30 Gennaio 2014, 15:17
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AGGIORNAMENTO
“E’ stato siglato questo pomeriggio un protocollo d’intesa all’assessorato regionale all’Energia tra l’Ato, la Regione e i curatori fallimentari in cui si afferma che entro il 5 febbraio le reti saranno trasferite all’Ato e non ai comuni – dice Raffaele Loddo della Cisal – l’Ato entro il 4 febbraio emanerà una manifestazione di interesse per cercare soggetti interessati alla concessione provvisoria e domani pomeriggio incontreremo la Provincia per definire i dettagli sulle attività fino al 14 febbraio, giorno in cui la curatela terminerà”.
PALERMO – Nel giro di ventiquattro ore la maggior parte della provincia di Palermo potrebbe rimanere con i rubinetti a secco. È questo l’allarme lanciato dalle maggiori sigle sindacali (Filctem-Cigl, Femca Cisl, Uiltec-Uil, Ugl-Chimici e Cisal Federenergia) che si sono riunite con una rappresentanza dei 52 sindaci del Palermitano e dei 206 lavoratori dell’Aps (Acque Potabili Siciliane S.p.A). Sul tavolo c’è proprio l’imminente fallimento del gestore del Servizio Idrico Integrato dei comuni della Provincia che, in forza della convenzione stipulata nel giugno del 2007, copre un bacino pari a circa 500mila abitanti.
Ma facciamo un passo indietro ricostruendo le ultime tappe. Lo scorso 29 ottobre il tribunale frallimentare di Palermo ha disposto il fallimento della precedente amministrazione provvisiroria di Aps disponendo un esercizio provvisorio di tre mesi, con scadenza 29 gennaio 2014. Il 24 gennaio lo stesso Tribunale ha disposto la proroga dell’esercizio provvisorio fino al 14 febbraio con il fine di restituire la gestione degli impianti idrici ai 13 comuni che ne hanno fatto richiesta (dal 31 gennaio al 6 febbraio) e poi dal 7 febbraio in maniera coattiva a tutti i restanti 39 comuni con la conseguente scomparsa di Aps.
“Uno scenario del genere va evitato assolutamente – commenta Francesco Lannino, di Filctem Cisl – poichè è faondamentale assicurare la continuità del servizio mantenendo l’unità della gestione per tutti e 52 comuni della provincia. Non dimenticando la componente essenziale del servizio che è costituita dal personale Aps che deve essere totalmente salvaguardato. In questi mesi – conclude Lannino – abbiamo intrattenuto diversi tavoli con le istituzioni, alla presenza dell’assessore Marino e del consulente del presidente Crocetta Polizzotto, ma non siamo mai giunti ad una soluzione concreta. Chi è deputato a decidere e a mettere la parola fine su questa vicenda è proprio il presidente della Regione”.
“In un primo momento si era prospettato un’ingresso nella gestione di Aps – dice Giovanni Musso di Femca Cisl – dell’Amap, gestore del servizio nel Comune di Palermo, ma ad oggi non si è giunti ad una soluzione perchè la stessa Amap chiede garanzie sui capitali da investire nello start-up della nostra Azienda. Se da qui al 14 febbraio, giorno stabilito dall’assessore Marino per il passaggio dei servizi ai comuni, non troveremo qualcuno che subentra all’Aps siamo pronti ad affidare il servizio anche a privati che sono disposti a prenderlo in carico anche a costo zero”. Proprio in merito alla gestione diretta del servizio idrico affidato alle varie amministrazioni comunali sono intervenuti i primi cittadini di alcuni paesi del Palermitano.
Per Vincenzo Cacioppo, sindaco di Camporeale, quello gestito dall’Aps “è l’unico Ato che ha sempre funzionato sempre senza problemi dunque non capisco perchè dalla Regione, nella persona del presidente Crocetta, non si dimostra un interesse concreto sul destino dell’acqua pubblica e di quello di 206 famiglie che, all’improvviso, si troverebbero in mezzo ad una strada. I comuni non hanno le capacità, sia tecniche che economiche, per gestire gli impianti. Dai fondi stilati nella finanziaria – prosegue Cacioppo – basterebbero 3 milioni per far ripartire l’azienda per almeno un altro trimestre dando così la possibilità e il tempo di trovare una giusta soluzione”. A fargli eco anche il collega Mario Azzolini, giornalista della Rai e sindaco di San Mauro Castelverde: “Noi sindaci siamo i parafulmini di tutta questa situazione. I nostri cittadini, infatti, quando non vedranno acqua uscire dai propri rubinetti non andranno a lamentarsi con Crocetta o con il commissario straordinario Tucci bensì con il proprio sindaco. Noi siamo al fianco dei lavoratori dell’Aps e siamo uniti nel denunciare l’immobilismo di questa amministrazione regionale”.
“Su questa vicenda, come su tante altre, si continua a buttare in avanti la palla forse aspettando che qualche miracolo possa risolvere il problema. A ogni riunione si moltiplicano le dichiarazioni di intenti e le volontà di impegno ma una soluzione non si trova mai – dichiara il segretario della Cgil di Palermo Maurizio Calà – Ma se ancora, come pare dopo i numerosi incontri e le assemblee fatte, non si riuscirà a trovare una soluzione concreta il rischio è l’interruzione dell’erogazione di Acque potabili in 52 comuni, il collasso del sistema fognario e della depurazione con rischi di inquinamento del mare e dell’ambiente – aggiunge Calà – Bisogna decidere e capire in fretta se ai tavoli le istituzioni dicono bugie o se sono incapaci di realizzare un progetto su cui tutti a parole dicono di essere d’accordo. Anche su questo ci aspettiamo che il presidente Crocetta, nonostante l’assessore Marino abbia fatto la sua parte, indichi una direzione politica chiara”.
Ad esprimersi sulla situazione dell’Aps anche il presidente di Ance Palermo Fabio Sanfratello e il vice presidente con delega ai Lavori Pubblici Massimiliano Miconi: “la delicata situazione di Aps si associa a quella che riguarda la delibera Cipe sulla depurazione delle acque, con quasi duecento milioni di opere nella provincia di Palermo per le quali è già disponibile il finanziamento e che ancora, però, necessitano dei progetti. Noi ci stiamo muovendo, anche su questo fronte, per capire quale sia lo stato di attuazione e, nei prossimi giorni, continueremo queste verifiche anche con l’Amministrazione comunale di Palermo. Intanto, però, sbloccare la situazione di Aps sarebbe un primo passo verso la ripresa delle opere nell’ambito fognario e della depurazione dove erano state interrotte o mai iniziate, con una positiva ricaduta occupazionale di assoluto rilievo e di essenziale impatto sociale”. Il tempo intanto stringe. Venerdì i curatori avvieranno la riconsegna degli impianti della società fallita ai comuni e il 7 febbraio si chiuderà definitivamente l’esercizio provvisorio di Aps.
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30 Gennaio 2014, 15:17