01 Settembre 2018, 17:00
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CATANIA – Sembra un palcoscenico vuoto in questi giorni il Tribunale di Catania. C’è ancora aria di pausa estiva. Dietro le porte degli uffici, i pm e i giudici lavorano a ritmi serrati. Dietro le quinte. Ma la temperatura si annuncia rovente già a partire dalla prossima settimana, quando tra il primo e il secondo piano del Palazzo di Giustizia di piazza Verga si alzerà il sipario su decine e decine di processi. E si attendono gli avvisi di conclusione indagini di diverse inchieste che hanno creato veri e propri terremoti tra i piani del potere catanese. E molti professionisti e funzionari pubblici potrebbero vedersi notificata una richiesta di rinvio a giudizio prima che si strappi il foglio del calendario 2018 del mese di dicembre.
Partiamo dal filone “colletti bianchi” il racconto di questo autunno giudiziario che si preannuncia “caldissimo”. L’inchiesta ‘Garbage Affair’ che ha acceso i riflettori sulla gestione “allegra” del settore rifiuti all’ombra dell’Elefante, condotta dalla Dia e coordinata dal pm Fabio Regolo, sarà una delle protaagoniste di questo stralcio di anno giudiziario. Gli avvisi di conclusione indagini sono già arrivanti all’ex Ragioniere Generale del Comune di Catania Massimo Rosso, all’ormai ex funzionario dell’ecologia Orazio Fazio, all’imprenditore Antonio Deodati, amministratore della Ipi e amministratore “di fatto” della EcoCar e alla sua “longa manus” Antonio Natoli, dipendente della Ipi. In questi mesi, quindi, potrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio della Procura. La decisione di Orazio Fazio di collaborare con la magistratura potrebbe portare parecchie sorprese nel dibattimento. Sempre se gli imputati non decidano tutti di optare per il rito alternativo del giudizio abbreviato. Non è solo Orazio Fazio, uno dei fedelissimi di Enzo Bianco, ad aver avuto guai giudiziari. Anche l’ex assessore comunale al Bilancio Giuseppe Girlando, accusato di tentata concussione, è sotto processo. E a causa di diversi rinvii non è ancora entrato nel vivo il processo che vede l’ex liquidatore dell’Azienda Municipale Trasporti Giuseppe Idonea imputato per abuso d’ufficio (prossima udienza a marzo 2019). E tra i protagonisti di questo ultimo scampolo di 2018, c’è anche l’ex sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, accusato di aver indotto due venditori ambulanti a promettere voti a Nicola D’Agostino, candidato alle scorse regionali.
E tornando nell’ambito di Palazzo degli Elefanti di Catania è attesa, proprio dopo l’estate, la sentenza del Tribunale nei confronti dell’ex dirigente comunale Anna Maria Li Destri accusata di aver predisposto il bando della manutenzione dei mezzi della nettezza urbana al fine di favorire la ditta “amica” Puntese Diesel. Accuse sempre respinte dalla ex funzionaria del Comune di Catania. Un processo, questo, che si è intrecciato a quello scaturito dalla maxi inchiesta Gorgoni della Dia, che ha documentato infiltrazioni e corruzione nella gestione dei rifiuti di diversi comuni dell’hinterland etneo e acese: sindaci (tra cui Ascenzio Maesano), funzionari, imprenditori e anche un giornalista sono finiti sul banco degli imputati. È la stessa indagine che ha portato allo scioglimento per mafia di Trecastagni.
Appalti in odor di mafia, dunque. Saranno i giudici a decidere se gli investigatori hanno ragione. Uno dei clan che avrebbe investito nei rifiuti è quello dei Cappello. il volto finanziario della cosca era già emerso nell’indagine Penelope. Il processo abbreviato, frutto di questa inchiesta della Squadra Mobile, è alle battute finali. La sentenza dovrebbe arrivare entro ottobre. Tanti sono i processi, in primo grado e in appello, che hanno per protagonisti i boss catanesi e della provincia. Nessun clan escluso: Santapaola e Mazzei sul fronte Cosa nostra, Cursoti Milanesi, Laudani, Cappello-Carateddi sul fronte della criminalità organizzata catanese non accreditata a Palermo. Mafia, estorsione, usura e anche omicidi.
Ma il processo di mafia più atteso di questa stagione giudiziaria è quello figlio della maxi inchiesta Chaos. La data che farà alzare le temperature in una delle aule Gip del Palazzo di Giustizia è il 5 settembre: quelli che sono definiti i capi della famiglia di Cosa nostra catanese, tra cui il delfino degli Ercolano Antonio Tomaselli, dovranno affrontare l’udienza preliminare.
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01 Settembre 2018, 17:00