06 Agosto 2023, 13:58
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PALERMO – La clessidra scorre inesorabile e la Sicilia rischia di perdere ulteriori 100 milioni di euro destinati alle aree interne. Il Pd nei mesi scorsi ha presentato all’Ars una interrogazione, primo firmatario Fabio Venezia, per sapere a che punto è lo stato di attuazione della Strategia Nazionale Aree Interne nell’ambito della Programmazione 2014-2020 alla luce dei ritardi accumulati.
La situazione però è cristallizzata. Gli interventi previsti sono in totale 264, per un valore complessivo di 175,88 milioni di euro, e si devono completare entro il 31 dicembre 2023. Ad oggi soltanto 110 operazioni sono munite di decreto. Pallottoliere alla mano, l’importo ammonta a 65,791 milioni di euro, circa un terzo del totale. Gli interventi riguardano diversi ambiti: dalla riqualificazione urbana all’efficientamento energetico passando per la viabilità, l’edilizia scolastica e i servizi ecosistemici.
Per inquadrare meglio la vicenda bisogna riavvolgere il nastro. La Programmazione dei fondi strutturali di investimento europei 2014/2020 è stata approvata con delibera Cipe nel gennaio del 2015. Lo stessa anno la giunta regionale aveva stabilito tramite delibera l’individuazione di cinque aree interne (‘Terre Sicane’, ‘Calatino’, ‘Nebrodi’, ‘Madonie’, ‘Simeto Etna’) con relativa individuazione delle risorse destinate a carico del P.O. FESR (Programmi Operativi Regionali finanziati con Fondo europeo di sviluppo regionale) da attivare attraverso Investimenti Territoriali Integrati. L’anno successivo arriva il via libera delle linee guida per la costruzione delle Agenzie territoriali nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne – Programmazione 2014/2020.
Nel 2022 il Dipartimento regionale della programmazione trasmette alle Aree Interne Madonie, Calatino, Nebrodi, Simeto e Sicani un apposito elenco degli interventi, inseriti nelle Strategie d’Area approvate con i rispettivi accordi di programma quadro, finalizzato ad effettuare le dovute verifiche e valutazioni sullo stato attuativo e sulle previsioni di chiusura, in modo congiunto con i Centri di Responsabilità competenti, segnalando ulteriori interventi risultanti critici anche se finanziati.
L’obiettivo è avviare un’attività finalizzata a salvaguardare le operazioni non compatibili con i termini di chiusura del PO FESR 2014/2020, un modo per provare a mettere al riparo le risorse. Le preoccupazioni del dipartimento, emerse nel corso di svariate riunioni, riguardano la possibilità di portare a compimento alcuni interventi entro la data ultima per l’ammissibilità della spesa (31 dicembre 2023) e l’aumento dei prezzi che di fatto hanno comportato per gli interventi, in particolare per le opere pubbliche, l’aumento dell’importo progettuale cui dare adeguata risposta in termini finanziari.
Non sono poche le sollecitazioni ad accelerare l’emissione dei decreti di finanziamento e il recupero delle maggiori risorse necessarie per garantire la copertura finanziaria integrativa a fronte dei maggiori oneri finanziari determinati dal caro energia. Decreti necessari a bandire le relative gare di appalto. La situazione è ad oggi congelata.
Il timore è che le aree interne restino a secco o senza gli interventi strutturali necessari. Il deputato dem Fabio Venezia rilancia l’allarme. “La Sicilia continua a sprecare occasioni e risorse. I circa 100 milioni di euro che stiamo perdendo per le aree interne sarebbero stati fondamentali per un percorso contro spopolamento e marginalità. Ma la maggioranza e Schifani sono, evidentemente, troppo distratti dalle risse interne per occupare potere e posti per pensare anche a governare la regione”, Venezia.
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06 Agosto 2023, 13:58