Il Tribunale di Palermo
12 Marzo 2025, 17:32
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PALERMO – I familiari di un paziente di 68 anni, di Partinico (Palermo), malato di tumore e poi deceduto, che avevano sollecitato più volte l’esito degli esami istologici senza ottenerlo per 5 mesi, avevano informato – riferisce l’Ansa – anche il livello politico chiedendo aiuto all’assessore regionale alla Sanità e al dirigente generale della pianificazione strategica inviando due pec, ad agosto e settembre 2024, ma non hanno ottenuto risposta.
“Ho letto in questi giorni – dice la sorella dell’uomo – dei casi di malasanità nel trapanese e dell’intervento della politica. Noi abbiamo informato anche l’assessore. Il dolore è grande, ma ancora più grande è l’avere avuto negato il diritto a potersi curare. Mi dispiace se adesso gli alti burocrati, commissari e manager ‘cadono dal pero’ dicendo che non sapevano nulla. Io e la mia famiglia abbiamo inviato: mail, pec, fatto telefonate tutte puntualmente inevase, erano tutti latitanti”.
Il paziente era stato operato il 15 aprile dell’anno scorso nell’ospedale Santo Vito e Santo Spirito di Alcamo per “Addome acuto da appendicite”.
I tessuti prelevati erano stati inviati all’ospedale di Castelvetrano per l’esame istologico che è arrivato solo il 10 settembre, dopo che l’oncologo di una clinica convenzionata aveva telefonato al responsabile dell’Anatomia patologica del nosocomio trapanese.
A novembre i familiari hanno presentato un esposto alla procura di Palermo. Il successivo 13 dicembre il paziente è morto.
Nell’esposto, inviato a novembre, la moglie dell’uomo che morirà un mese dopo per carcinoma al colon, tra l’altro scrive: “Se l’Anatomo patologo aveva fornito in tempi più ragionevole e non 5 mesi dopo il riferimento dell’esame istologico, avremmo avuto intanto un paziente in condizioni fisiche più idonee per sostenere trattamenti oncologici o eventualmente altro e molto probabilmente non saremmo qui a dover fare i conti con una persona in fase terminale che molto presto lascerà la sua famiglia”.
Nella Pec inviata all’assessorato regionale alla Salute il 3 settembre (l’assessore era Giovanna Volo) il cognato del paziente ha scritto: “Egregio assessore, oltre all’acclarato caso di malasanità che sarà trattato nelle sedi opportune le segnale l’aggravante del silenzio omertoso nel rilascio della documentazione clinica fondamentale per il proseguio delle cure necessarie… Chiesto frequentemente notizie sull’esito dell’esame, a tutt’oggi non è pervenuto alcun riscontro. L’omessa consegna del referto di cui sopra ha materialmente ritardato una diagnosi certa e delle cure adeguate. Voglia dal suo autorevole scranno fare luce su questo scandalo, individuare i cialtroni che dietro le comode scrivanie determinano la vita delle persone e dei loro congiunti”.
Una mail dello stesso tenore era stata inviata 8 giorni prima al dipartimento per la pianificazione strategica dell’assessorato regionale alla Salute interpellando il dirigente Salvatore Iacolino.
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12 Marzo 2025, 17:32