22 Giugno 2021, 20:15
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Inaspettata oggi all’Ars la mossa dell’assessore Daniela Baglieri che al termine di una seduta dedicata alla questione rifiuti in Sicilia ha accolto, come raccomandazione, un ordine del giorno con cui diversi esponenti delle opposizioni chiedevano la revoca immediata dell’avviso della Regione per la “progettazione, costruzione e successiva gestione” di due termovalorizzatori nella regione. Una decisione che probabilmente non avrà alcun effetto concreto nell’immediatezza ma che ha portato a evitare il voto dell’Aula e che costringe, comunque, la Regione a fare i conti con il Parlamento, anche in vista della prossima discussione della legge di riforma del settore.
“Presenteremo una interrogazione parlamentare urgente per chiedere al governo se provvederà all’immediata revoca dell’avviso – ha detto il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo -. Il governo ha accettato come raccomandazione il nostro ordine del giorno, ci aspettiamo quindi che sia conseguente”.
“Non sarei onesta intellettualmente se vi dicessi che in tre mesi vi do soluzioni a problemi atavici – ha detto l’assessore dell’Udc – ma intanto ho cercato di evitare il lievitare dei costi per il trasporto dei rifiuti, perché abbiamo trovato alcune significative opportunità con siti che sono pubblici, finanziati dalla Regione e che quindi hanno il dovere di rispondere alle emergenze del territorio regionale”.
Per l’Assessore il settore si caratterizza soprattutto per due aspetti: una “dotazione di impiantistica che richiede un maggiore supporto” e una “frammentarietà gestionale che ha dato la stura a ben 290 gare di appalto”. Due caratteristiche che “impattano negativamente sulla gestione dei Rifiuti e che incidono sulle tasche dei cittadini”. “È bizzarro – ha detto – che un cittadino del Sud paghi circa 320-350 euro di Tari, mentre una famiglia del Nord mediamente 270 euro. E questo nonostante la produzione pro-capite di rifiuti sia più elevata al Nord rispetto al Sud”.
Sul disegno di legge di riforma del settore, ha aggiunto: “Ho cercato di prendere confidenza con un testo su cui ho avviato diverse interlocuzioni con l’Anci, le Srr, e le organizzazioni sindacali perché ho il dovere di capire meglio anche l’impatto e le preoccupazioni che questo ddl suscita in tanti. Ma dobbiamo rispondere alle sollecitazioni di Anac e Corte dei Conti”.
“Inceneritori? Non erano in alcun modo contemplati nel piano rifiuti. Musumeci – dice il deputato M5s Giampiero Trizzino, primo firmatario dell’odg – non può calarli così dall’alto. Non si può giocare con le leggi, ci sono delle regole da rispettare. Se vuole costruire inceneritori al posto delle discariche, deve riscrivere daccapo il piano dei rifiuti, sottoporlo nuovamente al Parlamento e soltanto dopo che tutto l’iter sarà concluso potrà presentare il bando per i termovalorizzatori”.
In Aula, il pentastellato, ex presidente della Commissione Ambiente dell’Ars, ha illustrato gli errori contenuti, a suo dire, nella strategia del governo regionale: “Nella scala gerarchica della gestione dei rifiuti, gli inceneritori sono l’ultimo gradino. È assurdo che il governo Musumeci voglia dare una risposta alla questione partendo dal fondo, invece che dalla testa”.
E il collega di partito, Giorgio Pasqua, rincara la dose: “Gli inceneritori sono anche economicamente non sostenibili, come dimostrano le esperienze di altre regioni e altri Stati che prima venivano considerati d’esempio e che oggi mostrano tutte le loro debolezze”.
“Non avete idea di cosa sta succedendo in Sicilia – ha attaccato il parlamentare regionale del Pd, Nello Dipasquale – che da mesi è invasa dai rifiuti. Ci sono rifiuti anche nel mezzo delle aree protette. Questo governo ha dimostrato di non avere una strategia, una linea d’azione che mettesse i comuni in condizione di dare una risposta almeno sull’indifferenziato. In tre anni e mezzo avete prodotto il nulla”.
E il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo ha aggiunto: “Il tema dei rifiuti non ha avuto in questa legislatura le risposte che il settore meritava”.
In un altro ordine del giorno, Attiva Sicilia chiede al governo di ultimare il lavoro della Commissione d’inchiesta e di verifica sulla regolarità delle autorizzazioni delle discariche e degli impianti di rifiuti in Sicilia avviata dall’ex assessore Alberto Pierobon. Ma anche a nominare dei commissari ad acta per i Comuni che non hanno raggiunto i livelli di raccolta differenziata previsti, tra questi le grandi città che in particolare danneggiano il trend positivo.
“Appare evidente il degrado e lo stato di decadenza in cui versano la maggior parte dei Comuni siciliani, spesso colpiti da continue ‘emergenze rifiuti’ – ha detto Angela Foti, vicepresidente dell’Ars e deputata regionale di Attiva Sicilia – con le relative ripercussioni sul turismo, quindi sull’economia, nonché sulla stessa vivibilità dei luoghi per i cittadini residenti. Per questo serve sostenere economicamente i Comuni che lavorano bene raggiungono i risultati piuttosto che innescare meccanismi che possano far diventare più conveniente abbandonare questa gestione virtuosa”.
Di dati ha parlato anche il deputato di Diventerà Bellissima, movimento che fa capo al governatore Musumeci, Giorgio Assenza: “Se non vi fosse la vera e propria palla al piede delle tre città metropolitane, che sulla raccolta differenziata hanno ancora percentuali minime, il livello complessivo oggi sarebbe più elevato. Ci sono comuni che hanno conquistato la premialità, superando il 65% della raccolta differenziata, molti sono al 50%. Però, quando le cose vanno bene il merito è dei comuni, quando le cose vanno male la colpa è della Regione. Eppure i comuni sono incentivati dalle norme regionali, quindi è una visione miope”.
La seduta si è conclusa con il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciché, che ha fatto gli auguri all’assessore Baglieri per “il compito che deve assolvere” e le ha chiesto la sua disponibilità e quella del governo regionale per discutere al più presto del problema dei debiti degli Ato che sono in liquidazione. “Non possiamo declinarlo totalmente al governo, mi rendo conto – ha detto Micciché – ma ci sono aziende che aspettano decine e decine di milioni di euro e dobbiamo trovare un sistema per dare loro una mano. Da domani già ci sentiremo per capire quale può essere l’intervento da mettere in campo”
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22 Giugno 2021, 20:15