Aps, Cefalù contro la Regione| “Le reti idriche non sono nostre”

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11 Maggio 2015, 15:41

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CEFALU’ – Il sindaco di Cefalù va allo scontro con la Regione. Il tema è di quelli roventi, ovvero Aps e l’eredità della gestione del servizio idrico integrato: un gruppo di primi cittadini, fra cui Rosario Lapunzina, si è infatti rifiutato di firmare il documento proposto dall’Ato la scorsa settimana, chiedendo che venga riconosciuto come la gestione di questa fase di transizione, da marzo al subentro di Amap, sia tutta a carico dell’Ato, senza oneri per i comuni.

Una posizione che è conseguenza della nota del Direttore generale del Dipartimento Rifiuti, Domenico Armenio, che il 5 maggio ha invece stabilito che le reti sono dei comuni e che sono loro i responsabili di tutto. Lapunzina oggi ha scritto alla Regione, e per conoscenza anche alla Procura, al Prefetto, alle Forze dell’Ordine e agli altri comuni per ribaltare il senso della nota incriminata.

“La nota non reca, a sostegno delle considerazioni svolte, alcun riferimento legislativo, facendo un generico rinvio ad una ipotetica emananda “norma di riordino del settore” – scrive Lapunzina – maggiore è la meraviglia se si ha memoria agli atti di diffida che il Dirigente Generale inviava, nel gennaio scorso, a 40 Comuni della Provincia di Agrigento. Perché, al contrario, quegli atti sono pieni di riferimenti normativi e si giunge a conclusioni diametralmente opposte, visto che inoppugnabilmente si spiega come non è in alcun modo consentito agli Enti Locali il mantenimento delle reti e degli impianti idrici”.

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“Sono proprio le precise argomentazioni a suo tempo utilizzate a rendere del tutto priva di significato giuridico, e di concreta efficacia, la odierna nota – continua il sindaco – il Comune di Cefalù ha ceduto gli impianti e le reti idriche nell’aprile del 2009. Lo ha fatto sulla base di quanto previsto dalla Convenzione di Cooperazione dell’Ato Palermo 1 e della conseguente Convenzione di Gestione. Nessuna ipotesi di restituzione degli impianti al “singolo ente locale” è prevista, giacché detta evenienza non è consentita dalla norma. Ciò malgrado, lo scrivente, da quando è intervenuto il fallimento di Aps Spa, ha più volte manifestato la volontà, in termini politici, a riprendere in gestione il servizio idrico, qualora ciò avvenga a “titolo definitivo”; la qual cosa non appare possibile nell’attuale quadro normativo. In conclusione vuole ad ogni effetto ribadirsi, anche nei confronti di coloro che sono in indirizzo per conoscenza, che nessuna restituzione di impianti è avvenuta in data 1 marzo 2015”.

“La restituzione di beni immobili deve avvenire nel rispetto delle procedure di legge, previa valutazione dello stato di efficienza e di conservazione, e non con una unilaterale fissazione di un termine da parte del Commissario liquidatore dell’Ato che, solo a titolo di esempio, non risulta sia nemmeno in possesso di una aggiornata banca dati delle letture dei contatori. Oltretutto è innegabile come l’Ato abbia gestito gli impianti, ivi compreso quello di depurazione, senza alcuna richiesta, in tal senso, da parte di questo Ente. Ma, come se non bastasse, l’Ato ha sottoscritto nuovi contratti per l’erogazione idrica nel territorio di questo Comune, inequivocabilmente palesando il ruolo di gestore del servizio”.

“Qualora nonostante ogni evidenza, e contra legem, dovesse continuarsi a sostenere ciò che non corrisponde al vero – conclude il sindaco – sarò costretto a rivolgersi alla Autorità giudiziaria”.

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11 Maggio 2015, 15:41

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