10 Maggio 2015, 06:15
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PALERMO – Si chiama Rap, Risorse Ambiente Palermo, o come preferisce dire il sindaco “Ricominciamo A Pulire”: è la società che dal 2013 ha preso il posto dell’ormai fallita Amia, facendosi carico dei lavoratori e del servizio di igiene ambientale ma non dei debiti, rimasti tutti sul groppone della vecchia azienda andata in default. Una società che i palermitani finanziano con la Tari, la tassa sui rifiuti, che lo scorso anno è pesata per 140 milioni di euro sulle tasche dei contribuenti.
La Rap, in questa fase iniziale, ha dovuto fare i conti con piccoli e grandi contrattempi legati all’eredità dell’Amia, come i mezzi e le strutture non sempre al meglio, ma ha potuto contare anche sulla forza lavoro della vecchia azienda. Si tratta in totale 2.110 persone di cui 10 dirigenti, 9 quadri, 215 impiegati e 1.778 tra autisti e operai. Il grosso, ovviamente, è impegnato nell’area dell’igiene ambientale, che conta 1.375 addetti, dai dirigenti agli spazzini, poi c’è la gestione del patrimonio che assorbe 407 unità, la manutenzione strade con 143 e a seguire, con numeri assai più risicati, impianti, bilancio, personale, coordinamento, direzione e affari legali.
Non sempre però le cose vanno per il meglio, come dimostra anche il numero delle sanzioni inflitte ai dipendenti beccati per assenze ingiustificate, mancate prestazioni o, nei casi più gravi, anche furti. Nel 2013 (da luglio a dicembre) si sono contati 276 provvedimenti disciplinari, passati a 780 nel 2014 e calati a 112 nei primi tre mesi del 2015: una strategia precisa, quella dei nuovi vertici, che hanno più volte promesso il pugno duro contro i fannulloni, cosa che, visto il calo di quest’anno, comincia a dare i suoi frutti.
Le sanzioni possono essere di tre tipi: ore di multe per mancate prestazioni, mancato rispetto degli ordini di servizio, danni a mezzi aziendali o assenze ingiustificate nei casi più lievi; giorni di sospensione per assenze ingiustificate, assenze dalla propria area di competenza, area assegnata sporca e trasporti di rifiuti personali sul mezzo aziendale; infine i licenziamenti per i casi più gravi, come assenze ingiustificate lunghe e furti di beni aziendali come il carburante.
Nel 2013 ci sono stati 276 provvedimenti, con 140 ore di multe, 69 giorni di sospensione e 2 licenziamenti; nel 2014 si sono contati 780 provvedimenti, 328 ore di multe, 375 giorni di sospensione e 6 licenziamenti; da gennaio a marzo 2015 sono stati 112 provvedimenti, 101 ore di multe, 23 giorni di sospensione ma nessun licenziato (alcuni procedimenti, pur riferendosi all’anno precedente, sono stati conclusi nel 2015).
Passiamo alle assenze per malattia. Prendendo in esame tre mesi, da dicembre 2014 a febbraio 2015, si contano 10.089 assenze per malattia (2.790 a dicembre, 3.508 a gennaio e 3.791 a febbraio). Capitolo legge 104: nel 2014 si contano 1.708 ore e 7.742 giorni. Chiudiamo con i permessi sindacali: nei primi tre mesi del 2015 sono 105 (49 Cisl, 21 Uil, 8 Fesica, 7 Ugl, 6 Usb, 5 Fiadel e Filas, 3 Alba, 1 Cgil).
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10 Maggio 2015, 06:15