10 Dicembre 2013, 06:15
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PALERMO – Arriva anche a Palermo l’imposta di soggiorno, una tassa di scopo da chiedere ai turisti dal 2014 per finanziare le attività culturali e le attrattive turistiche e tentare di risollevare le sorti di un settore in lenta ripresa. La giunta Orlando, a giorni, dovrebbe approvare il testo oggetto di un confronto con le parti sociali e che poi sarà inviato a Sala delle Lapidi per il via libera finale.
“L’amministrazione – dice l’assessore al Turismo Francesco Giambrone, che venerdì scorso ha messo attorno a un tavolo la Quinta commissione e le associazioni di categoria – ha confermato il proprio impegno, come previsto dalle legge, di destinare i proventi ad attività legate alle politiche turistiche e culturali che ritornino sul settore. Una tassa che va dai cinquanta centesimi ai quattro euro a notte per quattro notti consecutive al massimo”. Il testo, elaborato dalla commissione al Turismo presieduta da Fausto Torta, è stato modificato accogliendo anche le richieste degli albergatori e prevede alcune novità assolute, in confronto ai regolamenti già vigenti nel resto d’Italia. La tassa, istituita per legge nel 2011, è infatti una realtà in città come Milano, Firenze, Napoli, Roma, Genova, Bologna, Capri, Sorrento, Terrasini e Catania.
Saranno soggetti alla tassa tutti coloro che (fatte salve alcune eccezioni) pernotteranno in strutture ricettive anche all’aria aperta, campeggi, agriturismi, bed and breakfast, case vacanze, affittacamere, alberghi, villaggi turistici, ostelli e anche immobili usati occasionalmente ai fini ricettivi. L’imposta dipenderà dalle stelle della struttura: costerà 50 centesimi a notte (per un massimo di quattro consecutive) per alberghi e bed and breakfast a una stella, ostelli e campeggi; un euro per alberghi, bad and breakfast, alberghi residenziali a due stelle, case per ferie e affittacamere; 1,50 per alberghi, bad and breakfast, alberghi residenziali a tre stelle e residence; due euro per alberghi e alberghi residenziali a quattro stelle, tre euro per alberghi a cinque stelle e quattro euro per alberghi a cinque stelle di lusso.
“Se avessimo applicato l’imposta nel 2012 avremmo incassato circa due milioni di euro – spiega Giambrone – e per il 2014 prevediamo un incremento dei flussi del 7 per cento. Si tratta di un’imposta che non grava sui palermitani, porta risorse alla città e favorisce il decoro cittadino e gli itinerari turistici. Il consiglio comunale avrà ovviamente l’ultima parola e potrà apportare le modifiche che riterrà necessarie, ma siamo riusciti, lavorando con serietà e senza strappi, ad arrivare a una condivisione piena con le categorie e la commissione. Si tratta di un ottimo risultato”.
Il gettito verrà così suddiviso: l’80 per cento andrà in un capitolo di bilancio per finanziare interventi per turismo e cultura, nonché di manutenzione e recupero di beni culturali e dei servizi pubblici locali; il restante 20 andrà agli albergatori, metà per gli oneri e metà per finanziare interventi di recupero e abbellimento delle strutture. Pagheranno tutti tranne i residenti a Palermo; chi ha meno di 12 anni; guide, traduttori, autisti di pullman e accompagnatori turistici in servizio; malati e gli accompagnatori (due al massimo) di degenti ricoverati in strutture sanitarie (con tanto di certificazione della struttura sanitaria); scolari in gita e universitari fuori sede che abitano nelle residenze universitarie; volontari e soggetti vittime di situazioni di emergenza e calamità naturali; giornalisti (ma solo per motivi di lavoro legati alla promozione di Palermo), operatori e agenti di viaggio (coinvolti in tour autorizzati dall’assessorato) e tutti i turisti che hanno già prenotato vacanze in città prima dell’entrata in vigore del regolamento (ma solo fino al 31 ottobre 2014).
Gli albergatori avranno l’obbligo di comunicare, entro quindici giorni dalla fine di ogni trimestre solare, il numero di coloro che hanno pernottato e di riscuotere l’imposta dai turisti girandola poi a Palazzo delle Aquile. Previste anche sanzioni per chi trasgredisce, con more fino al 30 per cento di quanto dovuto. Gli albergatori tratterranno in automatico il 20 per cento di loro competenza. “Il titolare della struttura ricettiva – continua Giambrone – non è più solo il responsabile dell’introito, della cassa, ma è parte dirigente e coinvolta”. “E’ stato uno dei primi atti trattati dalla mia commissione ad inizio consiliatura – dice Torta – è stato un parto lungo, di undici mesi, che però dimostra la volontà di non imporre nulla dall’alto ma di condividere la proposta con tutti. Abbiamo ragionato in modo innovativo e siamo sicuri di aver elaborato il miglior regolamento d’Italia, che sarà preso a modello anche da altre amministrazioni comunali”.
“Noi non eravamo molto convinti di imporre un ulteriore balzello ai turisti – commenta Nicola Farruggio di Federalberghi – ma visto che le risorse sono sempre minori e vogliamo condividere le strategie, diventandone protagonisti, abbiamo deciso che, se si doveva creare un contributo di soggiorno, questo doveva essere condiviso con gli albergatori in termini anche economici, in modo tale che una parte restasse alle strutture. Una proposta, la nostra, condivisa anche dall’amministrazione comunale. Se questa tassa fa bene alla città, allora condividiamola curando anche l’estetica degli alberghi e investendo il resto in promozione e servizi. E’ una proposta innovativa a livello nazionale, perché è il primo progetto condiviso con la categoria interessata”. “Se introdurre la tassa di soggiorno a Palermo significa sostenere il lavoro degli albergatori attraverso la creazione di servizi e il potenziamento dei collegamenti, siamo pronti a farci carico di questa tassa – dice il presidente di Confesercenti Palermo, Mario Attinasi – altrimenti esprimiamo la nostra contrarietà ad un balzello che può aggravare lo stato di salute di un settore già in difficoltà. In momento critico per il turismo, siamo consapevoli dei rischi di una simile iniziativa – prosegue Attinasi – ma non possiamo neanche ignorare che per intercettare i flussi turistici è necessario offrire servizi e infrastrutture di qualità. E per fare questo occorrono risorse economiche. Confesercenti Palermo chiede all’amministrazione comunale e al consiglio che unitamente all’eventuale introduzione della tassa s’insedi un tavolo di controllo con le associazioni di categoria affinché si predispongano progetti concreti per il rilancio della città e si vigili sulle somme”.
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