03 Ottobre 2015, 06:00
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PALERMO – I documenti stanno arrivando tutti in queste ore, da ciascuna delle 18 aziende della Sanità siciliana. Ma uno è già da rifare. E quasi certamente non sarà l’unico. La folle corsa verso i concorsi della Sanità siciliana sta già affrontando i primi ostacoli: l’atto aziendale dell’Ospedale Civico di Palermo, tra i più grandi in Sicilia, è stato pesantemente “censurato” dall’assessorato alla Salute, che ha chiesto, sostanzialmente, al direttore generale Giovanni Migliore di riscriverlo. Così, tra controdeduzioni, verifiche e correzioni, rischia di slittare l’approvazione di una pianta organica definitiva. Passo fondamentale, ovviamente, per indire i concorsi. E il caso del Civico, stando a quanto trapela tra i sindacati del settore, non sarà l’unico. Anzi, molti di quegli atti sarebbero zeppi di “errori”.
Ieri Baldo Gucciardi ha incontrato i rappresentanti della dirigenza medica e del comparto non dirigenziale della Sanità. Un passaggio che, spiega l’assessore alla Salute, “non è obbligatorio, ma questa è la strada che ho deciso di percorrere”. A dire il vero, diverse sigle avevano lamentato il mancato coinvolgimento nei tavoli per la predisposizione delle piante organiche da parte dei manager. E adesso puntano il dito: “Se ci avessero ascoltato, non avrebbero commesso quegli errori”. “Ho raccolto – ha raccontato Gucciardi – le lamentele di questi sindacati aziendali che non sarebbero stati ascoltati. Sanerò io stesso questo ‘vulnus’ attraverso il coinvolgimento delle sigle nei giorni che accompagneranno la verifica degli atti aziendali in assessorato”.
Il rischio, però, adesso è che slitti ulteriormente la data “perentoria” fissata per l’avvio delle procedure concorsuali. Una selezione che dovrebbe riguardare circa 5 mila persone, ma i cui numeri sono assolutamente aleatori, visto, appunto, che già alla prima occasione l’assessorato ha verificato anomalie e violazioni di norme e decreti. “Lavoreremo con intensità – ha assicurato Gucciardi – per riuscire a fare in tempo. Entro metà novembre dovremo avere tutti gli atti e tutte le piante organiche approvate”. Ma il dubbio è legittimo. Anche perché solo dalla prossima settimana inizierà la verifica degli altri 17 atti aziendali approvati da Asp e Ospedali, come stabilito da Gucciardi, entro la data del 30 settembre, e trasmessi in queste ore in assessorato.
Come detto, però, il primo atto aziendale è da riscrivere. Il direttore generale del Civico Giovanni Migliore, in effetti, era stato tra i primi a inviare il documento in assessorato. Proprio per questo i dirigenti di Piazza Ottavio Ziino sono già riusciti ad analizzare quell’atto dal quale discenderà la pianta organica. E i rilievi non sono stati pochi. Intanto mancherebbe il prospetto che consentirebbe la verifica delle variazioni tra dipartimenti e unità operative rispetto al passato. Ma non solo, ovviamente. L’assessorato, dopo aver specificato che “l’atto aziendale diventa efficace solo a seguito dell’approvazione assesoriale” (una precisazione che, di fatto, ‘congela’ i numeri sulle future assunzioni, espressi pubblicamente), ha rilevato che mancherebbe, nell’atto, l’indicazione “del numero complessivo delle strutture semplici”, “l’allineamento del numero delle unità operative” ai documenti ministeriali che fissano i “livelli essenziali di assistenza (Lea)”. Non solo: “Nessuna attenzione – si legge nella nota dell’assessorato – è stata dedicata al tema dell’integrazione ospedale/territorio”, non risulta “inserita la disposizione sui compiti del sindaco del Comune sul cui territorio insiste l’azienda”. E ancora, tra gli altri rilievi, “non si fa cenno al Centro regionale per i trapianti che, sebbene organo tecnico dell’assessorato alla Salute, ha sede ed utilizza i locali dell’Arnas”, non è indicata poi la durata della carica del direttore generale, ed è stata inserita una possibilità di delega per i direttori amministrativi e sanitari non prevista dalla normativa. Altri chiarimenti sono stati chiesti poi sulla denominazione dell’istituto Ismep che, secondo l’assessorato “appare prematura, posto che la struttura non è stata ancora realizzata”, sulla creazione di una Unità complessa (con tanto di primario, quindi) di “professioni infermieristiche”, visto che la legge prevede l’obbligo di questa struttura solo per le Asp delle aree metropolitane e sull’articolazione degli uffici di staff del direttore generale.
“Le criticità evidenziate dall’assessorato regionale alla Sanità – ha dichiarato il sindacato dei medici ospedalieri Cimo – sono le stesse da tempo rilevate dalla Cimo di Palermo, senza avere alcuna riscontro da parte dell’azienda. L’atto aziendale dell’Arnas Civico di Palermo, avrà valore soltanto dopo l’approvazione dell’assessorato. La Cimo aveva chiesto di conoscere quali fossero le unitá operative, incluse quelle semplici e dipartimentali senza ricevere risposta. La Cimo aveva espresso anche perplessità sulle articolazioni dello staff, alle dipendenze del direttore generale e sanitario anche queste rimaste senza risposta”. “Avevamo detto – ha aggiunto Renato Costa, della Cgil medici – che gli annunci sulle imminenti assunzioni erano solo degli slogan. Forse è il momento che i direttori generali delle aziende inizino a restare al proprio posto e a limitarsi ad attendere i necessari passaggi formali, prima di parlare di nuovi posti di lavoro”. E il rischio adesso è che, nonostante l’ottimismo dei manager, molte piante organiche siano da rivedere, e con esse le stime sulle assunzioni, che dovranno rispettare però prima l’obbligo del ricorso alla mobilità, insieme a quello della stabilizzazione dei precari. Quindi sarà il momento di aprire, per i posti che restano – e ammesso che restino – ai nuovi aspiranti medici e operatori. E così i primi concorsi potrebbero arrivare non prima dell’anno nuovo.
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03 Ottobre 2015, 06:00