23 Dicembre 2019, 11:02
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PALERMO – Il boss Salvatore Milano trascorrerà il Natale a casa. In carcere c’è rimato tre giorni. Lo hanno arrestato venerdì scorso, ma la notizia si è appresa solo oggi. E cioè nello stesso in cui il giudice per le indagini preliminari Filippo Serio ha accolto l’istanza dei difensori di Milano, gli avvocati Michele Giovinco e Jimmy D’Azzò, e ha concesso a Milano gli arresti domiciliari.
Questa la cronologia dei fatti. Nei mesi scorsi la Procura chiese e ottenne l’arresto di Luigi Salerno e Giuseppe Bosco, accusato di avere imposto il pizzo ai titolari del negozio di abbigliamento Lory’s. Il Gip, invece, respinse la richiesta di misura cautelare per Milano al quale veniva anche contestato il reato di auto riciclaggio: avrebbe investito 230 mila euro nell’attività commerciale.
La Procura di Palermo, nel mese di settembre, ha fatto ricorso contro il mancato arresto e il Tribunale del Riesame gli ha dato parzialmente ragione. È stata accolta, infatti, la parte dell’ordinanza in cui a Milano veniva contestata l’estorsione, ma non quella sull’autoriciclaggio. Quest’ultima si basava sul ritrovamento di un appunto nel negozio da cui, secondo l’accusa, emergeva un doppio investimento di Milano nell’attività commerciale per complessivi 230 mila euro. Il Riesame disse che la prima dazione di denaro era avvenuta quando non era ancora entrata in vigore la normativa sull’autoriciclaggio, mentre per la seconda non era stata raggiunta la prova dell’investimento.
Prova che, invece, fu ritenuta solida nel caso del pizzo: “I rapporti finanziari obbediscono a una logica di investimento personale di Milano e dei soci – così scrivevano io giudici del Riesame – mentre la soggezione estorsiva si sviluppa per conto della famiglia mafiosa, cui neanche l’imprenditore in relazione con esponenti dell’organizzazione, notoriamente, può sottrarsi come testimoniato da una pletora di pronunce irrevocabili in tema di cosiddette messe a posto”.
Lo scorso ottobre Milano, Salerno e Bosco sono stati condannati per l’estorsione, mentre per Milano non ha retto l’accusa di autoriciclaggio. Nel frattempo la difesa aveva fatto ricorso contro la decisione del Riesame e la Cassazione giovedì scorso, 19 dicembre, lo ha rigettato stabilendo che Milano andava arrestato. Ordine di arresto eseguito venerdì 20 dicembre. Immediata la nuova istanza dei legali, accolta oggi dal gip.
Milano va ai domiciliari perché si sono affievolite le esigenze cautelari: non c’è pericolo di fuga e di inquinamento probatorio visto le prove contro Milano sono ormai cristallizzate ala luce della sentenza di condanna. Il boss di Porta Nuova, che ha tenuto un corretto comportamento processuale. trascorrerà il Natale a casa.
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23 Dicembre 2019, 11:02