Aste e appalti, chiuse le indagini: coinvolti imprenditori NOMI - Live Sicilia

Aste e appalti, chiuse le indagini: coinvolti imprenditori NOMI

Terremoto giudiziario nel mondo degli appalti. La procura della cittadina catanese ha chiesto il rinvio a giudizio di esponenti importanti dell'imprenditoria

CALTAGIRONE (CT) – Terremoto nel mondo degli appalti. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di sei imprenditori con l’accusa, a vario titolo, di concorso in estorsione, turbativa d’asta e minacce.

I nomi

Ci sono nomi di peso in questa indagine, come quello di Giuseppe Ciriacono, re degli appalti, uno degli imprenditori più importanti della provincia di Catania. Rischiano il processo anche Angelo Giglio Spampinato del 68, Salvatore Alessandro Ferraro del 70, Gianfilippo Ciriacono del 92, Mario Portento del 67, e Giovanni Bellina del 67.

La denuncia degli imprenditori e le indagini

Alla base della lunga attività investigativa ci sono le denunce di due coraggiosi imprenditori di Caltagirone e Ragusa.
La principale accusa, secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica di Caltagirone, retta dal Procuratore, è di concorso in estorsione. Angelo Giglio Spampinato, come “mandante” è imputato in concorso con Giuseppe Ciriacono e Salvatore Ferraro, “esecutori materiali”. “Con più azioni di un medesimo disegno criminoso – si legge negli atti – avrebbero “con minacce”, si sarebbero presentati da un imprenditore, che si era aggiudicato, dopo un’asta giudiziaria, un cementificio riconducibile alla famiglia Giglio Spampinato”. I tre sono accusati di aver pronunciato “espressioni dal contenuto intimidatorio” e di aver “compiuto in più occasioni atti diretti a costringere” l’imprenditore “a “trasferire alla famiglia Giglio il terreno attraverso il perfezionamento di un preliminare di vendita a favore di un prestanome indicato dal Ciriacono”.

Imprenditore si ribella

La ferma opposizione dell’imprenditore a cedere il bene, che gli indagati avevano già pensato di  intestare a una prestanome proveniente dal Nord Italia, avrebbe fatto alzare il livello delle pressioni attraverso l’interessamento a portare a buon fine l’operazione da parte di Salvatore Alessandro Ferraro, conosciuto come Turi Vampa, arrestato a Palagonia a seguito di indagine della procura distrettuale antimafia, per i reati di associazione mafiosa, ed estorsione tentata e consumata a danno di alcuni imprenditori calatini.

Numerosi i capi d’imputazione. La richiesta di rinvio a giudizio arriva anche per il figlio di Giuseppe Ciriacono, Gianfilippo, titolare della Italcostruzioni, operante nel settore degli appalti, molti dei quali espletati nel Comune di Caltagirone. Gianfilippo Ciriacono insieme al padre e a Giovanni Bellina e Mario Portento nella provincia di Ragusa attraverso più azioni, con violenza e minaccia avrebbero turbato la procedura di vendita di due immobili siti a Scicli di proprietà di Giuseppe Ciriacono e Mario Portento, sottoposti a pignoramento immobiliare a seguito di una procedura fallimentare pendente presso il Tribunale di Ragusa. In questo caso l’imprenditore veniva  raggiunto e intimato a rinunciare all’acquisto degli immobili dopo pedinamenti sin sotto casa.


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