Spesso su questo giornale, parlando dei bassi livelli di civiltà di una non irrilevante percentuale di palermitani, abbiamo chiesto una maggiore azione di controllo e sanzionatoria da parte della Polizia Municipale.
Abbiamo, ovviamente, messo in debito conto la carenza di personale, soprattutto giovane, culturalmente attrezzato e motivato, la necessità di ammodernare e implementare i mezzi operativi e tecnologici, compito della politica e delle istituzioni comunali, l’ostilità quasi patologica del panormita nei confronti delle regole, giuridiche e comportamentali, per una convivenza improntata al rispetto dell’altro, dei beni comuni e della comunità nel suo complesso.
Abbiamo scritto di come in generale, per fortuna con numerose eccezioni, gli automobilisti, insieme ai motociclisti, ai ciclisti e a chi utilizza i monopattini, volentieri se ne fregano di codici e norme.
Molti se ne fregano di restringere le carreggiate fermandosi in doppia fila (con l’aggravante, parimenti punibile, di accendere le quattro luci di emergenza) provocando ingorghi e tappi; se ne fregano di ostruire gli scivoli dedicati a persone invalide, a mamme o nonni con passeggini; se ne fregano di sostare sulle strisce pedonali e se ne fregano dell’obbligo di rallentare e arrestare la corsa in prossimità delle stesse per consentire il passaggio in sicurezza dei pedoni.
Assai frequentemente, poi, si assiste alla totale disinvoltura di ciclisti e monopattini nell’attraversare gli incroci nonostante il semaforo rosso.
Potremmo continuare con l’abusivismo, la movida selvaggia, il conferimento sbrigativo dei rifiuti, le discariche a cielo aperto, eccetera, ma ci vogliamo soffermare sulle violazioni di legge sulle strade cittadine.
Credevo che le nostre osservazioni fossero solo ingenui desideri portati inutilmente all’attenzione del comandante dei caschi bianchi, Angelo Colucciello. Invece no. Ho dovuto constatare una encomiabile inversione di tendenza con riferimento alla presenza finalmente visibile dei vigili urbani.
Certo, non sono in grado di valutare guardando all’immenso territorio urbano, comprese le periferie e le borgate marinare, però ciò che ho visto è parecchio confortante. Pattuglie in auto o in moto pronte a sanzionare un insieme di violazioni che se lasciate impunite non solo si moltiplicano ma rendono davvero ‘inquinata’ la qualità della vita a Palermo.
Inquinata in senso metaforico, inquinata nel senso letterale del termine perché traffico selvaggio e disordinato uguale a stress acustico e smog.
Intuiamo che il comandante Colucciello se avesse gli strumenti di lavoro a pieno regime centuplicherebbe i risultati ma è fondamentale che il cittadino in qualche maniera si accorga che la musica sta cambiando. Quindi, caro comandante, per favore non si fermi, vada avanti e intensifichi dove può. È importante la quotidianità, la costanza dei controlli. I frutti arriveranno.