreranno in vigore anche le città metropolitane, che sostituiranno le provincie nei maggiori poli urbani del paese.
La riforma prevede il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali e l’abolizione degli Assessorati. Gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo. Il riordino delle Province è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo in base al nuovo assetto: il risparmio effettivo che comporterà la riforma potrà essere calcolato solo al termine del processo di riorganizzazione.
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31 Ottobre 2012, 15:30