04 Dicembre 2015, 17:09
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PALERMO – Era uno degli strumenti indicati nell’ultima Finanziaria per la riduzione delle spese alla Regione. Quello che avrebbe consentito, finalmente, di livellare i costi per l’acquisto di beni e servizi. A cominciare dalla Sanità, dove per anni si è portato avanti l’esempio della “siringa” il cui prezzo cambia da Regione a Regione. Spesso anche tra ospedali diversi.
Adesso, dopo un po’ di mesi di riflessione, anche la giunta di governo ha approvato con una delibera la creazione della “Centrale unica di committenza per l’acquisto di beni e servizi”. La nuova struttura è prevista appunto da una delibera di giunta con la quale viene “ridisegnato” l’assessorato all’Economia. La Centrale, infatti, verrà sottoposta alle dipendenze del dipartimento Bilancio. Contestualmente, all’altro dipartimento dell’Economia, quello delle Finanze, sono state trasferite funzioni che erano invece della Ragioneria generale: quelle afferenti alla gestione del patrimonio e del demanio.
Ma la Centrale potrebbe avere un impatto sensibile soprattutto sulla Sanità siciliana. Su metà del bilancio regionale pesano infatti i costi del Sistema sanitario. Costi che, sul piano dell’acquisto di beni e servizi, nonostante i tanti annunci, non sembra che siano scesi per nulla. Lo ha confermato, infatti, la Corte dei conti, in audizione alcun settimane fa in commissione bilancio all’Ars.
Secondo i magistrati contabili, infatti, la Regione dovrebbe pensare di intervenire riducendo le spese. In particolare “sul versante – scrive la Corte – degli acquisti di beni e servizi”. Nonostante infatti i fantomatici tagli e i risparmi milionari sbandierati dal governo regionale, gli strumenti finora utilizzati dalla Regione, secondo i magistrati contabili sono “carenti soprattutto con riferimento alla verifica del rispetto delle disposizioni in tema di spending review”. Adesso ecco la Centrale degli acquisti. Che si occuperà delle spese anche degli altri rami dell’amministrazione.
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04 Dicembre 2015, 17:09