16 Ottobre 2018, 20:59
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PALERMO – Non c’è pace per il disegno di legge sui revisori dei conti. Guardando bene, non c’è pace per la maggioranza all’Ars. L’Aula oggi pomeriggio ha deciso di rinviare nuovamente la trattazione del ddl. Perplessità sul testo, ma in Sala d’Ercole si assiste allo scoppio dell’alleanza che sostiene il governo regionale con uno scontro fra l’assessore all’Economia Gaetano Armao e il presidente della commissione Affari istituzionali Stefano Pellegrino che dà il segno della fragilità dei numeri.
I due compagni di partito, entrambi infatti sono forzisti, hanno litigato sui metodi di lavoro: l’assessore ha contestato a Pellegrino di non aver convocato l’ordine degli avvocati per l’esame del disegno di legge in Commissione, dato che pure questi professionisti possono essere revisori. Ma la querelle più pesante ha riguardato il parere dell’assessorato all’Economia sul ddl. Pellegrino ha sostenuto che il vice capo di gabinetto di Armao avesse espresso il parere favorevole al disegno di legge, mentre l’assessore ha replicato smentendo sonoramente: “La commissione è libera di fare quello che vuole ma non di stravolgere il parere contrario dell’assessorato. Se la commissione vuole andare avanti contando sulla forza dei numeri – ha concluso il vicepresidente della regione – lo faccia pure”.
Ma proprio la forza dei numeri sembra essere il problema della maggioranza di governo a cui lo stesso Pellegrino appartiene. “E’ ormai chiaro – accusa il capogruppo del Partito democratico Giuseppe Lupo – che la coalizione di Musumeci è in crisi e che rinviare i lavori d’aula non risolve il conflitto politico che paralizza la giunta e l’attività del Parlamento”. Molti esponenti della coalizione che sostiene Musumeci la settimana scorsa durante il dibattito su Riscossione Sicilia lo hanno ammesso: “È chiaro che in prima commissione non abbiamo la maggioranza”. Il disegno di legge sui revisori dei conti infatti è stato proposto dalla pentastellata Gianina Ciancio ed è senza dubbio targato Movimento 5 stelle. Cinque stelle e dem, infatti, si sono ritrovati spesso sulle stesse posizioni, sfruttando proprio le debolezze della coalizione di centrodestra.
La proposta di legge è all’ordine del giorno dell’aula dal 26 settembre e dopo l’approvazione delle leggi sul chilometro zero e la certificazione di non appartenenza alla massoneria dei deputati, gli onorevoli avrebbero dovuto discutere il progetto di legge. Ma il ddl, già rinviato per l’assenza dell’assessore competente a intervenire la settimana scorsa, oggi è stato rinviato alla prossima settimana perché un grossa riscrittura del testo ha richiesto del tempo per presentare gli emendamenti. Ci sarà così tempo per proporre le modifiche fino a domani e martedì la legge sarà discussa. Nel frattempo Gianfranco Miccichè ha chiesto alla commissione Bilancio di emettere un parere non vincolante sulla legge per valutare eventuali influenze sulle partecipate.
Il ddl prevede che i revisori dei conti degli enti controllati dalla Regione siano nominati seguito di un sorteggio. La norma gode dell’appoggio del M5S e anche alcuni deputati del Partito democratico come Lupo e Cracolici hanno appoggiato e difeso la proposta. La maggioranza è chiaramente critica. Basti pensare che su 70 deputati 21 hanno firmato l’emendamento abrogativo della legge. Di questi 21, in 19 appartengono alla maggioranza e due sono dell’opposizione, Edy Tamaio di Sicilia Futura e Luca Sammartino del Partito democratico. Una contrarietà che non si è condensata in aula dove se ci fossero stati i numeri la maggioranza avrebbe potuto affossare definitivamente il ddl senza troppe difficoltà.
La discussione in aula è andata spesso contro l’uso del sorteggio per la scelta dei revisori. Qualche intervento è stato contro perchè non si premia il merito e la professionalità che si conseguono nella carriera. Qualche altro deputato invece ha contestato la necessità che fra i revisori dei conti e chi li nomina debba esserci un rapporto fiduciario. Tra i parlamentari c’è stato chi come Marianna Caronia (Misto) non ha smesso di affermare le riserve sulla legittimità del ddl. “La proposta della Commissione di radicale modifica della legge sulla nomina dei revisori dei conti – ha detto -, se da un lato riduce fortemente l’impatto della norma perché riduce il numero degli enti cui sarà applicata, non fa venire meno le perplessità su un meccanismo di sorteggio che appare in contrasto con il Codice civile”.
Il vicepresidente della Regione Gaetano Armao a nome del governo, infatti non ha mancato di esprimere le critiche al progetto di legge. “L’onorevole Ciancio – ha attaccato l’assessore – è stata brava a instradare l’Assemblea su una strada errata quando ha dichiarato che “bisogna evitare il conflitto di interessi fra controllore e controllato”. Ma qui – ha proseguito – si fa confusione fra la situazione degli enti locali, dove adesso i revisori sono nominati per sorteggio e il rapporto che esiste fra la Regione e i revisori. Nel secondo caso infatti sia l’amministrazione che il collegio dei revisori svolgono il ruolo di controllori”.
Così il Partito democratico ha attaccato Forza Italia accusandola di usare “due pesi e due misure”. “La coalizione che oggi rappresenta la maggioranza – ha detto il democratico Anthony Barbagallo – è la stessa che nella passata legislatura ha portato avanti un’estenuante battaglia d’Aula a favore della norma che prevede il sorteggio per l’incarico di revisore dei conti nei Comuni. È quindi assolutamente incomprensibile che quella stessa coalizione adesso faccia muro contro l’estensione della regola agli enti partecipati e sottoposti a controllo e vigilanza della Regione. Questa marcia indietro ci lascia perplessi – ha concluso – e non vorremmo fosse un modo per nascondere la volontà di effettuare scelte discrezionali per le oltre 200 nomine previste negli enti partecipati”.
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16 Ottobre 2018, 20:59