23 Luglio 2014, 19:22
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PALERMO – Il suo stipendio è finito, fino a pochi giorni fa, al centro del dibattito televisivo nazionale. Ma il segretario generale dell’Assemblea regionale siciliana Sebastiano Di Bella ha già deciso di “togliere il disturbo”. Nel momento migliore, forse, anche per lui. La lettera ufficiale sarebbe stata già inviata al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. Il capo dei burocrati dell’Ars, che secondo il presidente della Regione Crocetta guadagna la bellezza di 600 mila euro lordi l’anno, ha comunicato che andrà via. In pensione.
E oggi, nei corridoi di Palazzo dei Normanni, il presidente dell’Assemblea annunciava: “Lunedì nomineremo il nuovo segretario generale”. Una dichiarazione che sembra aver colto di sorpresa molti tra i dipendenti dell’Ars e anche qualche deputato del consiglio di presidenza.
In corso, infatti, al momento, è la concertazione con i sindacati dei dipendenti dell’Ars, che dovrà portare a un accordo sull’applicazione del famoso tetto da 240 mila euro annui “omnicomprensivi” introdotto poche settimane fa dal consiglio di presidenza. Un limite generico, al momento, che non specifica quanto e se in quel limite vadano compresi, ad esempio, alcuni oneri a carico dell’amministrazione.
Una cosa pare però ormai certa. Chi andrà in pensione entro questo mese (lo hanno già fatto, ad esempio, Gaetano Savona e Silvana Tuccio), “eviterà” la mannaia. E potrà ricevere un trattamento di queiscenza, appunto, proporzionale allo stipendio attualmente percepito. Tra questi, il segretario generale dal misterioso stipendio. E oltre a caricarsi la mega-pensione di Di Bella (che graverà sul bilancio dell’Ars, ovviamente) l’Assemblea dovrà “staccare” al segretario uscente una liquidazione d’oro. Al momento non è facile immaginare l’entità. Ma un dato è evidente: si tratterà della seconda mega-liquidazione erogata dall’Assemblea in appena dieci mesi. Nell’ottobre scorso, infatti, l’ex segretario generale Giovanni Tomasello decise di “mettersi a riposo” con una pensione da 13 mila euro al mese e in seguito al riconoscimento di una liquidazione da un milione e mezzo. Adesso tocca a Di Bella, 61 anni appena compiuti e nominato segretario generale appena sette mesi fa. Il tempo di assicurarsi il mega (e mitologico, ormai) stipendio. E di conseguenza una pensione e una liquidazione altrettanto dorate.
Non sarà lo stesso per chi verrà dopo di lui. Stando a quanto trapela dal consiglio di presidenza, infatti, il nuovo segretario generale dovrà rispettare il limite dei 240 mila euro. Ma anche questo sarà il frutto della concertazione che potrebbe ripartire nei prossimi giorni. Intanto, ecco saltare fuori i primi nomi per il “dopo-Di Bella”. Tra i più accreditati, il capo ufficio per il coordinamento dell’area legislativa Fabrizio Scimè (che presenta il vantaggio di uno stipendio attualmente inferiore ai 240 mila euro, quindi per lui non sarebbe necessario alcun taglio) e l’attuale vice segretario Mario Di Piazza (assai più vicino e gradito al segretario uscente e, pare, allo stesso presidente dell’Ars Ardizzone). Outsider, invece, l’attuale capo di gabinetto di Ardizzone, Maria Ingrao e il direttore del servizio bilancio, Eugenio Consoli. Salvo sorprese, il nuovo segretario salterà fuori da questa rosa. Ma il suo stipendio luccicherà molto di meno rispetto a quello dei predecessori. Compreso il “segretario per sette mesi” che ha deciso di lasciare. Appena in tempo.
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23 Luglio 2014, 19:22