10 Novembre 2022, 11:54
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PALERMO – A Sala d’Ercole si apre la prima seduta d’aula della diciottesima legislatura: il paternese Gaetano Galvagno è il nuovo presidente dell’Ars. Il deputato meloniano la spunta con 43 preferenze alla seconda votazione in aula. Un esito destinata a fare discutere. Pallottoliere alla mano il soccorso alla maggioranza sarebbe arrivato dal truppe di Cateno De Luca. Eloquenti i comunicati stampa che arrivano a stretto giro da dem e M5S. “Tanti auguri al neo presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, il più giovane della storia del Parlamento più antico d’Europa. Ma non possiamo non notare come l’elezione di oggi è arrivata grazie al soccorso messinese mentre a sala d’Ercole la maggioranza di centrodestra è naufragata alla prima prova d’aula”. Lo dichiara il deputato regionale e segretario dei Dem siciliani, Anthony Barbagallo, dopo l’elezione del neo presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno.
“La prossima settimana nel corso delle votazioni dell’ufficio di presidenza – prosegue Barbagallo – i siciliani vedranno pure il prezzo della compravendita: la vice presidenza dell’Ars con cui la maggioranza ricambierà il favore. È una vergogna che tradisce il voto dei siciliani – conclude – che hanno votato Cateno De Luca in opposizione del centrodestra e invece da oggi lo trovano fedele alleato”. “Anche se Gaetano Galvagno non ha avuto i voti del M5S, che ha votato compatto scheda bianca, auguriamo al nuovo presidente dell’Assemblea regionale siciliana buon lavoro, nella speranza che la nuova legislatura del Parlamento più antico del mondo sia proficua e diretta nell’esclusivo interesse dei siciliani”, dice il coordinatore regionale del M5S, Nuccio Di Paola.
Ore 12:08 iniziano le votazioni
Ore 12:30 Votano soltanto 34 deputati, la votazione non è valida e si procederà alla seconda votazione.
Ore 13:05 Al via la seconda votazione. Per eleggere il presidente dell’Ars adesso servono 36 voti. L’onorevole Cateno De Luca, che insieme ai suoi si era astenuto alla prima votazione, ha annunciato ai cronisti che alla seconda voterà scheda bianca. Tuttavia a Palazzo si mormora che l’ex indaco di Messina potrebbe sparigliare le carte e votare con i suoi nel segreto dell’urna per il candidato di Fratelli d’Italia, Gaetano Galvagno. I deputati del Pd, trapela da fonti di Palazzo, scriveranno il proprio nome sulle schede. I pentastellati, invece, voteranno scheda bianca.
Ore 13:44 inizia lo spoglio.
ore 13: 50 Galvagno ottiene 36 voti e viene eletto presidente dell’Ars: applausi in aula. Lo spoglio riprende.
Ore 14:00 termina lo spoglio: Galvagno è eletto e ottiene 43 voti. Un voto a testa per gli undici deputati del Pd, 11 schede bianche. Una preferenza per l’azzurro Pippo Gennuso, quattro per il meloniano Giorgio Assenza.
Ore 14:10 Galvagno pronuncia in aula il suo discorso ringraziando Ignazio La Russa e Giorgia Meloni.
Ore 14:23 Aula sospesa per pochi minuti. n
Ore 14:37 L’aula si riunirà mercoledì 16 alle 11 quando giureranno gli assessori e si procura al voto dei vice presidenti.
Tra i corridoi di Palazzo si respira un’aria frizzante complici le polemiche della vigilia tutte interne alla maggioranza. Le dichiarazioni bellicose rilasciate a Repubblica da Gianfranco Miccichè (sono fuori alla maggioranza lasciano intendere che la partita odierna non è così scontata. “Mi hanno tenuto fuori dalla maggioranza. È ovvio che personalmente mi ritengo libero di votare, oggi e in futuro, secondo la mia coscienza e non secondo le appartenenze”, ha detto il coordinatore Miccichè accendendo una miccia destinata ad avere ripercussioni nelle votazioni per il nuovo presidente dell’Ars. Schifani percorre il corridoio, al suo fianco Marco Falcone, assessore all’economia in pectore prima di fare il suo ingresso in aula dopo un breve incontro con Gianfranco Miccichè, nella sala della Preghiera a pochi minuti dall’inizio della seduta d’insediamento. Davanti ai cronisti, Miccichè ha detto: “Incontro dovuto”. E ha aggiunto ironico guardando Schifani: “Diciamo ai giornalisti che non abbiamo nessun accordo”. La seduta inizia, a presiederla è l’onorevole leghista Pippo Laccoto. Nell’ufficio di Presidenza provvisorio anche i deputati-segretari più giovani, Ismaele La Vardera e Calogero Leanza. Si procede con l’appello, i deputati giurano. L’aula si ferma prima del voto del nuovo presidente. Che cosa accadrà alla prima votazione? Unica certezza, dichiarata davanti ai cronisti dal segretario del PD Anthony Barbagallo è che il gruppo dem non rItirerà la scheda alla prima votazione. “Riteniamo sia una questione interna alla maggioranza con la quale si devono misurare”. Non manca un fuori programma del coordinatore azzurro Gianfranco Miccichè che abbracciando Gaetano Galvagno a margine della seduta ha detto ai cronisti. “Lui è un mio vero amico, ma alle prime due votazioni non lo voterò, se alla terza gli servirà il mio voto glielo darò”. Infine ai giornalisti che gli hanno chiesto a quale votazione secondo lui si eleggerà il presidente, Micciché ha risposto: “Se ad essere incazzato sono solo io si eleggerà alla seconda, altrimenti alla terza”.
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10 Novembre 2022, 11:54