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Sono otto i film che verranno proiettati nei cinema a partire da oggi, giovedì 21 febbraio 2013. Partiamo, come sempre, da quelli di genere drammatico e da "Captive", un film della durata di 120 min. diretto da Brillante Mendoza e interpretato da Isabelle Huppert. La bella Keyra Knightley e Jude Law sono i protagonisti di "Anna Karenina", film della durata di 130 min. diretto da Joe Wright. Oppure, sempre per il genere drammatico, c'è "The Sessions - Gli incontri", della durata di 97 min. diretto da Ben Lewin e interpretato da John Hawkes ed Helen Hunt. I più romantici potrebbero optare per "Beautiful Creatures - La sedicesima luna", film della durata di 124 min. diretto da Richard LaGravenese e interpretato da Alden Ehrenreich, Alice Englert, Jeremy Irons, Viola Davis, Emmy Rossum, Thomas Mann ed Emma Thompson. Per gli amanti della commedia c'è il film "Gambit" della durata di 89 min. diretto da Michael Hoffman e interpretato da Colin Firth, Alan Rickman e Cameron Diaz. Per gli appassionati del poliziesco e dell'azione consigliamo "Gangster Squad" un film della durata di 113 min. diretto da Ruben Fleischer e interpretato da Sean Penn, Josh Brolin, Nick Nolte ed Emma Stone. Per i più piccini c'è il film d'animazione "Pinocchio", dal regista de "La Gabbianella e il gatto" Enzo D'Alò, interpretato da Robert Naylor e con le musiche di Lucio Dalla. Chiudiamo la rassegna con il documentario "The summit" di Franco Fracassi e Massimo Lauria, incentrato sui fatti accaduti durante il G8 di Genova.


C’è chi la chiama Great Pacific Garbage Patch, chi Pacific Trash Vortex, chi la definisce il settimo continente. Si tratta di un’isola, un’isola di plastica. Si trova nel bel mezzo del Pacifico ed è considerata uno tra i peggiori disastri ambientali della storia. Fu scoperta nel 1997 dal velista americano Charles Moore, mentre solcava le onde del Pacifico tra Giappone e Hawaai. Gli studiosi delle correnti oceaniche ne avevano già previsto la crescita nei primi anni ’90 ma ora l’ipotesi è diventata realtà.

Secondo GreenPeace, dei circa 100 miliardi di chilogrammi di plastica prodotti ogni anno, il 10 per cento finisce in mare. Di questo un quinto giunge dale imbarcazioni, il resto arriva dalla terra ferma. Ogni giorno, infatti, tra le coste del Giappone e quelle degli Stati Uniti le navi scaricano tonnellate di plastica. Le correnti oceaniche le trascinano poi fino al centro del Pacifico.

L’isola si estende al momento su circa 700mila chilometri quadrati, ma potrebbe addirittura arrivare a coprire 15 milioni di chilometri, una superficie pari quasi al doppio di quella degli Stati Uniti. Ormai affermatasi come la più grande discarica del pianeta, per la maggior parte della sua estensione non è visibile né da satelliti né dalle navi, Per capirne realmente la grandezza è necessario navigarci in mezzo.

Da sacchetti di plastica a bottiglie, da borse a palloni da calcio, l’isola di plastica convoglia in sé tutta la spazzatura del Pacifico. Secondo gli esperti l’isola raccoglierebbe anche “reperti” degli anni ’50. La plastica, non essendo del tutto biodegradabile, pur disintegrandosi in piccolissimi pezzi, non viene mai eliminata completamente. Ecco, così, che I polimeri che la compongono finiscono per essere scambiati per plancton dalla fauna marina.

La plastica non si biodegrada ma si foto-degrada e si scompone in piccole particelle tossiche. Per oltre 260 specie marine la dieta alimentare è proprio a base di petrolio e derivati. E non è raro trovare residui di plastica negli stomaci di tartarughe, balene, delfini e foche. E’ poi ovvio che le sostanze tossiche giungeranno fino all’uomo che si nutre di pesce. Tra i danni che la plastica può provocare nell’organismo ci sono alcuni tipi di cancro, disturbi cardiaci, obesità, diabete e autismo. E se i più positivi ipotizzano di poter costruire sull’isola di plastica una superficie su cui abitare, intervenire per la bonifica del territorio sarebbe il primo passo da compiere.