13 Febbraio 2015, 06:30
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PALERMO – Aree di cui non si capisce, alla fine, chi sia il proprietario. Procedure di espropriazione non completate e rimaste, per anni, in una sorta di limbo. Atti comunali a cui lo stesso Comune non può accedere perché, come scrive l’Avvocatura, sono conservati in archivi occupati abusivamente. E soprattutto una gran confusione su superfici, anche stradali, che secondo alcuni uffici sono di Palazzo delle Aquile e secondo altri uffici della stessa amministrazione no.
E’ scoppiato un piccolo caso nella quinta città d’Italia, dove da tempo alcuni residenti di via Ernesto Basile protestano contro la costruzione di una pompa di benzina vicino le proprie case. Costruzione che, ben inteso, ha tutte le autorizzazioni del caso e che per questo non può essere bloccata, anche se provoca il malcontento di chi abita lì vicino. Ma Palazzo delle Aquile ha provato, comunque, a mettere una pezza offrendo all’impresa aree alternative e più appetibili.
Ma proprio nel tentativo di trovare aree alternative il Comune si è imbattuto in un problema non da poco, come si è resa conto la commissione Urbanistica che qualche giorno fa ha convocato tutti gli attori della vicenda. Prima, per esempio, l’amministrazione ha proposto un’area nei pressi del fu Max Living che, secondo l’Urbanistica, era comunale: peccato che, interpellato il Patrimonio, si è scoperto che invece è privata. Allora il Comune ha preso in considerazione un’altra area, vicino la rotonda dell’autostrada nei pressi di via Oreto nuova, ben più appetibile del Villaggio Santa Rosalia. Ma anche in questo caso ha dovuto alzare le braccia: l’area è stata in effetti espropriata negli anni Ottanta dalla Cassa del Mezzogiorno, in occasione dei lavori di raddoppio di viale Regione siciliana, ma non è mai stata acquisita dal Comune. Da qui il sospetto che anche altre aree, di cui è difficile ricostruire la documentazione trentennale, possano essere rimaste nello stesso limbo, cioè in teoria comunali ma in pratica no perché manca una voltura o un accatastamento.
Tutto qui? No, perché quando Iacp e Comune hanno provato a capire in definitiva di chi fosse un’area di 90mila metri quadrati presso il Villaggio Santa Rosalia, su cui l’ex Gescal ha costruito 598 alloggi popolari ma che risulta essere ancora dell’Università e che ha a che fare con la nuova pompa di benzina, l’Avvocatura ha messo nero su bianco che risulta un fascicolo del 1984 su una transazione per il passaggio della proprietà al Comune, ma si trova nell’archivio di Vicolo Di Blasi che per il momento “non è accessibile poiché occupato da occupanti abusivi”. E quindi non si capisce in definitiva l’area di chi sia.
Insomma, una gran confusione in un Comune che scopre di non sapere, con esattezza, quali siano le sue proprietà. Il tutto dovuto a iter di 20 o 30 anni fa mai completati e con cui adesso l’amministrazione odierna si ritrova a dover fare i conti. Nel 1993, per esempio, la Cassa del Mezzogiorno fece un decreto per dire al Comune di acquisire tutte le aree espropriate nei pressi di viale Regione, ma in realtà il procedimento non si completò. Nel frattempo la costruzione per la pompa di benzina di via Basile potrebbe riprendere presto, con buona pace dei residenti.
“E’ la dimostrazione che il comune di Palermo non ha contezza del proprio patrimonio, non sa dov’è e non sa quant’è e ci stiamo adoperando affinché si arrivi a un quadro definitivo dei beni del Comune e di quelli che vanno trasferiti con delibere che risalgano agli anni Ottanta, come le zone Pep, che dovevano transitare dallo Iacp al Comune – dice il consigliere del Pd Rosario Filoramo – dall’altro lato c’è il tema della sicurezza e della tutela della salute: se in via Basile tutte le autorizzazioni sono in regola ma si dovesse verificare qualche problema, il Comune deve intervenire eventualmente pagando anche delle penali. L’impresa ha diritto a realizzare il distributore e nessuno glielo può negare, ma pensiamo anche alla salute dei cittadini”.
“Si è evidenziato che gli uffici non hanno nel tempo completato alcune procedure- dice il presidente della commissione Urbanistica, Alberto Mangano – e la querelle riguarda i Lavori pubblici, che più di 20 anni fa ha ricevuto dalla Cassa per il Mezzogiorno gli atti relativi ai progetti e agli espropri affinché si provvedesse a regolarizzare il tutto. Gli atti però non hanno dato luogo alle formalizzazioni che avrebbero permesso all’Inventario di incamerare questi beni, e parliamo anche di superfici stradali. Scriverò agli assessori competenti per regolarizzare e non lasciare indefinita una situazione proprietaria. L’Ufficio Espropriazioni ci dice che ai suoi atti non risultano espropri nell’area della circonvallazione, ma questo è un problema di funzionamento della macchina comunale. Se il Comune non sa di cosa è proprietario o non ha atti formalizzati, è un problema che va risolto perché chissà quante altre situazioni può riguardare”.
“Da sempre il comune di Palermo non conosce quali sono realmente i suoi beni immobili – dice il capogruppo di Forza Italia, Giulio Tantillo – si tratta di un paradosso, perché molte aree cedute con regolari convenzioni e atti d’obbligo non sono state acquisite. La vicenda di via Basile è paradossale: non si capisce di chi sia la proprietà delle aree. Sembrerebbe che siano contese tra Iacp e Comune, ma non c’è alcun documento sinora. Abbiamo chiesto più volte all’assessore al Patrimonio di poter avere un tabulato con tutte le proprietà del Comune e di capire che fine ha fatto l’atto d’obbligo con cui lo Iacp si impegnava a cedere le aree all’amministrazione. Abbiamo incontrato gli uffici, speriamo che sia abbia presto una mappatura completa”.
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13 Febbraio 2015, 06:30