30 Novembre 2017, 06:08
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PALERMO – Non tutte le poltrone sono uguali. E così, la partita delle deleghe nella giunta di Nello Musumeci che si insedierà oggi pomeriggio, è anche un gioco di poteri, di pesi e contrappesi. Perché è indubbio che alcuni assessorati “valgano” più di altri, per diversi motivi. A cominciare ovviamente dalla capacità di spesa.
L’economia al centro di tutto
Due, su tutti, rappresentano oltre tre quarti dell’intero bilancio regionale. L’Economia e la Sanità da sempre sono stati i luoghi del potere alla Regione. Sulla poltrona di guida del Bilancio andrà Gaetano Armao, con l’incarico anche di vicepresidente. E davvero l’assessore che guida quel ramo dell’amministrazione, storicamente, può essere considerato un “quasi-governatore”, anche solo per il fatto che gestirà una spesa che negli ultimi anni si è attestata intorno ai dieci miliardi di euro. Ma ovviamente il potere è anche nella preparazione delle manovre finanziarie, e nel raccordo con una figura-chiave della burocrazia siciliana, quella del Ragioniere generale, ruolo oggi ricoperto da Giovanni Bologna. E c’è di più. Da pochi anni, alle dipendenze proprio della Ragioneria generale è stata posta la Centrale unica di committenza: da questa struttura passano appalti milionari e miliardari, tra cui quelli per le strutture ospedaliere siciliane.
Metà de bilancio regionale: la Sanità
A proposito, se all’Economia vanno cercati i cordoni della borsa, il potere di spendere e potenzialmente di trasformare quella spesa in consenso va ricercato storicamente nell’assessorato alla Sanità. Poltrona-simbolo, per tanti motivi in Sicilia. Ma le vere ragioni vanno cercate anche stavolta nei bilanci: la Sanità rappresenta più della metà della spesa complessiva della Regione. Anche per questo, forse, il governatore Musumeci ha scelto per quel ruolo Ruggero Razza, un fedelissimo, da sempre in grande sintonia con lui e tra i fondatori del movimento #DiventeràBellissima. L’avvocato catanese, tra l’altro, erediterà parte del lavoro compiuto nell’ultima parte della scorsa legislatura: l’approvazione dell’ultima rete ospedaliera, infatti, ha consentito, proprio sotto elezioni, di sbloccare le prime assunzioni in ospedali e Asp. Provvedimenti che hanno fatto felici tanti precari in attesa, mentre l’assessore uscente Baldo Gucciardi centrava la conferma a Sala d’Ercole. Ma i concorsi sono solo all’inizio e adesso tutto potrebbe passare nelle mani del nuovo assessore.
Il “granaio” dell’Agricoltura
L’altro assessorato tradizionalmente considerato “di prestigio” è quello all’Agricoltura. Forse anche perché da lì iniziò l’ascesa politica dell’ex governatore Totò Cuffaro, che fu appunto assessore alle Risorse agricole. Ma i motivi sono altri, probabilmente. E il bilancio li spiega solo in parte, visto che la spesa di questo assessorato si aggira annualmente intorno al mezzo miliardo di euro. Ma in questo caso a rendere appetibile la poltrona sulla quale si siederà il forzista Edy Bandiera sono altri fattori. A cominciare dalla gestione di un bacino enorme di potenziale consenso, come è quello dei Forestali siciliani. E ancora, l’assessore al ramo ha il potere di indicare e nominare i componenti dei cda dei tanti enti regionali (dall’Istituto vino e Olio, all’Esa). Soprattutto, però, l’Agricoltura, diventa importantissima per la gestione dei tanti fondi europei che passano da lì. I dipartimenti di quell’assessorato, infatti, rappresentano l’Autorità di gestione di programmi comunitari come il Piano per lo sviluppo rurale e il Feamp destinato alla pesca: in tutto fanno quasi un miliardo e mezzo di spesa possibile.
I fondi per la Formazione
E in effetti, è il fiume di fondi europei a far “brillare” alcuni assessorati. È il caso ad esempio di quello alla Formazione professionale. Un settore che soprattutto anni addietro è stato luogo di clientelismo sfrenato. Il nuovo assessore Roberto Lagalla erediterà due strumenti molto importanti: l’Avviso 8 da 136 milioni che il governo Crocetta non è riuscito, dopo anni, a far partire, darà lavoro a circa quattromila persone. E poi, anche in questo caso ecco i fondi strutturali: il dipartimento della Formazione gestisce il Fondo sociale europeo: per la programmazione 2014-2020 sono disponibili circa 700 milioni di euro che si aggiungono ai 600 milioni circa previsti dal bilancio regionale.
I bacini di lavoratori
L’assessorato alla Funzione pubblica e alle Autonomie locali è uno di quelli che, bilancio alla mano, effettua la maggiore spesa: circa due miliardi e mezzo l’anno. Il neo assessore Bernadette Grasso si troverà a gestire un bacino potenziale di lavoratori smisurato (oltre al personale della Regione, anche le decine di migliaia di precari della stessa amministrazione e degli enti locali). Molto più “povero”, ma solo apparentemente, l’assessorato alle Attività produttive che verrà guidato da Mimmo Turano: se negli ultimi anni la spesa si è attestata intorno ai 300 milioni di euro, da lì passerà la spesa effettiva di molti fondi di varia origine: da quelli previsti dal Piano di Azione e coesione passando per quelli del Patto per la Sicilia. Fondi complessivi da 900 milioni nel primo caso e di 1,1 miliardi nel secondo. Cioè quel “patto” lanciato da Renzi che in molti casi passerà da un altro assessorato ricco come quello alle Infrastrutture, dove andrà l’azzurro Marco Falcone e che già spende, al di là dei fondi europei, circa 1,2 miliardi di euro l’anno. Dovrà gestire circa mezzo miliardo l’anno e le vicende delicatissime di alcune categorie di lavoratori come gli ex “sportellisti” e i Pip, l’assessore alla Famiglia e alle politiche sociali Mariella Ippolito che dovrà anche far dimenticare i problemi legati ai fondi per l’assistenza dei disabili.
L’Energia scomoda, i soldi a pioggia del Turismo
Più o meno lo stesso budget è quello amministrato dall’assessorato al Territorio e ambiente che sarà guidato da Toto Cordaro: avrà anche la responsabilità di gestire le operazioni che riguardano la prevenzione degli incendi, oltre a una parte del bacino dei “forestali”. Sembra che nessuno volesse invece l’assessorato all’Energia dove è andato Vincenzo Figuccia: da lì bisognerà passare per trovare soluzioni ai complicatissimi problemi della raccolta dei rifiuti, della gestione delle discariche, della riforma del sistema idrico. Ma da quegli uffici passerà anche il potenziale mega-affare dei termovalorizzatori. Infine, ecco gli assessorati considerati più “poveri”, nonostante il tema sia considerato centrale e decisivo da tempo: quelli del Turismo e dei Beni culturali. Il primo, dove andrà Sandro Pappalardo in quota Fratelli d’Italia spende circa 130 milioni l’anno, il secondo che avrà come guida, per un paio di mesi, Vittorio Sgarbi pesa sul bilancio per circa 200 milioni. Ma nel corso di ogni campagna elettorale, è emersa la potenziale utilità di assessorati che possono finanziare a pioggia sagre, convegni, eventi, manifestazioni, concerti e anche le associazioni sportive dell’Isola. Un discorso a parte merita poi la presidenza della Regione. Al di là del ruolo stesso del governatore, va ricordato infatti che il dipartimento della Programmazione è direttamente dipendente da Palazzo d’Orleans: da lì passeranno circa 1,3 miliardi del Fondo europeo di sviluppo regionale. Un fiume di denaro a disposizione del nuovo governo.
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30 Novembre 2017, 06:08