Veneto vs indipendentisti siculi | Tra campanilismo ed economia

di

18 Agosto 2011, 15:40

3 min di lettura

Il dibattito sul federalismo non si spegne e anzi, forse per le alte temperature estive, si riaccende con un botta e risposta tra l’assessore della Regione Veneto Manzato (Lega Nord) e l’indipendentista siciliano Scianò. Oggetto del contendere i costi dell’Isola e i rapporti con le altre regioni.

“A prescindere dalle motivazioni piuttosto peregrine, merita la massima attenzione quanto sostenuto dall’assessore del Veneto, Franco Manzato, secondo il quale “se la Sicilia diventasse indipendente subito, ci costerebbe meno”. Dice il presidente del Fronte nazionale siciliano (Fns), Giuseppe Scianò, commentando le dichiarazioni rilasciate ieri dell’esponente leghista.

“E’ la Padania – aggiunge Scianò – che costa troppo alla Sicilia e non viceversa. Anche perché l’economia siciliana, dal 1860 in poi, è stata subordinata e asservita agli interessi del Nord e a quelli della Padania in particolare. E’ vero, però, che la Sicilia indipendente sarebbe così ricca da far fronte a ogni tipo di problema. Potrebbe anche aiutare la Padania se questa ne avesse bisogno”.

“Ringraziamo l’assessore Manzato – conclude – per il richiamo alla prospettiva indipendentista della Sicilia, che rimane valida e attuale. All’Italia e alla Padania, in caso di indipendenza, lasceremmo la classe pseudo-dirigente, che attualmente è al potere in Sicilia in regime di ‘inciucio’ e di ‘trasversalita” ma politicamente e culturalmente ascarizzata. E sempre subordinata agli interessi settentrionali”.

“Apprezzo – ha replicato il diretto interessato  –  l’orgoglio di territorio di Giuseppe Scianò, ma gli assicuro che la Padania non costa proprio nulla alla Sicilia: non un euro delle tasse pagate dai siciliani arriva qui, mentre il contrario è la regola. Per il resto, l’aiuto reciproco è una cosa seria e sempre apprezzabile, mentre non lo è lo sfruttamento in una sola direzione”.

“Rimaniamo però sul concreto – ha aggiunto Manzato – e parliamo ad esempio di costi della pubblica amministrazione e di rapporto tra dipendenti pubblici e abitanti. Ci si può trincerare dietro qualunque tipo di teoria, ma i numeri parlano chiaro. Al sud del nostro Paese in generale, e la Sicilia non è per nulla esente dal fenomeno, il rapporto tra abitanti e dipendenti pubblici in generale, e quelli regionali provinciali e comunali in particolare, grida vendetta, così come sono evidenti lo squilibrio tra ricchezza prodotta e costo della pubblica amministrazione e quello tra prelievo dal territorio che sul territorio non ritorna e quello che invece arriva in più in altri territori”. “Dovremmo anche qui porre un problema di standard – ha affermato Manzato – perché a parità di servizi resi non ci dovrebbero essere sproporzioni macroscopiche nel numero dei dipendenti e nei costi. Quanto io parlo di federalismo, mi riferisco anche a questo: i lussi se li paga chi li esercita. Resto convinto, peraltro, che l’assunzione piena di ampie responsabilità a livello locale che il federalismo richiede faranno bene a tutti i nostri territori”.

“Concludo con una chiosa: a pochi minuti di distanza dalla diffusione della dichiarazione di Scianò – ha detto infine Manzato – è uscita un’altra notizia che si richiama alla Sicilia. Riguarda sei ex deputati regionali siciliani, attualmente parlamentari nazionali che, in nome di diritti acquisiti, hanno fatto ricorso per l’annullamento del provvedimento regionale siciliano che vieta il cumulo tra indennità parlamentare e pensione maturata in Sicilia (vitalizi da 3 a 6 mila euro lordi mensili). La manovra, bene o male, cancella in nome dell’interesse collettivo molti diritti acquisiti di tantissimi cittadini. Io dico che gli amministratori dovrebbero dare l’esempio ai propri amministrati, non viceversa e sono d’accordo con il presidente dell’Assemblea siciliana Francesco Cascio: ‘un’iniziativa del genere è semplicemente indegna”.

Pubblicato il

18 Agosto 2011, 15:40

Condividi sui social