Asili nido, Cbc e Cobas: |"Paventati 50 licenziamenti" - Live Sicilia

Asili nido, Cbc e Cobas: |”Paventati 50 licenziamenti”

Cobas e Catania Bene Comune considerano inaccettabile e gravissima la scelta dell'amministrazione.

l'incontro con villari
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CATANIA – Questa mattina, 9 gennaio 2015, presso l’assessorato ai servizi sociali del Comune di Catania si è svolto l’incontro tra l’amministrazione comunale e le sigle sindacali, alla presenza dell’Assessore, Angelo Villari, del Direttore dei servizi sociali Corrado Persico, della responsabile Asili Nido Grazia Scalia e dell’ex Assessore ai servizi sociali Fiorentino Trojano, presente anche in qualità di consulente dell’Assessore Regionale alle politiche sociali Bruno Caruso.

Durante l’incontro l’Assessore Villari ha comunicato la disponibilità al confronto dell’amministrazione comunale con le forze sociali sul tema degli asili nido ma purtroppo nessun passo avanti è stato fatto nella direzione dell’annullamento del bando di gara emanato dal Comune, la cui scadenza è stata fatta slittare di due settimane, che prevede il dimezzamento del numero di bambini che potranno frequentare gli asili e il licenziamento di parte del personale ausiliario.

L’amministrazione comunale ha fornito, durante il tavolo, i numeri ufficiali. Saranno almeno 50 le lavoratrici ausiliarie che verranno licenziate dal 1 febbraio 2015 se non si bloccherà il bando e non si rivedrà il servizio asili nido. Solo 39 lavoratrici ausiliarie, secondo l’amministrazione, dovrebbero prestare servizio negli 11 asili nido comunali rimasti aperti, a fronte delle 90 attualmente occupate, e le strutture dovrebbero accogliere un numero massimo di soli 360 bambini.

Cobas e Catania Bene Comune considerano inaccettabile e gravissima la scelta dell’amministrazione comunale di ridurre il servizio e di licenziare 50 lavoratrici. In un momento di grave crisi economica e di drammatico disagio sociale appare sconvolgente che sia proprio l’amministrazione comunale a determinare licenziamenti e a generare un tale disastro dal punto di vista occupazionale. Se a questo si somma il fatto che contemporaneamente viene dimezzato un servizio come l’asilo nido, fondamentale per incentivare l’occupazione, appare evidente l’urgenza con la quale bisogna intervenire perché si salvino il servizio e i posti di lavoro.

 

 

A Catania solo al 3,2 % dei bambini da 0 a 3 anni è consentito l’accesso negli asili nido pubblici, un dato anch’esso inaccettabile per una città che vuole dirsi civile. La media nazionale è superiore al 12% e l’impegno che era stato assunto dall’Italia in sede europea era il raggiungimento del 33% entro il 2010. L’offerta degli asili nido comunali nella città di Catania va ampliata, va previsto un aumento considerevole dei posti disponibili, va prevista una riduzione delle rette ed è indispensabile l’attivazione di ogni canale amministrativo e politico affinché le risorse necessarie affinché ciò avvenga vengano reperite.

 

 

È necessario e improrogabile il coinvolgimento della Prefettura nella soluzione di una vicenda che, al pari delle vertenze che hanno interessato l’Etna Valley e la microelettronica, merita un’attenzione istituzionale di alto profilo. È necessario che l’amministrazione comunale e la Regione si adoperino per reperire le risorse necessarie alla salvaguardia del servizio asili nido e dei posti di lavoro. Proprio in queste ore la Regione Lazio sta stanziando 54 milioni e mezzo di euro per l’apertura di nuovi asili nido, basterebbero poche centinaia di migliaia di euro per salvare il servizio a Catania.

 

 

Cobas, Catania Bene Comune e le lavoratrici degli asili nido si riuniranno lunedì 12 gennaio per programmare le prossime azioni di lotta.


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