Ars, la minaccia del voto segreto blocca l'esame della Manovra - Live Sicilia

Ars, la minaccia del voto segreto blocca l’esame della Manovra

Iniziato a Sala d'Ercole l'esame del ddl Ripristini. Ok a tre articoli ma poi la strada diventa in salita
PALAZZO DEI NORMANNI
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PALERMO – È bastata la minaccia del voto segreto per fare fermare i lavori dell’Assemblea regionale siciliana. Oggi i deputati hanno iniziato l’esame del “ddl Ripristini”, la manovra correttiva che sulla scorta della dote concessa da Roma alla Sicilia, propone numerose variazioni al bilancio approvato a maggio da Sala d’Ercole.

L’assemblea ha votato velocemente i primi tre articoli del disegno di legge. I primi due hanno apportato delle modifiche tecniche ai documenti approvati a maggio mentre il terzo era una norma di interpretazione autentica.

Durante l’esame dell’articolo 4 è iniziata la salita. La norma prevede che dalla liquidazione dell’Ente minerario siciliano si ottenga un tesoretto pari a circa circa 20 milioni di euro. Il governo con la norma ha proposto di stanziare le risorse nella gestione del “Fondo Sicilia” il fondo dell’Irfis per il finanziamento delle imprese, e in particolare, in questo caso, di destinare queste risorse alle imprese localizzate dentro le Zes.

A questa ipotesi si sono opposti però i deputati, primi fra tutti quelli della maggioranza. A tenere banco è stata la proposta di Roberto Di Mauro di destinare queste risorse ai cantieri nelle scuole. Altri hanno proposto di stanziarli nei comuni. L’aula è stata pure sospesa per consentire all’attuale presidente della seconda commissione dell’Ars Gaetano Galvagno di mediare. Una mediazione che però in questo specifico caso ha ottenuto il rinvio.

Stessa sorte per l’articolo 5 che prevede lo stanziamento di 1 milione e 800 mila euro per il sostegno al comparto del turismo, per il funzionamento dell’assessorato e per il patrocinio di iniziative locali. Un articolo difeso da governo e maggioranza, ma criticato dalle opposizioni in particolare dal Pd che ha più volte sollevato perplessità sulla opportunità di finanziare l’assessorato “sotto la campagna elettorale” con risorse che per Giuseppe Lupo sono pari all’intero stanziamento di un anno.

Le intenzioni, espressa da Roberto Di Mauro, di continuare votando quanti più articoli possibili si è infranta contro gli scogli di una ferma richiesta di voto segreti del capogruppo dem Giuseppe Lupo. Di Mauro ha tergiversato. In aula alla maggioranza mancavano i numeri. Difficile pensare di potere continuare senza andare sotto. “Non parliamo di voto segreto” ha chiesto il presidente di turno della seduta dell’Ars Di Mauro. L’esito non poteva che essere, quindi, il rinvio. “Non si può chiedere alle opposizioni il senso di responsabilità mentre buona parte della maggioranza e degli assessori sono a fare campagna elettorale” “sapendo – ha gridato fuori dal microfono Antonello Cracolici, alludendo alle possibili dimissioni di Musumeci – che dopodomani ce ne andiamo a casa”.

Domani l’aula è convocata per le ore 12. Si ripartirà da dove si è lasciato. Gli articoli da approvare sono una dozzina. Il tema non è quindi la quantità quanto piuttosto l’accordo politico. Un accordo che dalle prime avvisaglie sembra non esserci.


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