Autocelebrazioni e comizi, in Sicilia è tutto "apposto" - Live Sicilia

Autocelebrazioni e comizi, in Sicilia è tutto “apposto”

E' accaduto qualcosa ultimamente in Sicilia? Ma no
SEMAFORO RUSSO
di
3 min di lettura

È accaduto qualcosa ultimamente in Sicilia? Ma no, è tutto “apposto”. Del resto ascoltando i comizi anche improvvisati del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci è davvero tutto “apposto“ e pazienza sei quei monelli di Ficarra e Picone, sfortunatamente presenti lo hanno ridicolizzato platealmente.

È talmente tutto “apposto” che non sì possono non decantare le meraviglie del governo regionale uscente (sul precedente di Rosario Crocetta stendiamo metri e metri di velo pietoso), peccato che mancano all’appello le numerose riforme promesse, a cominciare da quella riguardante l’eterna emergenza rifiuti (sulla quale discutono discutono, discutono); peccato, per fare solo un esempio, che i medici lancino allarmi disperati sullo sfascio dei pronto soccorso.

A proposito di rifiuti chiediamo di nuovo: è successo qualcosa in queste settimane in Sicilia? No! – ancora? – niente di speciale; cioè, ripensandoci una cosuccia veramente ci sarebbe, ma nulla da meritare un intervento di Musumeci, del suo governo, della sua (ex) maggioranza, delle stesse forze di opposizione. Un tale, un certo Carmelo Zuccaro che di mestiere fa il procuratore della Repubblica di Catania, ha dichiarato – però, lo ribadiamo, sono pinzillacchere, bazzecole, quisquilie, esclamerebbe il grande Totò – che “il settore delle discariche, particolarmente redditizio, è in mano quasi per intero a soggetti collegati alla mafia, direttamente o indirettamente. Così come la raccolta dei rifiuti”.

Le imprese della raccolta dei rifiuti

Ha dichiarato che “quasi tutte le imprese che si occupano della raccolta dei rifiuti nella Sicilia orientale hanno un controllo diretto o indiretto dei sodalizi mafiosi”. Lo ha dichiarato non ad amici ma dinanzi alla Commissione parlamentare nazionale antimafia accusando le scelte scellerate compiute nel tempo dall’amministrazione regionale. Non si è fermato qui il dott. Zuccaro. Ha continuato affermando che “l’infiltrazione di Cosa Nostra nel tessuto economico (siciliano) è particolarmente rilevante in settori fondamentali per lo sviluppo dell’economia, a partire dal settore dell’agricoltura, del commercio, dal piccolo al grande commercio, ma anche il settore edilizio”.

Il procuratore di Catania si è riferito particolarmente alla Sicilia orientale, certamente non va meglio nella Sicilia occidentale secondo, sempre in tema di rifiuti, la relazione conclusiva del 2020 della Commissione antimafia regionale presieduta da Claudio Fava. 180 pagine di fuoco dove leggiamo di “progressiva intronizzazione della mafia nel settore dei rifiuti”, che “negli ultimi vent’anni funzione politica e ragione d’impresa si sono spesso incrociate lungo un piano inclinato che ha mescolato inerzie, inefficienze e corruttele». Già Roberto Scarpinato, allora procuratore generale di Palermo, tra gli ascoltati dalla Commissione parlamentare, puntualizzava che “l’organizzazione mafiosa è incisivamente intervenuta per acquisire il controllo dell’intero ciclo economico dello smaltimento dei rifiuti urbani in tutta la Sicilia, ha progettato di intervenire sull’intero piano regionale di organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti urbani per plasmarlo secondo i propri interessi…”.

Dopo l’audizione del dott. Zuccaro, del dott. Scarpinato, dopo la pubblicazione della relazione della Commissione regionale antimafia sarebbe stata naturale una rivoluzione, l’Ars si sarebbe dovuta riunire in seduta straordinaria, pure i leader nazionali dei partiti, di qualunque schieramento, avrebbero dovuto alzare la voce. Macché, dobbiamo sorbirci piuttosto le inutili autocelebrazioni di Musumeci, i giochetti sulla sua ricandidatura osteggiata da Lega e Forza Italia e sul conseguente suo futuro politico, la guerra infinita tra Gianfranco Miccichè e Musumeci, le divisioni velenose nel centrodestra, gli sconquassi dentro il M5S, dopo l’addio di Luigi Di Maio, che potrebbero mettere in pericolo le primarie siciliane per la scelta del candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, il complicato puzzle delle poltrone da assegnare in mano al neo sindaco di Palermo Roberto Lagalla. La denuncia del procuratore Zuccaro? Bazzecole, quisquilie, pinzillacchere. Qui in Sicilia – lo vogliamo capire? – è tutto “apposto”.


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