01 Maggio 2018, 07:49
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PALERMO – Per le riforme bisognerà attendere. Per le assunzioni no. E nemmeno per i contributi a pioggia. La prima Finanziaria del governo Musumeci, a guardar bene, è una enorme Tabella h. Un elenco, in qualche caso imbarazzante, di contributi e finanziamenti con una chiara firma in calce. Quella del deputato che “mostra una particolare attenzione per il proprio territorio”. Una attenzione in qualche caso tradotta in stanziamenti per rally e corse, teatri e associazioni. Nel frattempo, nella già popolatissima area delle partecipate regionali, arrivano 2800 ex Pip e altre decine di lavoratori, a portare il numero complessivo attorno alle diecimila unità. Un record tutto siciliano.
Le assunzioni
Gli ex Pip, si diceva. Nei giorni scorsi è arrivata la tanto attesa norma che prevede la loro stabilizzazione: circa 2.800 precari arriveranno alla Resais, società-stazione della Regione siciliana. Da lì, i nuovi “pararegionali” dovranno transitare per poi essere assegnati altrove. Una società che oggi ha poche decine di dipendenti e che domani si sveglierà con l’invidiabile status di società partecipata più popolata della Regione. Anche perché, agli ex Pip si aggiungeranno altri lavoratori provenienti dai Consorzi agrari.
Nel frattempo, si prepara un’altra informata di un centinaio di lavoratori all’Arpa, per la quale la Regione ha previsto persino una “deroga” al blocco delle assunzioni vigente da anni. Ma i nuovi lavoratori, per il governo, sono proprio “necessari”. E in questo caso, la norma che apre ai nuovi assunti ha ricevuto anche l’appoggio decisivo del Movimento cinque stelle. Assunzioni in arrivo anche in Irfis. La Regione, poi, decide di non insistere con le cause nei confronti degli ex interinali di Sas: la loro stabilizzazione adesso è davvero a un passo.
Contributi a pioggia
E così, insieme alle nuove assunzioni, ecco un elenco sterminato di contributi specifici, voluti dai singoli deputati che hanno così trasformato una buona parte della Finanziaria in una maxi Tabella h. Solo per fare qualche esempio, ecco alcuni di questi finanziamenti. A cominciare da quelli contenuti in un maxi-emendamento messo in piedi da governo e maggioranza. Ad esempio, a proposito di Teatri, ecco i 300 mila euro per quello comunale di Adrano e 150 mila per il “Samonà” di Sciacca. Centomila euro andranno per la “Targa Florio”, duecentomila euro serviranno per il “ripopolamento del coniglio selvatico”, mentre due contributi da 50 mila euro andranno all’ex provincia di Caltanissetta per il finanziamento di un rally e del Circolo Nautico di Gela.
Norme che si aggiungono a quelle già approvato nell’altro maxiemendamento, considerato un “atto di indirizzo”, ma in realtà fornito già di copertura finanziaria. Via libera, quindi, ai 20 milioni per l’emergenza idrica di Messina, 1,3 milioni per l’aeroporto di Comiso, altri 25 milioni per la bonifica dell’area ex Sanderson di Messina, 13 milioni per gli impianti sportivi. Bocciato un emendamento che ha destato non poco imbarazzo: quello con cui la deputata di Forza Italia Rossana Cannata aveva chiesto 50 mila euro per l’organizzazione della “Coppa Bonsignore” organizzata dal Comune di Avola. Comune guidato dal fratello Luca. L’emendamento, in questo caso, è stato bocciato dal voto segreto.
Ma tra quelli approvati, oltre agli esempi già citati, non mancano altri contributi a pioggia. È il caso dei 200 mila euro destinati direttamente all’Ente Luglio trapanese, ai 250 mila euro per i “Festival del cinema”, oltre a quelli previsti nella cosiddetta “riserva” per i Comuni. Un articolo letteralmente preso d’assalto dai deputati. Al punto da spingere il deputato Dem Cracolici a una dichiarazione amaramente ironica: “Sto vedendo un ‘malloppo’ di riserve, resterà qualcosa di quel Fondo?”. Insomma, la riserva, che dovrebbe essere, appunto, una eccezione rispetto alle necessità generali dei Comuni, che diventa regola.
E così, ecco i fondi per Lampedusa, Linosa e Pozzallo, quelli per l’aeroporto di Comiso per l’attività di cargo, i 540 mila euro per l’istituzione dell’Agenzia Comunale per il Risanamento e la riqualificazione urbana della città di Messina. Sempre a Messina arriveranno 20 milioni a valere sui fondi Poc per superare l’emergenza idrica.
Tre milioni vanno ai Comuni con piano di riequilbrio già approvati dalla Corte dei conti, un milione per i Comuni commissariati, un milione da dividere per i Comuni che ottengono la “Bandiera blu”, un altro milione per quei centri che hanno ricevuto il riconoscimento di ‘Borgo più bello d’Italia’, cinque milioni da dividere tra i Comuni che abbiano superato il 65 per cento di raccolta differenziata, 700 mila euro in più per i Comuni in dissesto. Inoltre ecco 50 mila euro a testa ai Comuni di Mistretta, Nicosia e Modica per l’insediamento degli uffici giudiziari.
Le norme affossate
Le riforme? Bisognerà attendere. Alcuni tentativi del governo, come quello di chiudere enti come Esa e Iacp, e di accorpare Ircac e Crias sono rimasti sepolti in un collegato che per il momento non ha ancora visto la luce. Il voto in Aula, invece, ha affossato i contributi per l’acquisto della casa, l’esenzione del bollo auto, il “biglietto unico”, l’accorpamento di Istituto zootecnico e Istituto per l’incremento ippico. E così, governo e maggioranza possono brindare per i Fondi per disabili e autistici, per la creazione del Bacino Idrografico (una nuova Arra?), la norma sulla valorizzazione del demanio che prevede nuove concessioni ai privati, quella sulla stabilizzazione dei precari degli enti locali, e poco altro. È la Finanziaria del compromesso, in fondo. Una briciola a ogni deputato, pur di assicurarsi il voto della manovra. Ma quelle briciole, una dopo l’altra, complice la bulimia dei deputati, hanno trasformato la legge prima legge di stabilità del governo Musumeci in una enorme Tabella H. Adesso resta da vedere cosa rimarrà della legge, dopo l’esame del Consiglio dei ministri.
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01 Maggio 2018, 07:49