22 Novembre 2022, 05:18
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PALERMO – Ars: rush finale per le Commissioni. L’accordo di massima stretto dai big della maggioranza di governo magari non rischia di finire in un ginepraio ma ha davanti a sé una strada lastricata di ostacoli e malumori. Il puzzle della composizione delle commissioni parlamentari sembrava praticamente definitivo ieri mattina, poi gli agenti del caos della truppa di Cateno De Luca accendono una miccia che il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno dovrà disinnescare in tempi celeri.
A dare fuoco alle polveri ci pensa Danilo Lo Giudice, coordinatore dei gruppi Sicilia Vera e Sud Chiama Nord. “Da una prima ipotesi di formazione delle commissioni Sicilia Vera resterebbe fuori dalla prima commissione Affari istituzionali, dalla terza Attività produttive, mentre Sud chiama Nord non sarebbe inclusa nella quarta commissione Territorio e ambiente e nella sesta Servizi sociali e sanitari”, dice in riferimento all’ultima griglia stilata. Palazzo dei Normanni. Da qui la richiesta di rispettare la presenza di tutti i gruppi nelle commissioni. Regolamento interno alla mano, ricordano i deluchiani, nelle commissioni operanti in sede redigente va assicurata la presenza di tutti i gruppi parlamentari. In caso di mancata integrazione della griglia, i deluchiani non procederanno alla designazione dei componenti delle commissioni.
In casa azzurra le acque restano agitate e lo strappo con i Micciche’s boys rimane insanabile. Il tiro mancino del gruppo gemello sortisce un primo risultato. Ai berluscones vicini al presidente Renato Schifani spetterà una sola presidenza di Commissione, quella delle Attività Produttive (anche se qualcuno vorrebbe proporre uno scambio agli autonomisti e incassare la Territorio Ambiente) che sarà guidata da Gaspare Vitrano o Margherita La Rocca Ruvolo (l’escluso potrà beneficiare della vice presidenza di un’altra commissione). La riunione di ieri non è stata risolutiva.
Il rebus delle commissioni non è stato ancora sciolto nemmeno dal gruppo di Fratelli d’Italia. La pratica sarà chiusa, si vocifera all’Ars, mercoledì mattina. La decisione sarà presa “last minute” a causa di un puzzle molto complesso da tenere insieme (l’affaire degli ex musumeciani tenuti fuori dal governo è un cruccio di non poco conto per i dirigenti siciliani del partito) e soprattutto dopo i malumori che stanno attraversando trasversalmente tutti i partiti della maggioranza per l’idea di piazzare alla guida della delicatissima Commissione Bilancio, il deputato catanese Dario Daidone, fedelissimo del senatore Salvo Pogliese ma absolute beginner a Sala d’Ercole. Un’ipotesi che non gradirebbe nemmeno il presidente Renato Schifani e che aprirebbe il varco a un altro neofita dell’aula, Fabrizio Ferrara. Il deputato palermitano a quel punto andrebbe a occupare la stanza dei bottoni della Commissione Lavoro.
Insomma, viste le sfide che attendono al varco il governo regionale sarebbe meglio non creare sacche di scontenti pronti a vestire i panni dei franchi tiratori alla prima occasione utile. La tenuta della maggioranza diventa cruciale in vista della partita più importante: quella per mettere al riparo le casse regionali. Secondo le aspettative più rosee del neo assessore all’economia Marco Falcone in settimana la giunta dovrà approvare le variazioni di bilancio. Poi, però, la palla passerà all’Assemblea. L’aula, infatti, sarà chiamata ad approvare in tempi stretti i correttivi.
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22 Novembre 2022, 05:18