08 Gennaio 2014, 09:53
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CATANIA – La gioia dell’amministrazione comunale per l’inaugurazione dei nuovi servizi all’infanzia è assolutamente ingiustificabile. Gli asili nido, anche se il consiglio comunale su pressione della protesta di genitori e lavoratori ha migliorato le tariffe rendendole un po’ più graduali, riapriranno con rette molto più alte dell’anno scorso: un nucleo familiare con un reddito fino a 6198 euro e che fino all’anno scorso aveva l’accesso gratuito per il tempo corto e pagava 24 euro per il tempo pieno, sarà costretto a pagare, ammesso che rientri nei limitati posti disponibili per le fasce svantaggiate, 55 euro al mese per il tempo corto e 145 euro per il tempo pieno.
Inoltre l’amministrazione Bianco ha avviato la progressiva esternalizzazione totale del servizio che, nel giro di qualche anno, sarà affidato integralmente a privati. Come se non bastasse Giunta e Consiglio comunale non hanno ancora destinato neanche un euro alla copertura di quel capitolo di bilancio che dovrebbe consentire l’accesso gratuito agli asili nido dei bambini provenienti dai nuclei familiari meno abbienti. Infine la riforma degli asili rischia di lasciare senza lavoro decine di lavoratrici ausiliarie.
Inoltre, l’idea dell’amministrazione di compensare l’esclusione delle famiglie senza reddito dagli asili nido attraverso la creazione di strutture quali gli “asili di caseggiato” risulta classista, volgare e umiliante per l’intera città. Tali strutture sono interamente private, sono riservate solo ai bambini indicati dai servizi sociali, rimangono aperte solo 5 ore al giorno, non possono fornire pasti ai bambini e prevedono la compresenza di “mamme-sitter”. Il servizio degli asili di caseggiato sarà alternativo agli asili nido e produrrà una ghettizzazione dei bambini segnalati dai servizi sociali che invece di essere integrati negli asili comunali saranno segregati in strutture alternative.
Un Comune dovrebbe invece lavorare all’inclusione e all’integrazione nonché allo smantellamento delle barriere economiche, culturali e sociali che ostacolano la crescita del bambino. Un sistema di asili nido carissimo e un sistema di asili di serie C gratuito e dequalificato, come delineato dall’amministrazione comunale, crea di fatto una separazione tra figli di ricchi e figli di poveri che appare gravissima, intollerabile e che riporta Catania indietro di 70 anni.
Nel complesso le misure presentate dalla Giunta Bianco appaiono insufficienti e non rispondono alle esigenze della città, delle famiglie e dei bambini che la vivono. Schizofreniche appaiono invece le critiche che la Giunta rivolge al piano di riequilibrio finanziario presentato dalla precedente amministrazione. Non si comprende infatti come la Giunta possa accusare un piano economico che essa stessa ha adottato e che ha rifiutato di modificare, così come non sono spiegabili le accuse rivolte alla precedente amministrazione data la presenza nell’attuale maggioranza del 60% di consiglieri provenienti da partiti che avevano non solo sostenuto la Giunta Stancanelli ma pure votato il piano di riequilibrio.
La città è stanca di essere presa in giro e stufa di dover continuamente assistere a conferenze stampa e incontri pubblici della Giunta che cominciano ad assomigliare a squallide televendite. I toni trionfalistici, degni di una svendita di materassi, avuti dall’amministrazione comunale si infrangono contro la realtà che vive la città e che vivono migliaia di famiglie strozzate dalla crisi e private dei più elementari diritti e servizi. I servizi all’infanzia sono una cosa seria e non meritano di essere strumentalizzati ai fini della propaganda, Bianco abbandoni il ruolo di regista di spot pubblicitari e inizi a fare il Sindaco.
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08 Gennaio 2014, 09:53