22 Novembre 2014, 10:31
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PALERMO – Il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, l’ex pm Antonino Ingroia e sei ex assessori delle giunte regionali dovranno rispondere in aula di un presunto danno erariale di un milione di euro alle casse pubbliche, contestato dalla Corte dei Conti. La vicenda, come scrive la Repubblica di Palermo, riguarda le assunzioni senza concorso fatte dalla società pubblica Sicilia e-Servizi, guidata dall’ex pm Ingroia. Sicilia e-Servizi, società informatica al centro di scandali per spreco di denaro, dopo l’uscita di scena del socio privato era destinata a chiudere, ma lo stop, secondo il governo regionale, avrebbe mandato in tilt il funzionamento della macchina amministrativa. Non avendo formato personale regionale per la gestione dei software, Ingroia, forte di una apposita delibera di giunta e del parere dell’Avvocatura dello Stato, autorizzò le assunzioni dei dipendenti assunti dall’ex socio privato. La Corte dei Conti ha notificato gli atti a Crocetta, chiamato a rispondere per 265 mila euro, e agli altri co-indagati, tra cui anche l’avvocato dello Stato Massimo Dell’Aira (100 mila euro) che aveva firmato il parere favorevole alle assunzioni. Anche ad Ingroia vengono contestati 100 mila euro. L’udienza è fissata il 15 maggio.
“Non posso credere alla notizia appresa dalla stampa che un sostituto procuratore della Corte dei conti voglia effettivamente rinviarmi a giudizio per danno erariale perché, se fosse confermata la notizia, per come la leggo, sarebbe una vera e propria istigazione a commettere un reato”. L’ha detto l’amministratore unico di Sicilia e-Servizi, Antonio Ingroia.
“Sono stupefatto – aggiunge – per due ragioni. La prima, di forma, per aver appreso dalla stampa notizie personali che non mi sono state ancora comunicate nelle forme di legge. La seconda, di sostanza, perché l’iniziativa di questo Pm contabile, se confermata, arriverebbe all’indomani di ben due sentenze del tribunale del lavoro di Palermo che affermano esattamente il contrario, confermando la piena legittimità, anzi la doverosità del mio operato. Il danno erariale che mi viene contestato riguarda l’assunzione di dipendenti dell’ex socio privato di Sise. Il tribunale del lavoro, in due sentenze, mi dice esattamente il contrario, e cioè che io sono stato semmai troppo prudente perché quei lavoratori non solo andavano assunti a tempo determinato e dopo un periodo di prova, come io ho fatto, ma a tempo indeterminato e senza periodo di prova”.
“Ho davanti a me due strade: licenziare tutti – continua – per non aggravare il presunto danno erariale: chiudere dalla sera alla mattina servizi essenziali per i cittadini come il 118 e il Cup; oppure adeguarmi alla sentenza del tribunale del lavoro, assumendo i lavoratori a tempo indeterminato. Ed è quello che farò”. Il Pm, per essere coerente dovrebbe aprire un procedimento per danno erariale non solo nei miei confronti – conclude – ma anche nei confronti dei giudici del tribunale di Palermo. Questa iniziativa è così ingiusta, insostenibile e abnorme sul piano giuridico e istituzionale che se qualcuno volesse fare un po’ di dietrologia sulle sue ragioni ispiratrici sarebbe legittimato a farlo”.
(ANSA).
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22 Novembre 2014, 10:31