08 Novembre 2016, 06:10
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PALERMO – Le armi del Borgo Vecchio per un periodo sono state nascoste all’Arenella. Il collaboratore di giustizia Giuseppe Tantillo conosce il nome dell’insospettabile armiere del clan. Di mestiere fa “il guardiano” nella borgata marinara alla periferia di Palermo.
Del personaggio misterioso si parla in un verbale depositato dai pubblici ministeri che indagano sul mandamento di Porta Nuova. Il verbale è del 13 maggio scorso. Uno dei primi resi dal neo pentito. Delle armi i carabinieri non hanno trovato traccia. L’ipotesi più probabile è che siano state spostate da qualche altra parte.
Era andata diversamente nell’estate del 2015, quando un altro collaboratore, Francesco Chiarello, aveva fornito un riscontro formidabile alle sue dichiarazioni, facendo ritrovare tre pistole in un magazzino a Borgo Nuovo. Una calibro 7.65, una calibro 9 a canna corta e una a tamburo. Tutte con la matricola abrasa.
Il nascondiglio delle armi non è casuale. Al Borgo Vecchio erano di casa personaggi come Pietro Magrì, Gregorio e Domenico Palazzotto, oggi al 41 bis con l’accusa di essere dei capimafia dell’Arenella e che per i summit sceglievano una taverna del Borgo pur vivendo dall’altra parte della città.
“… le armi erano tutte per noi anche per il mandamento che se veniva qualcuno… le abbiamo acquistate da albanesi zingari questi che li rubavano”, ha detto Tantillo in un verbale già noto. Ora scopriamo che a maggio ha aggiunto che persino il reggente di Porta Nuova, Paolo Calcagno, aveva chiesto alla famiglia del Borgo di mettersi a disposizione: “… lui ci faceva sempre capire che non possedevano armi, anzi se aveva di bisogno se potevano chiedere a noi e noi gli abbiamo detto va bene”. A custodirle sarebbe stato un insospettabile guardiano del rione Arenella.
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08 Novembre 2016, 06:10