Avvelenate dalla mandragora| Madre e figlia stanno meglio

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20 Gennaio 2020, 13:33

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PALERMO – Migliorano le condizioni di madre e figlia ricoverate in ospedale per un avvelenamento da mandragora, la “verdura delle streghe” che provoca malessere e delirio, che sarebbe stata scambiata per borragine. Le due donne, di 73 e 55 anni, sono state ricoverate a Villa Sofia e al Buccheri La Ferla dopo aver accusato vertigini, confusione mentale e allucinazioni, che man mano stanno diminuendo.

Entrambe palermitane, sono sotto stretto controllo medico: quella degli scorsi giorni è stata una vera e propria corsa contro in tempo per salvarle. Le operazioni sono state coordinate dal 118, in azione insieme alla polizia stradale di Buonfornello. Una volta giunte in ospedale, infatti, i medici si sono subito resi conto dei sintomi riconducibili ad un avvelenamento e, prima che le condizioni peggiorassero, madre e figlia hanno riferito di avere acquistato la verdura da un venditore ambulante nella zona di via Marchese di Roccaforte. 

Il centro antiveleni di Pavia, a quel punto, dopo una ricerca nel database, ha segnalato che l’ospedale di Cefalù aveva le fiale con l’antidoto. Un’auto della Polstrada è andata a prenderle e le ha portate ai medici del 118. I sanitari le hanno consegnate agli ospedali in cui le due donne sono state messe in salvo. I carabinieri, che stanno cercando di individuare chi abbia venduta la verdura tossica alle due donne, stanno indagando, in attesa di poter avere ulteriori elementi proprio dalle due donne. 

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Il venditore, infatti, avrebbe raccolto la mandragora tra le campagne di Bolognetta e Marineo, ma questo aspetto è ancora poco chiaro, al punto da far scatenare una sorta di psicosi tra chi vive nei due paesi. Nella giornata di ieri, infatti, il Comune di Marineo ha lanciato l’allarme tramite una pagina Facebook e consigliato ai propri cittadini di non acquistare ortaggi nei pressi dello svincolo di Bolognetta. Dall’amministrazione comunale di Bolognetta, però, si invita a non creare allarmismi: “Dalle notizie in nostro possesso – scrivono – non sembra ci sia stato nel nostro territorio nessun anziano che avrebbe venduto verdure in cassetta a tracolla. Se ci fossero stati seri motivi di pericolo per la sicurezza dei cittadini saremmo stati allertati dalle autorità competenti, in ogni caso si raccomanda prudenza nell’acquisto di prodotti di cui non si conosce o non è chiara la provenienza”.

“La borragine è commestibile – spiegano gli esperti – ed è una pianta erbacea annuale, alta dai 30 ai 40 centimetri, ispida per la presenza di peli setolosi pungenti di colore bianco. Infiorescenza in pannocchia con fiori posti su lunghi peduncoli inclinato-pendenti; fiori con petali uniti, simmetria raggiata, ampia corolla a cinque lobi, azzurra. Fiorisce dalla primavera all’autunno. La specie è diffusa in tutta Italia. Cresce in luoghi coltivati, fra le macerie, lungo le siepi; dal mare alla zona submontana. Va ricordato comunque che le foglie di borragine, per quanto commestibili, devono essere consumate in modeste quantità poiché contengono alcaloidi pirrolizidinici. La mandragora, come dimostrato, invece non è commestibile: è una pianta erbacea, perenne, alta dai 5 ai 15 centimetri, con radice grande, fusiforme, ramificata.

L’ultimo grave caso in Sicilia risale soltanto a novembre: un uomo di Canicattì, in provincia di Agrigento, aveva ingerito della mandragora scambiandola per spinaci. Si era sentito male, al punto da entrare in coma. Sono stati somministrati i primi farmaci, è stata eseguita una risonanza magnetica in urgenza, e poi i sanitari si sono messi in contatto con il Centro anti veleni di Milano, salvandogli la vita perché l’antidoto, in questo caso, si trovava all’ospedale di Catania.

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20 Gennaio 2020, 13:33

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