15 Dicembre 2014, 19:30
1 min di lettura
CATANIA – Le uniche cose certe al momento sono essenzialmente due. La prima è che la confusione in casa rossoazzurra regna sovrana; la seconda è che ora la frattura tra la dirigenza e mister Sannino pare essersi fatta insanabile. Da oggi in poi non sarà più soltanto una questione di risultati. Qualcosa si è ormai rotto. Spezzato. E forse per sempre. Quella che accompagnerà alla sfida con Brescia sarà una lunga settimana. Oggi si è ricominciato a Torre del Grifo e l’umore non era certo dei migliori. Gli infortuni ed i rapporti lacerati con il preparatore atletico Ventrone: mister Beppe Sannino al momento resta in sella alla panchina rossoazzurra ma in queste condizioni diventa fortemente difficile lavorare.
Ed in queste ore è scattato l’inevitabile toto-allenatore. Da Zenga a Reja al resto del mondo: una morra cinese che serve a poco. Anzi a nulla. Perché mai come adesso diventa inutile fare nomi o spedire sulla graticola un tecnico come Sannino che, comunque, continua a fronteggiare ogni settimana situazioni disperate. Già. Perché non è più una questione di persone, uomini, giocatori, dirigenti o allenatori: la questione è capire se il Catania un progetto ed una idea su come proseguire ce l’ha ancora o meno. Le discussioni attorno al pianeta Catania nelle ultime quarantotto ore si sono fatte pesanti e pressanti. E l’aria che si respira non aiuta in alcun modo la testa di giocatori ai quali era stato chiesto di centrare il ritorno in Serie A.
Almeno per adesso, come detto, Sannino resta sulla panchina degli etnei. Nel frattempo, c’è da sciogliere l’ennesimo rebus-formazione in vista di sabato pomeriggio contro il Brescia. Uomini contati anche stavolta e, soprattutto in difesa, è piena emergenza. Emergenza: così come del resto è dall’inizio della stagione ad oggi. In attesa di un mercato di riparazione che paradossalmente potrebbe risolvere poco o nulla.
Pubblicato il
15 Dicembre 2014, 19:30