Assistenza minori al palo |Appello al Prefetto - Live Sicilia

Assistenza minori al palo |Appello al Prefetto

Presidio davanti alla Prefettura

A protestare in via Etnea, nonostante la pioggia, lavoratori, famiglie e sindacati. Sono in gioco non solo 250 posti di lavoro ma anche l'assistenza per centinaia di minori.

sit-in di protesta
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CATANIA – Più di 200 tra lavoratori, genitori e rappresentanti dell’Uneba hanno partecipato, oggi, al sit in davanti alla Prefettura, organizzato da Cisl e Cisl Scuola di Catania, per denunciare la precaria situazione degli istituiti educativi di assistenza.  Una delegazione composta da Maurizio Attanasio, segretario territoriale Cisl, Ferdinando Pagliarisi, segretario territoriale Cisl Scuola, Annarita Nicastro, rappresentante dei lavoratori, Salvatore Caruso, presidente provinciale dell’Uneba (Unione nazionali enti e iniziative di assistenza sociale), rappresentanti degli istituti e dei genitori sono stati ricevuti dal vice prefetto Massimo Signorelli.

Al rappresentante dello Stato, la delegazione ha esternato le proprie preoccupazioni sulla condizione degli istituti educativi di assistenza che ha assunto contorni drammatici se non saranno trovati i fondi necessari per le attività fino al mese di dicembre, in grado di soddisfare almeno le stesse esigenze dello scorso anno, anche se le istanze complessive presentate per l’anno 2013-2014 sono oltre 1300.

 “Ci sono oltre 250 lavoratori che rischiano il posto di lavoro – spiegano Attanasio e Pagliarisi – ma le cui procedure sono momentaneamente congelate a seguito della contrattazione che abbiamo avviato in questi giorni con l’Uneba e gli istituti. E, purtroppo, a seguito dei tagli al servizio dovuti alla revisione della spesa negli enti locali e nonostante la buona volontà della giunta Bianco a ricercare soluzioni condivise, già oggi più di 400 bambini rimangono a casa e non possono frequentare gli istituti né ricevere alcuna assistenza. La cosa ci preoccupa, al pari dell’allarme occupazionale, in quanto si tratta di minori che vivono in quartieri a rischio, dove ogni forma di mancata assistenza li esporrebbe inevitabilmente alla dispersione scolastica e alla devianza”.

“Abbiamo chiesto alla Prefettura – dicono i due dirigenti sindacali della Cisl – di intervenire nei confronti dell’amministrazione comunale di Catania e del governo regionale affinché trovino adeguata copertura del fabbisogno assistenziale. Ci sono, ad esempio, somme non spese dalle leggi 285/97 e 328/2000, per i quali la Regione può intervenire autorizzandone l’uso. Su questo attendiamo la risposta che l’amministrazione comunale ci darà, dopo aver incontrato l’assessore regionale Ester Bonafede e i funzionari dell’assessorato alla Famiglia”.

Per Attanasio e Pagliarisi, però, “occorre guardare oltre le specifiche risorse contenute nei mille rivoli destinati ai servizi sociali. Ad esempio, nei capitoli della Pubblica istruzione del bilancio comunale, ci sono risorse che riguardano già la lotta alla dispersione scolastica; ma anche nei capitoli legati alla spesa sulla politica potrebbero trovarsi residui utilizzabili. Diciamo questo perché, al punto in cui ci troviamo, occorre che l’amministrazione comunale si assuma una forte responsabilità politica nel fare le scelte giuste per la città. Tali somme permetterebbero tranquillamente di mantenere il livello di assistenza ai minori uguale allo scorso anno, se non addirittura di incrementarlo, rassicurare le famiglie e tutelare allo stesso tempo i posti di lavoro del personale qualificato”.

Un’anomala concentrazione di minori viene denunciata da Caruso (Uneba). “Tutti i minori, soggetti a provvedimenti del tribunale, sono oggi assegnati a un solo istituto togliendoli alle precedenti assegnazioni. Questa concentrazione rischia di trasformarsi in una ghettizzazione dei minori e impedisce loro la necessaria continuità didattica ed educativa ostacolando il percorso di socializzazione e integrazione intrapreso”.

“Si tratta dunque di una situazione che ha raggiunto un tale livello di emergenza – concludono Attanasio e Pagliarisi – che richiede interventi altrettanto straordinari e rapidi. Ciò è quanto chiediamo alle istituzioni”.


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