24 Maggio 2012, 20:09
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Peggio che un conclave. L’assemblea del Pd siciliano, prevista per domenica prossima all’Hotel San Paolo di Palermo, sarà blindatissima. Nessuna possibilità, almeno stando alle informazioni diffuse dagli stessi esponenti democratici, di assistere a quella che potrebbe rivelarsi una vera e propria “resa dei conti”. Addirittura, il documento interno diffuso dal partito, parla di strette procedure di accreditamento per gli stessi componenti dell’assemblea.
Ma qualcuno già non ha gradito le “porte chiuse”. Su twitter, infatti, rimbalzano le lamentele dell’inviato di Radio Radicale Sergio Scandura, al quale sarebbe stata comunicata l’impossibilità di trasmettere in diretta gli interventi dell’assemblea. “Il no a diretta RadioRadicale assemblea Pd Sicilia xchè a PORTE CHIUSE – scrive Scandura – è ipocrita (hanno poi stampa cameriera selezionata ad hoc che entra)”. Ora al di là della sempre scivolosa distinzione tra stampa cameriera e stampa d’assalto, la questione fa discutere. Perché vietare ai giornalisti, qualunque sia la loro “indole”, di svolgere il proprio compito, che ha un interesse essenzialmente pubblico, cioè quello di “raccontare”? Perché impedire la partecipazione a un’assemblea molto diversa da un “vertice” o da una riunione carbonara, visto che saranno presenti ben 300 delegati?
Probabilmente le motivazioni affondano a qualche mese addietro, quando in un’altra assemblea del Pd al Jolly Hotel, aperta, stavolta, ai cronisti, alcuni dei massimi esponenti del partito rischiarono persino di arrivare alle mani. E se Mirello Crisafulli e Giuseppe Arnone, in quell’occasione, furono divisi da altri colleghi, anche per “non dare ai giornalisti una pessima immagine del Pd”, quello che ci chiediamo oggi è: chi fermerà i deputati “contro”, senza la dissuasiva presenza dei cronisti in sala?
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24 Maggio 2012, 20:09