25 Giugno 2014, 16:43
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PALERMO – Palermo come Roma, la Sicilia come il resto del Paese. Anche i burocrati dell’Assemblea regionale, dal primo agosto, avranno un tetto ai loro stipendi. Il consiglio di presidenza di Palazzo dei Normanni lo ha fissato oggi a 240.000 euro l’anno lordi omnicomprensivi.
La decisione è arrivata dopo settimane di trattative sindacali con gli stessi burocrati, ma oggi, in realtà, nessuno di loro si sarebbe aspettato una decisione in questo senso. Non perché contrari ai tagli, ma perché qualsiasi modifica ai contratti – spiegano alcuni di loro – deve avvenire per legge con l’accordo tra le parti. E la delibera di oggi, i funzionari, non la riconoscono. Qualcuno spiega, infatti, che la trattativa in realtà non si era ancora conclusa, e che la decisione di chiudere oggi con la vicenda del contenimento dei costi del personale dirigenziale dell’Ars l’avrebbe presa il consiglio in modo autonomo e unilaterale. Non è così secondo fonti del consiglio di presidenza: “Quello approvato oggi – dice uno dei deputati che hanno partecipato alla riunione – è solo un atto di indirizzo”.
Il deputato Questore Paolo Ruggirello, nel frattempo, avrebbe ricevuto il mandato di definire meglio gli aspetti tecnici della delibera con il sindacato dei funzionari, ma loro non ci stanno, e annunciano che non si presenteranno più al tavolo della trattativa. I deputati del consiglio di presidenza, intanto, spiegano che il “nodo” sarebbe stato quello dell’aggiunta del termine “omnicomprensivo” alla cifra che pone il limite alla retribuzione annua dei dirigenti. I funzionari, insomma sarebbero stati favorevoli ad una soluzione che non intaccasse i loro bonus. Proprio su questo Ruggirello avrebbe ricevuto il mandato di trattare: porta aperta, insomma, a una parte delle indennità per capi ufficio e alti dirigenti.
Ma il presidente Giovanni Ardizzone è deciso: “La posizione assunta oggi è inderogabile”. E lo chiarisce anche una nota della presidenza dell’Assemblea: “Nel rispetto della Costituzione italiana e dello Statuto siciliano, il consiglio di presidenza ha deliberato in 240 mila euro ominicomprensivi l’anno il tetto massimo delle retribuzioni dei dirigenti del parlamento siciliano, parametro previsto dal decreto Renzi. Pur consapevoli che si sarebbe potuto fissare un tetto più alto, così come la stessa normativa nazionale consente per gli organi di rilevanza costituzionale, quale l’Ars, – spiega il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone – si è ritenuto opportuno concorrere alla riduzione della spesa pubblica”.
Nessuna presa di posizione rispetto alla retribuzione del segretario generale. Al momento, quella del grand commis di Palazzo dei Normanni è la busta paga più alta, calcolata addirittura in base ad un tabellare differente. Ma Sebastiano Di Bella andrà in pensione il primo agosto, data a partire dalla quale la delibera entrerà in vigore. E da allora – dice qualche deputato – la figura del segretario generale sarà totalmente rivista ed equiparata a quella di un alto dirigente. Da agosto, insomma, il tetto dovrebbe valere anche per il vertice della burocrazia di Palazzo.
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25 Giugno 2014, 16:43