03 Settembre 2013, 17:40
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CATANIA – La riserva ancora non è stata sciolta, ma sono già evidenti i segni del piano di rientro predisposto dalla giunta Stancanelli e approvato dal Consiglio comunale lo scorso mese di febbraio. La prima, evidente, conseguenza di quanto predisposto dal Piano di riequilibrio decennale che dovrebbe permettere al Comune di Catania di spalmare l’ingente mole di debiti nei prossimi 10 anni è infatti la chiusura degli asili nido. Tutti. Si tratta di 15 strutture di eccellenza che riaschiano di non aprire per quest’anno e per i prossimi.
Il tutto, senza che i circa 130 dipendenti, per non parlare del personale esterno che si occupa dei servizi di pulizia, ne sapessero nulla, così come i sindacati che ieri hanno infatti mandato una nota denunciando l’assenza di un progetto e oggi hanno appoggiato la protesta – denuncia di una decina di operatrici che si sono date appuntamento di fronte Palazzo dei Chierici per chiedere risposte certe. “Ci avevano detto dai Servizi Sociali che avremmo saputo qualcosa entro la settimana – spiegano Carlo Passarello e Tommqaso D’Amico della UIL FLP – ma a oggi non sappiamo ancora nulla di quale sarà il futuro non solo dei dipendenti, ma del servizio fondamentale che gli asili nido garantiscono”.
Si dicono allarmati e addolorati, i rappresentanti della Uil, ma sono le lavoratrici a definirsi arrabbiate. “L’ex sindaco Stancanelli – afferma Graza Catania, una delle educatrici – ci aveva garantito che, con il passaggio ai Servizi Sociali (precedentemente gli asili ricadevano sotto la Direzione Pubblica Amministrazione) le strutture non avrebbero chiuso, mentre oggi ci troviamo ad aver preso servizio senza che gli asili siano aperti. Abbiamo ricevuto una comunicazione lo scorso venerdì – prosegue – in cui venivamo invitati a presentarci ai nidi e, subito dopo, sempre venerdì, un’altra comunicazione che ci invitava, invece, a presentarci ai Servizi sociali, dove il dirigente Persico ci ha allargato le braccia”.
Nell’attesa di sapere quale sarà la loro mansione, le educatrici sono state iscritte a un corso comunale, ma rimane forte la preoccupazione che le importanti strutture comunali non possano aprire per assenza di fondi. Una possibilità che l’assessore al ramo, Fiorentino Trojano sembra voler a tutti i costi scongiurare, ma che allarma sindacati e politici. “L’amministrazione Bianco ha ereditato una situazione pesantissima anche sul fronte dei servizi sociali, ma è necessario che risolva al più presto la questione degli asili nido che a Catania non possono chiudere – sottolineano i rappresentanti della Cgil etnea. C’è in ballo un servizio fondamentale per la cittadinanza catanese e il destino lavorativo di 98 dipendenti di ben tre cooperative storiche”.
Va inoltre, sottolineato che circa 130 educatori dipendenti comunali operano, con grande professionalità, negli asili comunali; con la chiusura questi lavoratori rischierebbero la mobilità. “Cgil e Funzione pubblica – proseguono – proprio perché consapevoli della difficoltà del caso, segnalano all’amministrazione comunale la possibilità di sfruttare alcuni strumenti messi a disposizione dall’Unione Europea”. Per il sindacato, il risanamento del bilancio comunale non può prescindere dalla tutela delle fasce più deboli della società, prima tra tutti i bambini e gli anziani e dei lavoratori sia pubblici che privati che operano a garanzia dei diritti di cittadinanza e dei servizi a questi collegati.
Al coro di commenti si aggiunge anche quello del consigliere comunale Nicolò Notarbartolo che, in una nota, sottolinea la necessità di salvare un servizio fondamentale per centinaia di famiglie. “Sappiamo delle gravissime difficoltà economiche tuttora esistenti a Palazzo degli Elefanti – afferma Notarbartolo – ma crediamo sia di vitale importanza che l’amministrazione comunale sfrutti ogni possibilità e si attivi in tutte le direzioni per evitare il rischio che gli asili nido comunali possano chiudere. E’ necessario, al contrario, che la Giunta si attivi per potenziare un servizio essenziale che vede la nostra città ancora troppo indietro rispetto all’obiettivo nazionale di posti nei nidi pubblici, fissato al 12 per cento del totale della popolazione sotto i tre anni: a Catania siamo fermi al 3 per cento contro una media nazionale pari al doppio. Occorre cambiare rotta al più presto. Gli asili nido comunali sono stati finora, e devono continuare ad esserlo, un vero fiore all’occhiello dei servizi sociali della nostra città – conclude l’esponente democratico – per questo chiediamo alla Giunta Bianco di fare il possibile per scongiurare l’ipotesi di una loro chiusura e cercare le risorse per rilanciare questo servizio, evitando gli errori degli anni passati quando ad esempio non sono stati sfruttati adeguatamente dal distretto socio-sanitario di Catania i fondi messi a disposizione dal decreto Barca”.
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03 Settembre 2013, 17:40