Arrestato Massimiliano Arena | Scovato il nascondiglio del latitante

di

04 Maggio 2015, 10:35

3 min di lettura

CATANIA – Un “vizietto” di famiglia: quello della latitanza. Massimiliano Arena, figlio del super ricercato Giovanni che per 17 anni riuscì a sfuggire alla cattura, è da oggi in una cella del carcere di piazza Lanza. I carabinieri della squadra “Lupi” hanno scovato il 31enne  in un nascondiglio che era stato ricavato in una intercapedine di un appartamento in ristrutturazione nel quartiere di Librino, nel viale San Teodoro. La zona era la stessa di papà Giovanni vicino al palazzo di cemento, roccaforte fino a qualche anno fa dello spaccio di cocaina e marijuna.

Già sorvegliato speciale, Massimiliano Arena, uno dei figli del boss Giovanni, era ricercato dallo scorso 31 marzo quando la Procura generale ha emesso un’ordinanza di carcerazione per una pena definitiva di 5 anni per rapina in concorso. Si tratta di un colpo messo a segno il 12 febbraio 2007 a Misterbianco in un ingrosso cinese di pelletteria. Il 31enne fece irruzione nel negozio con due complici, armati di fucile. Appena entrati spararono immediatamente colpendo un neon a soffitto: tanta paura all’interno dell’esercizio commerciale. Il bottino fu di circa 1300 euro.

L'arresto di Giovanni Arena

Una famiglia che non ha bisogno di presentazioni quella degli Arena di Librino. Dal padre boss passando dalla moglie fino ai figli: tutti hanno dei conti da pagare con la giustizia. Partiamo dal capostipite Giovanni Arena catturato dopo 17 anni di latitanza nel 2011, aveva creato il suo bunker dietro un letto a ponte al secondo piano di uno stabile vicinisso al suo regno: il palazzo di cemento. Nel 1993 era sfuggito all’operazione ‘Orsa maggiore’. Arena per gli inquirenti avrebbe avuto anche un ruolo nell’attentato del 1990 che distrusse la sede della Standa. Ma da quell’accusa è stato prosciolto. Nel 2003 nel processo Orione 5, Arena è condannato per l’uccisione di Maurizio Romeo, esponente della cosca rivale dei Ferrera, più noti come i ‘Cavaduzzu‘, avvenuto ad Aci Castello il 31 ottobre 1989.

Ad un certo punto gli Arena ingaggiano una guerra di potere con i Nizza per il controllo del traffico di droga. Un vertice ridefinisce gli assetti: Arena lascia i Santapaola e traghetta facendo gruppo indipendente negli Sciuto Tigna, alleati dei Cappello. Un traghettamento che fu svelato dall’inchiesta Revenge nel 2009.

Articoli Correlati

La moglie di Giovanni Arena è stata considerata a Librino “la zarina” del ‘palazzo di cemento’. Ma passiamo alla fedina penale dei rampolli della famiglia Arena, partendo proprio da Massimiliano catturato dai carabinieri nella notte. Non solo rapine nel suo curriculum criminale, ma anche l’accusa di tentato omicidio di un metronotte di 52 anni: gli sparò nel tentativo di rubargli l’arma mentre l’uomo era in servizio davanti la guardia medica del rione Librino. Era il 2006. Il fratello Maurizio è stato arrestato con l’accusa di omicidio il 15 novembre del 1999, Agatino Assunto, catturato il 28 febbraio del 1999, nel 2010 condannato è stato condannato a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa. Prima di papà Giovanni a luglio del 2011 fu catturato Antonino, arrestato dopo due anni di latitanza. Un particolare interessante raccontarono gli inquirenti di quell’arresto: in quell’occasione una delle sue sorelle si mise in auto inseguendo la pattuglia che lo portava in Questura gridando ai poliziotti “fatelo scendere, fatelo scendere…”.

Un dettaglio che fa comprendere come la famiglia Arena faccia scudo di protezione intorno a sè: basti pensare che Giovanni Arena era riuscito a mimetizzarsi tra i vialoni di Librino per quasi un ventennio. Ai nipoti aveva detto per anni: “Chiamatemi zio e non nonno”. Uno stratagemma che aveva funzionato fino a quando in una intercettazione gli investigatori sentono in sottofondo la voce di Arena.

Nella notte i carabinieri hanno assicurato alla giustizia Massimiliano, appena 31enne, che sapendo della condanna definitiva aveva cercato di imitare il padre nascondendosi in un piccolo “bunker”. A differenza del padre però la sua latitanza è durata solo un mese.


Pubblicato il

04 Maggio 2015, 10:35

Condividi sui social