06 Dicembre 2013, 21:30
4 min di lettura
PALERMO – Come non detto, abbiamo scherzato. La settimana scorsa, con una maratona terminata all’alba, Sala delle Lapidi ha approvato l’assestamento di bilancio 2013: una manovra da 46 milioni di euro dal sapore estremamente politico. L’Aula, infatti, aveva rifilato un sonoro ceffone alla giunta Orlando bocciando il mutuo per la ristrutturazione del complesso di San Basilio e dicendo sì a un mutuo, ma per altre opere: la metanizzazione dei Ciaculli, il completamento delle vie Evangelista Di Blasi e Corradino di Svevia e la realizzazione delle fognature (per acque bianche e nere) nelle vie Valenza e Agnetta. Un risultato salutato con orgoglio e soddisfazione trasversalmente, minoranze ma soprattutto maggioranza che aveva messo il proprio timbro a discapito delle scelte degli assessori.
Tutto bene? Non proprio, perché delle cinque opere soltanto una si potrà fare, ovvero la metanizzazione di Ciaculli. Un paio di giorni dopo l’approvazione della manovra, infatti, gli uffici del dirigente Nicola Di Bartolomeo hanno preso carta e penna per comunicare al consiglio che le cinque opere non potevano partire, o almeno non prima del 18 dicembre, data ultima per l’accensione del mutuo. Per via Corradino di Svevia va infatti aggiornato il progetto definitivo, risalente al 2005, e convocare la conferenza di servizi; per le fognature servono le indagini geognostiche (che costano 14mila euro) e per via Evangelista Di Blasi c’è solo uno studio di fattibilità. Si salva la metanizzazione, e solo perché l’Amg ha assicurato di poter completare il progetto definitivo entro il 15.
Una scoperta che ha letteralmente fatto infuriare la commissione Urbanistica, che oggi ha chiamato a rapporto i più alti vertici di Palazzo delle Aquile. “La commissione aveva chiesto agli uffici quali opere, dotate di progetto definitivo, potevano partire – tuona Giulio Tantillo di Forza Italia – e così le abbiamo inserite. Oggi invece, a cose fatte, ci si dice l’esatto contrario. Le indagini geognostiche costano 14mila euro e in bilancio abbiamo un capitolo da mezzo milione: perché non sono state fatte per tempo?”. E mentre i vari uffici si rimpallano le responsabilità, sfuma per Palermo la possibilità di realizzare alcune opere importanti. “Gli uffici ci dicono che c’erano altre priorità, che sono intasati di lavoro – attacca Tantillo – ma sta di fatto che il consiglio ha votato una cosa che non si poteva fare. A questo punto chiedo che la prossima manovra si faccia entro febbraio, altro che settembre, e pretendiamo un report aggiornato di tutte le opere. Alcuni Rup hanno anche venti opere tutte insieme. Bisogna accertare le responsabilità in questa vicenda, è un fatto increscioso che non era mai accaduto e che dimostra quanta approssimazione ci sia nell’ufficio delle Opere pubbliche. L’assessore Agata Bazzi dovrebbe essere più accorta e intervenire visto che nel 2013 le opere completate sono zero”.
“Stiamo chiudendo il collettore delle acque bianche in via Oreto – replica l’assessore – e abbiamo aperto un cantiere bloccato dal 2004, quello del collettore della Cala da 25 milioni, aperto i cantieri per i basolati del centro storico e di fondo Micciulla, il primo bene confiscato. Mi sono adoperata subito, appena approvato l’assestamento, per sollecitare gli uffici e l’Amg, ho fatto di tutto e scritto a tutti per dare attuazione alla volontà del consiglio”. Sforzi che però non sono bastati, visto che le opere per il momento restano sulla carta. E si rasenta anche l’assurdo, specie sulle fognature. Il mutuo, infatti, serviva a realizzare insieme il sistema di acque bianche e di acque nere e non in due fasi distinte, evitando così di dover scavare, ricoprire e poi scavare di nuovo con conseguente aggravio dei costi. E invece non si potrà fare nulla di tutto questo.
“Su questa vicenda non abbiamo difficoltà a riconoscere che gli uffici sono costretti a lavorare con poco personale che cura tanti progetti, ma le attenuanti finiscono qui – dice Pierpaolo La Commare del Mov139 – in termini di organizzazione, coordinamento del lavoro e trasparenza c’è molto da fare. Chiudiamo un 2013 che dal punto di vista dell’elenco annuale delle opere pubbliche ha lasciato dietro di sé non pochi equivoci, non sempre attribuibili a difetti di comunicazione. Il consiglio comunale ha una velocità superiore a quello precedente e la macchina amministrativa si deve adeguare. Dal prossimo anno noi, come commissione, esigeremo un report aggiornato periodicamente sullo stato dell’arte di tutti i progetti delle opere pubbliche per controllare da vicino lo svolgimento dell’iter amministrativo e dare un contributo alla risoluzione di problemi imprevedibili e inattesi che troppe volte hanno arenato opere fondamentali per la città”.
LE REAZIONI
“Chiedo – dice il capogruppo Udc Giulio Cusumano – le dimissioni del presidente della commissione Alberto Mangano”. Mangano, contattato dalla nostra redazione, ha preferito non replicare.
Pubblicato il
06 Dicembre 2013, 21:30