Aps, arriva l’ok dei sindaci | Eas in pole per gestire il servizio

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25 Novembre 2013, 21:16

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PALERMO – Anche i sindaci danno il proprio via libera al piano della Regione per il futuro del servizio idrico gestito da Acque potabili siciliane. A Palazzo Comitini, infatti, i primi cittadini a grande maggioranza (meno di una decina i contrari) hanno votato un ordine del giorno che chiede alla Regione di individuare, e alla svelta, un soggetto che possa in regime di proroga (probabilmente di sei mesi) proseguire il servizio in 52 comuni dell’hinterland assicurando anche il futuro di 206 lavoratori.

L’escamotage sarà quello dell’affitto del ramo d’azienda, che consentirà così di “spostare” i lavoratori senza ricorrere ad assunzioni che, nei soggetti pubblici, sono ormai vietate senza i concorsi. A gestire la fase transitoria, infatti, dovrebbe essere l’Eas, l’ente acque siciliane, ma la Regione potrebbe optare anche per altre soluzioni che sono comunque sul tavolo: dall’Amap a Caltaqua, ovvero l’equivalente dell’Aps di Caltanissetta, oppure Girgenti Acqua, cioè quello di Agrigento, o ancora Siciliacque. Palazzo d’Orleans non ha ancora formalizzato la sua scelta, ma sembra che quella dell’Eas sia la strada più concreta trattandosi di un soggetto pubblico e non di una società privata partecipata. L’unica alternativa credibile potrebbe essere proprio l’Amap del comune di Palermo, che però ha chiesto garanzie.

E dire che l’Eas, ironia della sorte, era stato tolto di mezzo proprio con gli Ato idrici (è in liquidazione dal 2004) e adesso dovrebbe turare le falle di una riforma non riuscita e a cui Palazzo dei Normanni dovrebbe rimettere mano a breve. Fino a quel momento, però, varrà il regime di proroga che garantirà il servizio a oltre 400mila abitanti. Un’operazione resa possibile grazie alla garanzia economica della Regione: non ci sono cifre ufficiali, ma servirebbero tra i cinque e i sei milioni di euro che potrebbero essere presi dalla somma che Siciliacque gira alla Regione.

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Quello dei sindaci è un via libera formale ma politicamente significativo, anche se non giunto all’unanimità. Alcuni centri avrebbero preferito tornare in possesso della rete, ma la normativa non lo consente: solo la prossima riforma potrà dire come si configurerà in futuro il servizio. “Siamo soddisfatti di quanto deciso e di quanto fatto la scorsa settimana – dice il sindaco di Piana degli Albanesi, Vito Scalia – la Regione si è fatta carico del problema e il percorso tracciato è stato definito con un atto formale. Adesso toccherà alla Regione adottare un provvedimento di natura tecnica in attesa che l’Ars approvi la nuova legge”. Il ddl è stato esitato dalla commissione Ambiente ed è passato a quella Bilancio, prima dell’approdo in Aula.

Il voto viene comunque salutato positivamente anche dai sindacati. “Questo è uno dei primi atti concreti per risolvere il problema della continuità dei servizi e la garanzia dei livelli occupazionali – commenta Raffaele Loddo della Cisal – aspettiamo che la Regione rispetti gli impegni presi. I lavoratori non dovrebbero perdere nulla e i liquidatori potranno operare con maggiore serenità”. “Concludiamo una vertenza che si protrae da più di due anni, dall’amministrazione straordinaria – dice il segretario della Filctem Cgil di Palermo Franco Lannino – cosi si trova una soluzione per il periodo transitorio. Adesso occorre intervenire sulla legge in itinere all’Ars per definire i sub ambiti territoriali, affinché si determinino le gestioni del servizio idrico integrato a costi sostenibili per i cittadini dei territori interessati e si individui la clausola di salvaguardia per garantire la continuità occupazionale dei lavoratori delle gestioni private”. “Siamo soddisfatti di questa decisione – aggiunge Rosario Arcoleo, sempre della Cgil – è una soluzione ideale nell’immediato, ma la vera sfida resta quella della tutela dei lavoratori in vista della nuova riforma”.

 

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25 Novembre 2013, 21:16

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