Lo Piccolo jr e il nipote del ‘Papa’| “Comandano la mafia”: 7 arresti

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22 Gennaio 2019, 06:55

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PALERMO – Calogero Lo Piccolo e Leandro Greco. Ecco altri due pezzi da novanta che fanno parte della cupola di Cosa Nostra. I carabinieri del Reparto operativo del comando provinciale di Palermo li hanno fermati nella notte. A completare il blitz sono cinque arresti eseguiti dai poliziotti della squadra mobile.

I militari del Nucleo investigativo, guidati dal comandante provinciale Antonio Di Stasio, aggiungono due tasselli importanti nella mappa della nuova mafia. Proseguono il lavoro iniziato lo scorso dicembre con l’arresto di 47 persone. I riscontri sono arrivati dal pentimento, già noto, di Francesco Colletti e di Filippo Bisconti, neo aspirante collaboratore di giustizia.

Calogero Lo Piccolo, figlio di Salvatore, capomafia di San Lorenzo, e fratello di Sandro, entrambi all’ergastolo, torna in cella dopo avere già scontato una condanna per mafia. È lui il nuovo capo del mandamento.

Leandro Greco

Leandro Greco, detto Michele, è incensurato. Il “detto Michele” non è casuale, visto che si tratta del nipote di Michele Greco, il ‘Papa’ di Cosa Nostra. Leandro Greco è il boss di Ciaculli, dove è stata ristabilita la sede del mandamento che ingloba Brancaccio. Un ritorno all’antico, ai tempi in cui dettava legge il nonno Michele.

Lo Piccolo e Greco rappresentano la componente giovane della nuova mafia. Quarantasette anni il primo, appena 28 il secondo. Le indagini dei carabinieri, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca, e dai sostituti Roberto Tartaglia, Amelia Luise, Francesca Mazzocco e Francesco Gualtieri, li descrivono come i più attivi nella riorganizzazione del dopo Riina.

Decisivo il pentimento di Colletti, boss di Villabate. Era stato lui, intercettato, a parlare della convocazione della commissione provinciale ferma dall’arresto del capo dei capi. Poi, ha deciso di collaborare con la giustizia. E così, agli arresti di Settimo Mineo, boss di Pagliarelli che ha presieduto l’assise mafiosa, Gregorio Di Giovanni, capomafia di Porta Nuova, e Filippo Bisconti, alla guida del mandamento di Belmonte Mezzagno, si aggiungono quello di Lo Piccolo e Greco. Bisconti, che dice di non essere andato alla riunione, ha confermato le altre presenze al vertice.

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I poliziotti hanno puntellato le indagini fermando Giovanni Sirchia di Passo di Rigano, padrone di casa del summit di maggio convocato a Baida in un luogo ancora top secret, e altre quattro persone di San Lorenzo e Carini: Giuseppe Serio, Erasmo Lo Bello, Pietro Lo Sicco e Carmelo Cacocciola. Sono accusati di associazione mafiosa ed estorsione.

L’arresto di Greco attribuisce un peso mafioso anche ad un evento della scorsa estate, il matrimonio fra il fratello di Leandro e la figlia di Di Giovanni.

I carabinieri si sono messi sulle tracce di Lo Piccolo un istante dopo la sua scarcerazione per fine pena avvenuta nel 2016. È tornato in città e ha iniziato a dettare legge, muovendosi con un’accortezza maniacale. E sempre i miliari hanno colto l’importanza di una figura emergente come quella di Leandro Greco. Il suo nome era saltato fuori durante un colloquio carcerario fra Giovanni e Giuseppe Di Giacomo, il primo killer ergastolano di Porta Nuova mentre il secondo è stato ammazzato nel 2014 quando aveva scalato il vertice della famiglia di Palermo Centro.

Con le indagini dei militari si compone il puzzle dei presenti alla commissione provinciale convocata il 29 maggio scorso: Lo Piccolo per Tommaso Natale; Greco per Ciaculli; Mineo per Pagliarelli; Gregorio Di Giovanni per Porta Nuova. Colletti per Villabate. Non c’erano rappresentanti di Santa Maria di Gesù e Resuttana e per i mandamenti della provincia, ma presto si sarebbe organizzata una nuova riunione.

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22 Gennaio 2019, 06:55

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