01 Febbraio 2011, 19:46
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“Le donne italiane non sono questo, altrimenti avrei spostato la sede nazionale di Arcidonna ad Arcore” parola di Valeria Ajovalasit, palermitana e presidente nazionale di Arcidonna. L’associazione proprio oggi ha annunciato che si costituirà parte civile se il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi verrà rinviato a giudizio nell’inchiesta milanese sul caso Ruby.
“Abbiamo già messo in piedi un pool di avvocati penalisti – dice Ajovalasit a Live Sicilia – che ci sosterrà in questa battaglia. Arcidonna si costituisce parte civile perché si ritiene parte lesa, come parte lesa sono tutte le donne italiane”.
Secondo Ajovalasit, “Questa vicenda è solo la punta dell’iceberg, sono vent’anni che viene lesa la dignità delle donne italiane. Anche se le strane alchimie di questo Paese dovessero far traghettare questa vicenda dalla procura di Milano al Tribunale dei Ministri, ci costituiremmo comunque parte civile. Il problema è culturale, non si limita al ‘caso Ruby’. I media, e in particolare le tv commerciali, hanno posto il ruolo della donna italiana in termini mortificanti. Ormai la donna è lì, sullo schermo, per mostrare tette e culi. Se le donne lavorano, se si sforzano, se rifiutano la raccomandazione, se producono, non interessa a nessuno in questo Paese. E – ripeto – il caso Ruby è soltanto la punta dell’iceberg”.
“Sarebbe difficile – prosegue la presidente di Arcidonna – raccogliere i milioni di battute che il Presidente si permette di fare sulle donne. Questo è solo l’ultimo atto. Le donne italiane, nella storia, si sono sempre battute per i loro diritti e adesso ogni giorno si va sempre più indietro. La donna non è più vista come soggetto pensante, ma come oggetto da usare. Si parla tanto di abusi di potere, ma qui si è abusato soprattutto dell’intelligenza delle donne italiane, prima ancora che del loro corpo. Certo, è anche vero che se i modelli propinati alle nuove generazioni sono quelli, alcune ragazze si sentono legittimate a pensare che in questo modo si fa prima, si fa più in fretta e si guadagna di più”.
Ma Ajovalasit è ottimista: “Attenzione – dice – stiamo parlando di una minoranza, le donne italiane non sono questo, altrimenti avrei spostato la sede nazionale di Arcidonna ad Arcore. Scherzi a parte, sicuramente il modello culturale che è stato trasmesso ai giovani è stato pessimo, ma bisogna riconoscere che questa generazione, nonostante tutto, sta crescendo bene. I milioni di studenti e studentesse scesi in piazza per difendere il loro diritto allo studio ne sono la prova”.
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01 Febbraio 2011, 19:46