10 Febbraio 2014, 21:55
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PALERMO – Accordo in vista per la successione ad Aps. Al termine di un incontro tra alcuni rappresentati dei sindaci dei 52 comuni oggetto del servizio e l’assessore regionale all’Energia, Nicolò Marino, è stato raggiunto un accordo di massima che dovrebbe concretizzarsi nelle prossime ore e garantire la continuità del servizio e il mantenimento dei livelli occupazionali.
Grazie a un parere dell’Avvocatura di Stato, infatti, pare possibile che l’Ato Palermo 1, ovvero il soggetto che ha accettato di gestire il servizio, possa procedere alla richiesta di affitto del ramo d’azienda così da non provocare un’interruzione di pubblico servizio. La Regione, inoltre, avrebbe dato la propria disponibilità a mettere sul piatto un milione di euro per i primi mesi di start up, ovvero quelli necessari a che si scelga una delle cinque proposte giunte.
Ma andiamo con ordine. Nei giorni scorsi i sindacati avevano brindato all’ordinanza con cui il Prefetto aveva consegnato all’Ato le reti, impedendo così che venissero restituite ai comuni: un modo per mantenere integro il servizio e tutelare i lavoratori. Ma l’accordo prevedeva anche una dotazione finanziaria regionale, visto che l’Ato (che è un ente regolatore e non gestore) non ha i mezzi e le strutture per gestire i dipendenti Aps e assicurare la manutenzione degli impianti. Ma nei giorni scorsi è circolata voce che il milione promesso fosse sparito, così da spingere stamane i sindaci a riunirsi a Palazzo Comitini e a lanciare l’allarme.
“Mezzo milione di cittadini della provincia di Palermo, da venerdì 14 febbraio, non avranno più l’acqua nelle proprie abitazioni”, era stata la denuncia dei 52 primi cittadini. Venerdì infatti i dipendenti dovranno riconsegnare tutto il materiale ad Aps e l’esercizio provvisorio, il giorno stesso, cesserà. “Oltre 100 impianti di depurazione e di sollevamento dei liquami verranno bloccati con gravissime conseguenze di carattere sanitario e ambientale e ripercussioni sulla salute pubblica”, hanno aggiunto i sindaci.
Gli amministratori si sono poi spostati in Prefettura e infine, nel pomeriggio, alla Regione per incontrare Marino: summit dal quale sarebbe uscita la soluzione che dovrà però essere confermata. “Abbiamo incontrato l’assessore alla presenza dell’Ato – dice il sindaco di Piana degli Albanesi, Vito Scalia – dopo un approfondimento di natura giuridica, pare che l’Ato possa procedere all’affitto del ramo d’azienda con l’accordo della curatela. Si tratta di dare continuità al servizio facendo sì che dal 15 si formalizzino i passaggi e venga messa in campo la parte economico-finanziaria per dare copertura all’affitto. Abbiamo chiesto immediatamente un milione di euro, sapendo che qualcos’altro ci deve essere con la mini-Finanziaria. Marino sta lavorando per reperire le risorse, l’ultimo impegno del governatore Crocetta era di questa cifra”.
Domani inoltre i sindacati, alle 12, saranno incontreranno Marino. “Noi siamo stati con i sindaci dal Prefetto, abbiamo rappresentato il dramma di 206 lavoratori licenziati – dice Raffaele Loddo della Cisal – non ce ne andremo di là se non ci sarà una soluzione definitiva”. “Quando arriverà la richiesta di affitto del ramo d’azienda – dice Massimo Pensabene, uno dei curatori fallimentari di Aps – il tribunale deciderà. Il 5 febbraio abbiamo cessato il servizio, abbiamo messo in campo il personale per chiudere l’esercizio provvisorio. Poi l’Ato valuterà le offerte dei gestori. Mi sento di escludere una proroga della curatela”.
Posto il fatto che l’accordo si concluda, infatti, serviranno altri tre o quattro mesi (e almeno tre milioni) per scegliere uno dei cinque soggetti che si sono detti interessati a gestire il servizio almeno fino a quando l’Ars non avrà varato una riforma: in corsa ci sono Amap di Palermo, Caltacqua di Caltanissetta, Onda Energia di Siracusa, Consorzio Simegas di Cefalù e Euromec di Brescia. Tutti però hanno bisogno di una copertura economica per lo start up, visto che gli introiti arriveranno in un secondo momento.
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10 Febbraio 2014, 21:55