Assemblea Nato, Boldrini |ricorda la strage di Lampedusa

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02 Ottobre 2014, 07:13

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CATANIA. 16:00 Continuano gli interventi della terza sessione incentrata sui flussi migratori transnazionali. La Presidente della Camera inizia il suo intervento accorato ricordando la strage del 3 ottobre dello scorso anno a Lampedusa. Un evento tragico che ha fatto da “spartiacque” rispetto alla nuova fase legata all’operazione “Mare Nostrum”. “Dobbiamo ringraziare gli sforzi che stanno facendo i corpi dello Stato italiano, rendono onore al nostro Paese”, ha detto Boldrini elogiando anche la Sicilia: “Una terra che fa la propria parte nonostante le ristrettezze economiche”. Il problema delle morti (“una guerra tra le persone e il mare”), però, rimane e sono tantissime le persone in fuga (“soprattutto rifugiati”). La Presidente si chiede: “Chi risponderà di tutte queste morti?”. E indica la strada maestra per il nostro Paese. “La prospettiva italiana è di farsi carico delle proprie responsabilità e non voltarsi dall’altra parte. Ma, mi sento di chiedere: Qual è la prospettiva europea?”. Boldrini invoca uno sforzo ”congiunto e corale” di tutti i paesi dell’Unione.

Ore 15.15: Riprendono i lavori dell’assemblea. Assente per motivi istituzionali il Ministro Angelino Alfano

12:50 “La risposta militare deve legarsi a quella politica e culturale”, ha aggiunto Minniti

Ore 12.45: Il Sottosegretario di Stato per la Sicurezza Marco Minniti interviene su Isis. ” Abbiamo davanti una minaccia terribile e senza precedenti”. Un esercito potenzialmente capace di “allargare le zone del terrore” anche per via di un tipo di organizzazione non tradizionale e non paragonabile ai gruppi combattuti nel passato. “Serve un intervento militare”, aggiunge.

Ore12:20: Si apre la sessione su “Evoluzione de movimento jihadista nella regione MENA (Medio Oriente e Nord Africa).

Ore 12: Procede serrato il dibattito sul consolidamento dello Stato libico. A margine del seminario Andrea Manciulli, Capo della delegazione Italiana presso l’Assemblea Parlamentare della Nato, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai cronisti. “Tenere il seminario in Italia è una scelta politica. La nostra nazione ci tiene molto che la Nato sposti lo sguardo sulla crisi del Mediterraneo”. “Manca una strategia complessiva per fronteggiare terrorismo e crisi”, ha proseguito Manciulli. “Bisogna analizzare tutti gli aspetti e capire le cause dei fenomeni. C’è un legame indissolubile tra i flussi migratori dalla Libia e dal nord Africa e l’insicurezza: le bande armate che destabilizzano il paese sono le stesse che organizzano il traffico degli esseri umani”. Affermazioni queste che rafforzano la coesione della linea del governo Renzi. Un maggiore impegno all’Europa rispetto alla gestione degli sbarchi è stato richiesto anche dal sindaco democratico Enzo Bianco.

Al via l’assemblea parlamentare della Nato. Puntuale rispetto alla tabella di marcia, il sindaco Enzo Bianco ha accolto i delegati a Palazzo degli Elefanti e aprendo la sessione dei lavori. Dopo un excursus storico e letterario (da Goethe a Bufalino) sui fasti etnei e siciliani, il primo cittadino arriva alla conclusione che gli sta più a cuore: “La nostra appartenenza all’Unione Europea e alla Nato è nel nostro codice genetico”. Poi è la volta dei drammi, seri e autentici, che attanagliano il mediterraneo: “Il dramma dei migranti sospinti sulle nostre coste dalla disperazione”. Bianco ripercorre le tappe dei fenomeni migratori, elogia l’operazione Mare Nostrum e pone l’accento sulla disponibilità che la comunità etnea ha dimostrato in termini di accoglienza. Anche la Nato deve fare la sua parte analizzando soprattutto le cause dei fenomeni migratori e partecipando ai soccorsi umanitari. “La Nato non è solo un’alleanza militare – ha detto Bianco – e i drammi sociali hanno sempre ricadute sulla sicurezza”. Il padrone di casa invita a non fare un passo indietro nella lotta al terrorismo. Ma accanto alla risposta militare servono “la politica e la cultura”.

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“L’odio è sempre preceduto e accompagnato dall’ignoranza, dai pregiudizi”, bisogna insegnare ai giovani a cogliere le opportunità di contaminazione per conoscere l’altro e scoprire le affinità come accadde mille anni fa sotto “Ruggero II” quando “le migliori menti di oriente e occidente” discutevano del mondo. Il sindaco, infine, ha invitato i parlamentari a tornare per un nuovo summit nei prossimi anni in una città “che non è ancora come vorrei e come merita”. Un modo per registrare un cambiamento che il primo cittadino si augura. Poi è stata la volta del Presidente del Senato, Pietro Grasso che ha proseguito analizzando la fase geopolitica dei paesi del Mediterraneo. Un’analisi realista che individua “l’esaurirsi della stagione della primavera araba”, numerosi conflitti, traffici d’armi e persone e un aumento esponenziale dei flussi migratori. Due le risposte individuate da Grasso: “Le parole chiave devono essere solidarietà e responsabilità”. Il metodo: lavorare per unire perché “ogni approccio egoistico di carattere nazionale è destinato a fallire”. “L’Alleanza Atlantica, l’Europa, i paesi più solidi della sponda sud hanno il dovere di dare vita insieme a un processo politico strategico di medio e lungo termine finalizzato non soltanto a promuovere la sicurezza in senso territoriale, attraverso strumenti militari, ma ancora di più a determinare il consolidamento delle istituzioni, l’inclusione politica e il mutuo riconoscimento degli attori statuali, lo sviluppo economico, lo scambio culturale, la pacifica convivenza dei credi religiosi e delle identità tribali”. Il terzo intervento introduttivo è affidato alla futura Lady Pesc Federica Mogherini. La Ministra ha invitato la platea ad utilizzare “nuove categorie” per capire nuove realtà. Serve soprattutto “una visione strategica”. Nel caso dei flussi migratori, in netto aumento, vanno registrate una serie di novità: sono soprattutto rifugiati ad attraversare la Libia. Il nodo centrale, dunque, riguarda l’esecutivo politico del paese (uno dei temi che l’assemblea affronterà oggi). “In assenza di un governo stabile, non si possono gestire i flussi”. Un intervento che non ottemperi tale necessità è da paragonare a chi vorrebbe “svuotare il mare con un cucchiaio”: “Mare Nostrum non basta se non affrontiamo il problema politico alla radice”, ha proseguito Mogherini prima di avviare la fase di dibattito.

LA CRONACA DEI PREPARATIVI.

Aggiornamento 9.30. Il Presidente del Senato Pietro Grasso è arrivato accompagnato dal sindaco Enzo Bianco.

La città ospita l’assemblea della Nato e i big della politica nazionale. Strade chiuse al traffico, elicotteri che sorvolano i tetti del centro storico, edifici istituzionali chiusi. Così Catania si blinda in attesa dell’assemblea parlamentare della Nato a Palazzo degli Elefanti. Una due giorni, quella del seminario del Gruppo Speciale Mediterraneo e Medio Oriente, che porta in città più di cento parlamentari delle delegazioni della Nato e numerosi rappresentanti dei Governi dei Paesi Mediterranei. Tra gli ospiti anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, il presidente del Senato, Pietro Grasso, i ministri Angelino Alfano, Federica Mogherini, Roberta Pinotti e il presidente della Delegazione italiana all’Assemblea Parlamentare Nato, Andrea Manciulli.

Un appuntamento per fare il punto sui problemi dell’immigrazione trans-mediterranea e sugli sviluppi delle varie crisi, recenti e non, che caratterizzano una delle zone più calde del pianeta: il Medioriente. Dal consolidamento dello stato Libico alla crisi siriana, passando per l’evoluzione del movimento jihadista e dell’annoso conflitto israelo-palestinese: una scaletta impegnativa per affrontare questioni internazionali decisive sulla scacchiera globale. A fare gli onori di casa ci sarà il sindaco Enzo Bianco, intento da settimane ad allestire questa “vetrina” per la città.

Diverso il clima fuori “dal palazzo”. Ci saranno, infatti, momenti di protesta contro quella che viene definita una “inutile passerella per giustificare le micidiali politiche razziste e di guerra della Nato e della fortezza Europa”. Sono previsti per questa mattina alle dieci una conferenza stampa e un presidio ai quattro canti per accendere i riflettori su una lettura alternativa dell’operato della Nato e dell’Europa in termini di politiche migratorie e belliche. I promotori delle iniziative di protesta, che culmineranno domani pomeriggio con il corteo con partenza dalla Villa Bellini, sono la Rete Antirazzista Catanese, il Comitato NoMuos/NoSigonella, i Cobas della Scuola, Officina Rebelde, La Città Felice, l’Unione degli Studenti, la Lila, Catania Bene Comune, Rifondazione Comunista, Giovane Rivoluzione, Azione Civile, l’ Anpi e L’Altra Europa Catania. La giornata di domani, dentro e fuori il palazzo, avrà un sapore particolare: il tre ottobre di un anno fa nelle acque di Lampedusa morivano trecento-sessantotto migranti in seguito al naufragio di un barcone in fiamme.

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02 Ottobre 2014, 07:13

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