Ars, scacco matto a Miccichè: regge il patto della maggioranza - Live Sicilia

Ars, scacco matto a Miccichè: regge il patto della maggioranza

ll gruppo di Schifani porta a casa la partita ma scoppia il caso Forza Italia.

PALERMO – “Mi si nota di più se vengo e resto in disparte o se non vengo affatto”. La celebre battuta morettiana calza a pennello pensando al grande assente del voto di ieri in aula: Gianfranco Miccichè.  Un convitato di pietra. I dati  salienti emersi nella seduta, direttamente o indirettamente, lo riguardano. 

Il patto della maggioranza sulle presidenze delle Commissioni regge: tutte le caselle del mosaico vanno al loro posto e il meccanismo delle compensazioni, manuale Cencelli alla mano, dà una bella boccata d’ossigeno al governo. 

Miccichè e i suoi restano fuori dal valzer delle presidenze e il gruppo di Schifani porta a casa la partita. Miccichè però può guardare il bicchiere mezzo pieno. In aula scoppia il caso “Forza Italia” che sancisce la rottura definitiva tra i due gruppi: la compagine guidata da Stefano Pellegrino (al secolo Forza Italia 1) cambia denominazione. Il nome di battesimo diventa “Forza Italia all’Ars”. Il coordinatore regionale Miccichè si tiene il nome del partito (un brand che gli vale una sorta di rivincita morale) pur nella consapevolezza di avere al seguito solo tre deputati. 

“Si squaglieranno presto”, commenta piccato un big del centrodestra siciliano a taccuini chiusi. Il partito nazionale, dilaniato tra i pasdaran di Licia Ronzulli e Tajani boys, nel frattempo tace. E Berlusconi? Il presidente Schifani lo ha sentito diverse volte in questi giorni. “La situazione è sotto controllo” trapela dal quartiere generale del presidente: il contenuto delle conversazioni resta top secret ma speranza è che il gruppo responsabilmente ritorni all’interno del recinto della maggioranza sotto l’ala del presidente. In realtà almeno stando alle dichiarazioni ufficiali il gruppo capitanato da Michele Mancuso non è collocato all’opposizione. “La legittimità del gruppo che rappresento in qualità di Capogruppo è garantita già dalla conservazione del nome originario, di cui saremo i custodi ufficiali. Non ci sentiamo fuori dalla maggioranza ma saremo un gruppo che da oggi farà gli esclusivi interessi dei siciliani, i quali chiedono concretezza. In questo non faremo sconti a nessuno perché dopo due mesi dalle elezioni, i cittadini meritano risposte. Lo faremo con serietà e coerenza, svolgendo il ruolo di vigili sentinelle”, dice Mancuso a margine del voto.

Nel frattempo però ci sarà da monitorare costantemente il pallottoliere. I numeri della maggioranza (doc) nelle varie commissioni restano risicati. Il rapporto è di sette a sei e questo vuol dire che i potenziali guastafeste potranno avere margine di manovra. Un ragionamento che qualcuno fa sottovoce mentre tutti gongolano (soprattutto i leghisti di Luca Sammartino che eleggono alla presidenza della commissione sanità Pippo Laccoto con una maggioranza bulgara: dieci voti su undici)

Incassato il successo d’aula, il presidente Renato Schifani è volato a Roma per una partita ben più importante. Oggi incontrerà il Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti per ottenere aiuti economi per provare a varare la manovra economica finanziaria. E’ infatti in corso una trattativa con il Mef per la chiusura di un pre-contenzioso che vede la Regione creditrice di circa 600 milioni per il mancato incasso di accise relative alla sanità. L’obiettivo dichiarato è portare a casa il risultato. 


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