09 Maggio 2022, 06:03
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PALERMO – L’Assemblea regionale siciliana riapre fra qualche ora, alle 11.00, i battenti e il programma è quello di una maratona che dovrebbe durare al massimo fino all’undici maggio per l’approvazione l’ultima legge di stabilità (nome tecnico della ‘finanziaria’, ndr) della legislatura. Una finanziaria che è arrivata all’Ars il 22 aprile e che è all’insegna del “congelamento di spesa”.
All’inizio le risorse congelate erano pari a 700 milioni di euro. Nella seduta del 3 maggio un primo emendamento, subito accolto da Sala d’Ercole ha consentito di scongelare 270 milioni di euro. Secondo quanto filtra dall’assessorato all’Economia, 211 milioni potrebbero arrivare già nelle prossime settimane da Roma.
Ma il tentativo del governo regionale è quello di ottenere dallo stato un ulteriore aiuto attraverso il riconoscimento delle mancate entrate a causa della pandemia. Si tratterebbe di 780 milioni di euro, accantonati nel rendiconto 2020 e che la Regione vorrebbe riconosciuti su quanto dovuto dalla Stato a titolo di compartecipazione alla spesa sanitaria.
Ma cosa contiene quindi la Finanziaria? Tante sono le norme stralciate dalla presidenza dell’Ars. Quest’anno più che mai si tratta di un documento tecnico, sono lontani i tempi delle finanziarie monstre e manca anche, a differenza che in altre annate, la misura da titolo: si ricorderà, per fare un esempio, che fra i primi documenti programmatici del governo Musumeci fu lanciata l’idea del ‘Modello Portogallo’ e in un altro, invece, arrivò il potenziamento di ‘Resto al Sud’. C’è a dire il vero, una norma di rafforzamento degli incentivi per le imprese che si insediano nelle Zes ma ci sono soprattutto i tagli ‘potenziali’ legati, come detto, alla spesa congelata. La parola ‘potenziali’ è d’obbligo, perchè la loro inesistenza dipende dall’arrivo delle entrate. Se Roma autorizza le coperture richieste allora la spesa si scongela. Diversamente, quale che sia la metafora utilizzata, la Regione non potrà soddisfare le categorie a cui i capitoli congelati sono rivolti.
Proprio su questo tema, fra l’altro, si è concentrato il dibattito in occasione della discussione generale e probabilmente si addenserà lo scontro parlamentare nei prossimi giorni. L‘assessore al Bilancio, Gaetano Armao, ha annunciato che fra gli emendamenti governativi si prevede l’utilizzo dell’importo complessivo di 220 milioni di euro per “lo sblocco integrale di spesa relativa al Fondo per la disabilità, e per quanto concerne i Teatri e di buona parte di quello relativo ai contributi di parte corrente in favore dei Comuni e dei liberi consorzi”. Le opposizioni però hanno reclamato chiedendo di volere sapere con precisione quali capitoli sarebbero stati riabilitati grazie ai 270 milioni di euro di entrata.
Intanto, così, occorre capire chi rischia di rimanere a bocca asciutta. I capitoli sono numerosi e contenuti nell’allegato 2 della proposta di legge che qui è possibile consultare. Fra le riduzioni più cospicue fra quelle iniziali ci sono 97 milioni ai Comuni per il contributo di parte corrente e 47 milioni per i contributi agli investimenti cui si sommano 40 milioni di contributi ai liberi consorzi. Poi sono previste riduzioni al capitolo per i forestali (49 milioni di euro), Asu (6,6 mln), Lsu (15 mln) ed ex Pip (12 mln). E ancora: riduzioni per i consorzi di bonifica (-18 mln) e per le garanzia occupazionali al personale degli stessi (-4,5 mln), per l’Esa (-3,5 mln), i trasporti aerei di linea (4,1 mln). Taglio di 76 milioni arriva inoltre per il fondo finalizzato a garantire il percorsi di stabilizzazione.
Oltre 68 milioni vengono sottratti al trasporto pubblico locale, 16 milioni di euro al capitolo destinato alla convenzione con la Sas e 26,8 milioni per i servizi di collegamento con le isole minori. Toccata anche la spesa sociale con tagli al fondo per la disabilità ( 66 mln), alle comunità alloggio per i pazienti degli ex ospedali psichiatrici (-5,1 mln), al trasporto degli alunni disabili ( -11 mln), al fondo per le indennità ai talassemici (-3,5 mln), agli istituti di istruzione e formazione professionale afferenti all’obbligo scolastico (-9,7 mln)
Non c’è settore, insomma, che non è esente dalle ‘fredde’ misure draconiane e d’altronde, sempre l’assessore al Bilancio Armao, durante il dibattito d’aula ha dovuto ammettere che la coperta è corta e non potrà che essere sempre più corta. “Per accordo, a causa di una clausola che non era nella nostra proposta, ma ci è stata imposta da Roma, – ha detto Armao rispondendo al dem Lupo – dobbiamo risparmiare ogni anno risorse, quindi da qualche parte devono uscire”.
Fra le altre misure, come detto, c’è poi l’agevolazione per le imprese che si insediano nelle Zes, l’introduzione di un card di 40 euro per incentivare la fruizione dei beni culturali siciliani, una norma si occupa dei diritti di istruttoria dell’autorità di bacino. Un articolo che da solo vale 18 milioni è finalizzato a consentire che il Fondo pensioni utilizzi una parte del suo risultato di amministrazione per eseguire le sentenze sui trattamenti pensionistici dell’Eas, ente acquedotti siciliano.
E ancora, una norma intende consentire la presentazione dei bilanci di liquidazione dell’Espi (bloccati a causa di un contenzioso), un’altra la chiusura dell’ufficio speciale per il recupero dei crediti derivanti dalla Corte dei conti con l’affidamento della competenza all’ufficio speciale per le liquidazioni. L’articolo 1 si occupa infine, di dare attuazione all’accordo fra lo Stato e la Regione occupandosi del monitoraggio della spesa e introducendo un giro di vite sugli enti regionali. Fra le norme una prevede ad esempio che se gli enti non presenteranno in tempi rendiconti e bilanci di previsione gli organi di amministrazione decadranno e dovranno restituire i compensi percepiti durante l’anno in cui arriva la sanzione.
Alle 11.00, la legge inizierà a essere votata. I banchi di prova saranno sicuramente: lo scongelamento della spesa e poi la partita degli emendamenti aggiuntivi. Una partita però che senza entrate potrebbe neanche essere giocata.
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09 Maggio 2022, 06:03