L’Ars dei Paperoni | (Ma non c’era la crisi?)

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28 Aprile 2009, 10:29

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La crisi economica non sfiora l’isola felice del Parlamento siciliano. In barba all’austerity ed alle promesse di tagli e risparmi, infatti, le spese per il funzionamento di Palazzo dei Normanni continuano a crescere inesorabilmente. Nel 2009 le uscite dell’Ars risultano lievitate fino a 166 milioni e 284 mila euro contro i 161 milioni e 310 mila euro dell’anno precedente. L’aumento complessivo è del 3 per cento.

Restano invariati, rispetto al 2008, gli stipendi per i deputati. Nessuna decurtazione a indennità, diarie, missioni, rimborsi. Vengono potenziati i trasferimenti destinati ai gruppi parlamentari. Si dilata la spesa per il personale di ruolo e per il pagamento delle pensioni.
Viene istituito un capitolo ad hoc per i dipendenti delle segreterie particolari, le consulenze del Consiglio di presidenza e delle Commissioni. Si amplia il costo di alcuni servizi, da quelli di caffetteria e ristoro alla gestione dell’archivio storico, dalla spesa per il sistema di votazione elettronica a Sala d’Ercole a quello di sorveglianza, dal call center privato che ha soppiantato il centralino interno alle bollette di luce ed acqua.

Il dettaglio dei costi del Parlamento è condensato in 29 articoli di entrate e 88 di spese che compongono il bilancio interno. L’atto è stato prima elaborato ed approvato dal ristretto numero di deputati che fanno parte dell’organo di gestione interna, il Consiglio di presidenza. Quindi, il documento è stato esaminato ed approvato dall’aula, insieme al bilancio generale della Regione. Il via libera ai conti 2009 dell’Ars è arrivato nel corso della seduta di lunedì pomeriggio.
La previsione di spesa complessiva è appunto di 166.284.402 euro. Buona parte di questa somma – si legge nella relazione di accompagnamento del documento – “ha carattere obbligatorio” ed è “in percentuale analoga a quella del Senato”, al quale il Parlamento siciliano è equiparato.

La spesa è finanziata per il 95 per cento dalla dotazione ordinaria, pari a 157 milioni di euro, che arriva direttamente dal bilancio della Regione ed ha subito un incremento, rispetto al 2008, di 3,7 milioni di euro. Tra le entrate bisogna considerare, inoltre, il fondo iniziale di cassa, derivante dagli avanzi di esercizi precedenti, che ammonta a 2 milioni e mezzo di euro, i sei milioni di euro delle ritenute previdenziali dei deputati e i dodici milioni delle ritenute dei dipendenti. Una cusiosità: una piccola somma di 51 mila euro viene versata dal Banco di Sicilia per l’utilizzo dei locali destinati all’agenzia che ha sede all’Ars.

Missioni e beneficenza. Il paragrafo dedicato alle uscite si apre con le spese di rappresentanza, 840 mila euro divisi tra missioni (400 mila euro), fondi riservati per cerimonie (205 mila euro), elargizioni e beneficenza (175 mila euro), locazione uffici e spese di funzionamento (60 mila euro). La somma è invariata rispetto al 2008.

Onorevoli stipendi. Si prosegue con il capitolo relativo alle competenze dei parlamentari. Anche in questo caso lo stanziamento non ha subito cambiamenti in confronto allo scorso anno. Indennità parlamentare, diaria, indennità d’ufficio e rimborsi per i 90 inquilini di Palazzo dei Normanni costano complessivamente 21 milioni e 950 mila euro. In dettaglio: 13 milioni per le indennità, 4 milioni e 400 mila euro per la diaria, 1 milione e 200 mila euro per l’indennità d’ufficio e 2 milioni e 850 mila euro per spese e rimborsi.

Quanto costano gli ex. Si arriva, quindi, alle spettanze per tutti gli ex deputati. A loro vengono riservati 23 milioni di euro destinati a vitalizi (21 milioni), indennità per cessazione di mandato parlamentare (500 mila euro), spese per la partecipazione a corsi di lingue straniere (42 mila euro), aggiornamento politico-culturale (1 milione e 800 mila euro) e perfino un contributo di 34 mila euro per l’associazione degli ex deputati.

Pensioni d’oro. L’intero capitolo previdenza assorbe 42 milioni e 859 mila euro. L’incremento di questa voce, che copre le ritenute per chi gode degli assegni vitalizi, per il personale di ruolo, per i dipendenti in quiescenza e i lavoratori esterni, è di oltre due milioni di euro rispetto al 2008.

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Nuove assunzioni. Tra retribuzioni, indennità di funzione e di risultato, rimborsi spese, borse di sudio e aggiornamento professionale, corsi di lingue o informatica dei dipendenti vengono impegnati 36 milioni e 350 mila euro contro i 32 milioni e 585 dello scorso anno. “Gli oneri – recita la relazione di accompagnamento al bilancio – sono legati agli aumenti contrattuali e alla necessità di colmare i vuoti in organico”. Sono in corso, infatti, le assunzioni dei 12 coaudiutori parlamentari vincitori di un concorso. Inoltre, nel 2008 “sono stati inseriti nei ruoli anche 15 unità di personale di varie carriere”. Di conseguenza, la spesa registra un incremento del 4 per cento. Una voce a parte, di nuova istituzione, è dedicata alla somma per il “personale non dipendente“, ovvero quei lavoratori chiamati a prestare servizio nelle segreterie particolari dei componenti del Consiglio di presidenza, delle Commissione e dell’Amministrazione sia attraverso contratti di collaborazione continuativa che consulenze occasionali. Il plafond assegnato è di 3 milioni e 440 mila euro.

Gruppi parlamentari. Lieve crescita anche in questa spesa che sale da 13 milioni e 104 mila euro a 13 milioni e 712 mila euro. Il trasferimento di risorse ai gruppi parlamentari è regolamentato in base alle analoghe disposizioni previste al Senato. Il contributo serve per il personale, l’attività di ricerca dei parlamentari, le collaborazioni, la segreteria. Un sostegno finanziario che intende essere “la premessa necessaria per il riconoscimento del loro ruolo all’interno delle assemblee legislative”.

Biblioteca e archivio storico. Il costo per il funzionamento della biblioteca di Palazzo dei Normanni ammonta a 297 mila euro. In aumento solo la voce per la gestione dell’archivio storico di recente istituzione e che ha sede nella chiesa di Santi Elena e Costantino.

Informatica e stampa. Per i servizi informatici l’Ars impegna 1 milione e 164 mila euro, con un leggero risparmio rispetto al 2008, mentre per la divulgazione dell’attività parlamentare 650 mila euro. In questo capitolo è stato inserito anche un finanziamento di 300 mila euro per la Fondazione Federico II.

Caro caffè. La caffetteria ed il servizio di ristoro, ovvero la buvette parlamentare, nel 2009 assorbiranno 550 mila euro contro i 490 mila dello scorso anno. L’aumento sembra “commisurato ai consumi registrati nel 2008 oltre che ai recenti adeguamenti contrattuali”.

Quando il risparmio c’è. Virtuosa la gestione degli immobili del Parlamento che registra un risparmio del 30 per cento con una spesa prevista di un milione e 340 mila euro. Nel capitolo di spesa sono considerati i lavori di consolidamento e restauro di Palazzo dei Normanni, la gestione del complesso della chiesa di Santi Elena e Costantino, il recupero di palazzo ex Ministeri. Sulla gestione di Villa Belmonte, invece, “non si hanno certezze in merito agli oneri”. Tagli anche sull’acquisto di beni e servizi per il funzionamento degli uffici, che risultano ridotti del 2 per cento.

Bollette salate e call center. E’ di 100 mila euro l’aumento per la luce e l’acqua consumata dal Parlamento. La somma, comunque, tiene conto di un debito relativo a bollette del 2007 e 2008. Cresce di 91 mila euro anche il costo del call center esterno che ha sostituito il centralino interno. La spesa passa da 880 mila a 971 mila euro.

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28 Aprile 2009, 10:29

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