Attesa al comitato di Fava | Si spera, ma c’è cautela

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06 Novembre 2017, 12:11

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PALERMO – I primi dati ufficiali arrivano a tre ore dall’inizio dello spoglio e ribaltano tutte le attese. Quando le sezioni scrutinate sono 131 su 5300, Claudio Fava, candidato della sinistra alla Presidenza della Regione siciliana e leader del movimento Cento passi per la Sicilia, è al 5,7 per cento. Un risultato che, se confermato, sarebbe ben al di sotto delle aspettative e darebbe il via a non poche polemiche. Una beffa rispetto ai dati incoraggianti di ieri. Gli exit poll di ieri sera e le prime proiezioni di stamattina, infatti, indicavano Fava saldamente al 9 per cento, dietro a Fabrizio Micari, esponente del centro sinistra, dato intorno al 20 per cento. In testa Nello Musumeci, seguito a ruota da Giancarlo Cancelleri.

Dati che al collegio elettorale di Fava, a Palermo, erano stati accolti con soddisfazione e ottimismo, tanto da far dire a Bianca Guzzetta, segretario regionale di Sinistra italiana, che “la sinistra in Sicilia esiste. Da questo risultato occorre ripartire”. E soddisfazione mostrava anche il candidato all’Ars Pino Apprendi: “L’importante è superare la soglia di sbarramento. Il nove per cento sarebbe un risultato più che buono, considerato che l’aspettativa era del sette per cento. Se il dato venisse confermato riporterebbe la sinistra all0’Ars dopo vent’anni. E sarebbe il primo passo dei cento per ottenere un buon risultato anche alle prossime elezioni regionali”.

In questi mesi di campagna elettorale si è giocata una sfida nella sfida, tutta interna allo schieramento di centro sinistra. Ad accendere la miccia è stata la decisione del Partito Democratico di aprire all’alleanza con Alternativa Popolare di Angelino Alfano. Una scelta non condivisa dai partiti di sinistra, che hanno deciso di lasciare la coalizione e di correre da soli con Claudio Fava come candidato presidente. Proprio contro questa scelta del Pd si era scagliato stamattina Luca Casarini, segretario regionale di SI insieme a Guzzetta: “Non ci si mette assieme solo per vincere. Ci si mette assieme anche se si è d’accordo sui programmi e sulle cose da fare. Il tema non è governare per governare. Il tema è che cosa si fa quando si va al governo. Se si fanno le politiche di destra, prima o poi la gente sceglie l’originale rispetto alla fotocopia”.

Alle 11, come detto, arrivano i primi dati ufficiali e ridimensionano il successo del movimento guidato da Fava. Un dato che, seppur ancora poco attendibile, sorprende tutti negativamente e che, all’interno del comitato elettorale, induce lo stato maggiore di Cento Passi per la Sicilia a non rilasciare ulteriori dichiarazioni “fino a che non si raggiungerà almeno il 30% delle sezioni scrutinate”.

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Davide Zoggia, coordinatore della campagna elettorale di Claudio Fava e della lista “Cento passi per la Sicilia, commenta i primi dati che incoronerebbero Nello Musumeci nuovo presidente della Regione: “Mi pare abbastanza evidente che la Sicilia abbia deciso di tornare a destra. La loro è una proposta unitaria, forte. Hanno nascosto i problemi che hanno all’interno della loro coalizione e hanno trovato una candidatura molto civile e urbana come quella di Nello Musumeci, rispettato da tutti. E’ un’affermazione che riporta indietro le lancette ma in politica è così, chi porta il progetto più credibile vince”. I dati vedono Fava attestarsi attorno al 6-7%, un risultato che “se confermato ci vedrebbe ovviamente molto soddisfatti“. Perché, spiega Zoggia, “non avevamo 4-5 liste, non ci sono ‘capibastone’, le nostre sono liste specchiate, costruite nel giro di 45 giorni. Per noi era fondamentale la presenza all’interno dell’Ars”. E a chi gli chiede di possibili alleanze all’interno dell’Ars, Zoggia risponde che Cento Passi per la Sicilia è aperta a “tutte le forze che si richiamano a un cambiamento reale, a politiche di sinistra, uguaglianza, lavoro, non con chi ha approvato Jobs act, buona scuola e una legge elettorale che sarà drammatica per il Pd. Il M5S? Loro hanno sempre dichiarato che vogliono governare senza l’aiuto di nessuno. Se noi andremo all’Ars cercheremo delle convergenze senza allearci con nessuno”.

C’è spazio poi anche per una polemica a distanza con il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone che “sta blaterando da ieri sera su tutte le tv per cercare giustificazioni a errori clamorosi commessi da lui, dal suo schieramento e da chi sostiene Micari, ovvero dal Pd e da Alfano. Ci sono due errori di fondo: una continuità con il Governo Crocetta ampiamente penalizzata dagli elettori e l’alleanza con Alfano che ha penalizzato il centrosinistra e anche lo stesso Alfano”. “Non c’è nessun ‘modello Palermo’ – conclude Zoggia – c’era un tentativo da parte del Pd di sopravvivere politicamente in attesa delle elezioni politiche, mentre noi abbiamo presentato un progetto: se il quorum verrà superato e avremo dei deputati regionali, partiremo da qui per costruire un progetto anche nazionale”.

 

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06 Novembre 2017, 12:11

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