Ars, ora tocca al Collegato | Ecco la manovrina elettorale - Live Sicilia

Ars, ora tocca al Collegato | Ecco la manovrina elettorale

Tra norme che ritornano e mini riforme, ecco la legge Stralcio. Governo pronto a tornare all'Ars. Fondi per 12,5 milioni di euro.

LA LEGGE STRALCIO
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Modello Portogallo, nuovo contratto per i dipendenti del Cas, Iacp, nuove regole per gli impianti fotovoltaici. E ancora Centro direzionale della Regione, Zone economiche speciali, insularità, ex Province. Sono solo alcune delle norme che da qui a qualche giorno, forse già martedì, potrebbero tornare, o approdare per la prima volta, a Palazzo dei Normanni nel cosiddetto Collegato, o “legge Stralcio”. Una manovra che quest’anno potrà contare, stando ai primi dati dopo l’approvazione del Bilancio, su circa 12,5 milioni di euro di fondi globali. E, dopo i tagli fatti e “riparati” della Finanziaria, come sempre tutti guardano a questa legge pensando: “Ora speriamo nel Collegato”. Sia le categorie che aspettano risposte sia i deputati, e qualche assessore, con le Europee alle porte.  

Le norme stralciate, ritirate, bocciate

Sembra quasi scontato, dopo aver ascoltato gli interventi in Aula dell’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, che nel Collegato vedremo tornare le norme su Cas e Iacp. Entrambe sono state ritirate dal governo, in via cautelativa, dopo il flop di altre norme manifesto dalla Finanziaria. Il clima in Sala d’Ercole non era dei migliori per esporle al voto. E così, via al ritiro della norma per cui ai dipendenti del Consorzio autostrade siciliane, per altro senza vertici ormai da tempo, si sarebbe dovuto applicare il Contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti delle Società concessionarie di autostrade e trafori invece di quello dei regionali. “Ce l’hanno chiesto tutti i sindacati. Il lavoro è dignità e va riconosciuto”, ha detto l’assessore all’Ars annunciando il ritiro. Poco dopo, anche l’articolo sul trattamento economico dei dipendenti degli Istituti autonomi case popolari è stato ritirato: la norma, di fatto, elimina il tetto agli stipendi dei dirigenti in quegli enti.

Anche l’assessore all’Energia Alberto Pierobon ha preferito non sottoporre al voto un articolo sugli impianti fotovoltaici o solari di grandi dimensioni. Sia dall’opposizione sia dalla maggioranza era arrivata la richiesta di ritirarlo per poterlo affrontare in un momento successivo in modo più organico. Pierobon ha spiegato di essere “d’accordo con la necessità di una riformulazione”. Riscrittura che potrebbe trovare la sua seconda vita proprio nella legge Stralcio.

È stato invece bocciato al voto in Aula l’articolo “manifesto” di questa Finanziaria, il cosiddetto “modello Portogallo”, che prevede agevolazioni fiscali per gli stranieri che scelgono di spostare la propria residenza in Sicilia. Il fondo che il governo aveva messo a disposizione per questa norma ammontava a un milione di euro, soldi che le opposizioni, attraverso gli emendamenti, avevano proposto di spendere in molti modi diversi, comunque sempre a favore di quei siciliani che invece, nelle zone che più vanno spopolandosi dell’Isola, ci restano. Sarà la giunta a decidere se sarà il caso di riportare questa norma all’esame del Parlamento.

 Le altre norme e le riforme

Composto di 18 articoli, il Collegato approvato dalla giunta Musumeci è una specie di to do list, di lista di cose da fare, che – come succede sempre – si allungherà quasi a dismisura con il passaggio in Commissione Bilancio all’Ars e in Aula. Tra le prime cose da spuntare, all’articolo 2, ecco il nuovo centro direzionale della Regione in via Ugo La Malfa: nero su bianco c’è il progetto di riunire, in un unico luogo, tutti gli assessorati e gli uffici regionali che hanno sede a Palermo. Il primo articolo invece è dedicato alla condizione di insularità della Sicilia, una battaglia che raccoglie adesioni trasversali nel Parlamento regionale.

Poi, sparite dalla Finanziaria, ecco che le ex Province tornano a far capolino nella legge Stralcio in un articolo che prevede la possibilità per la Regione di subentrare alle ex Province accollandosi i mutui accesi e prevedendo anche una eventuale rinegoziazione. C’è poi una norma molto complessa che interviene in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici, e che dovrebbe precedere la più ampia riforma del settore su cui sta lavorando la quarta commissione Ars.

Ci sono anche le agevolazioni per le imprese che hanno sede legale nelle cosiddette “Zes” (Zone economiche speciali) dell’Isola e gli stanziamenti per le società sportive, per la fondazione Whitaker e per il completamento di opere incompiute. Una norma relativa all’Ast disciplina, invece, il regime di riduzioni e gratuità, mentre un’altra si occupa di disposizioni per il demanio marittimo.

Insomma, in larga parte sembra di vedere un copione già visto con la Finanziaria, ma di riforme nel testo del Collegato ce n’è certamente di più rispetto alla legge di Stabilità appena approvata. Avrà maggior successo? La speranza è che si possa contare questa volta su un “conto” più  ricco e adeguato. E non ci vorrà molto per scoprirlo: il governo ha fatto sapere di essere già pronto a tornare in Commissione Bilancio all’Ars per l’esame del ddl Stralcio.


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