Conti in rosso, manager promossi| Sanità tra pagelle e nuovi tagli

di

01 Ottobre 2016, 16:18

3 min di lettura

PALERMO – In qualche caso la loro azienda è in rosso fisso. Eppure, non più tardi quattro mesi fa, quei manager erano stati “promossi”. A volte persino a pieni voti. È la sanità delle pagelle e dei piano di rientro, dei voti e dei tagli. E abbiamo provato, così, a fare un gioco. Abbiamo provato a incrociare i numeri relativi agli scostamenti tra costi e produzione denunciati dagli ospedali siciliani, in qualche caso vicini agli ottanta milioni di euro, e le valutazioni dei direttori generali compiute da Agenas a maggio scorso. Quanto, quindi, quei dati finanziari hanno inciso sul giudizio dei manager?

Non molto, a quanto pare. Visto che tutti, in realtà – era rimasta sospesa solo la posizione del manager del Policlinico Renato Li Donni, ma per altri motivi – sono stati “promossi”. Va tutto bene, insomma, nelle aziende sanitarie siciliane. E gli ottanta milioni di scostamenti del Civico? E i 45 milioni di “rosso” di Villa Sofia? A quanto pare non hanno più di tanto influenzato quelle pagelle. Nonostante anche alcuni sindacati, da tempo, denunciassero le contraddizioni economiche di Asp e ospedali. Insomma, quei dati non erano esattamente “segreti”, né imprevedibili.

Seguiamo allora la “linea del rosso” tracciata dall’assessorato alla Salute nel suo decreto del 13 settembre scorso. L’azienda che denuncia lo scostamento maggiore è l’Arnas Civico di Palermo: quasi 80 milioni. Il suo manager, Giovanni Migliore, come era piazzato nella classifica di Agenas? Appena sotto un immaginario “podio”: al quarto posto tra gli 11 direttori che nel maggio scorso erano già in carica da almeno 18 mesi. Un gradino sopra di lui, Gervasio Venuti. Ma proprio l’azienda da lui diretta, dopo la gestione Sampieri, criticata da sindacati e anche dalla stessa Lucia Borsellino, allora assessore alla Salute, è la seconda in ordine di “passivo”: oltre 45 milioni, molti dei quali da recuperare attraverso il piano di rientro. Insomma, alle due aziende col disavanzo maggiore corrispondono due manager tra i primi quattro in Sicilia. Terzultimo per Agenas e terzo nella classifica degli scostamenti, Michele Vullo del Papardo-Piemonte di Messina: nel suo caso, insomma, la valutazione dell’Agenzia ricalca gli esiti della verifica dell’assessorato sui deficit.

Articoli Correlati

Non sono nella classifica di Agenas invece i due manager dei policlinici: Paolo Cantaro, a capo dell’azienda etnea, non aveva ancora collezionato i 18 mesi: per lui, il deficit registrato è di 38 milioni di euro; la valutazione di Renato Li Donni invece era stata “sospesa” perché l’azienda palermitana (oltre 19 milioni di disavanzo) era oggetto di una procedura di verifica della Corte dei conti. Una verifica che nel frattempo è andata avanti. È questo l’unico dei casi in cui l’equilibrio di bilancio potrebbe portare – teoricamente – alla revoca dell’incarico. I magistrati contabili stanno appurando proprio questo, dopo avere ricevuto le controdeduzioni del manager Li Donni. Non era nella classifica di Agenas nemmeno Angelo Aliquò, arrivato al Bonino-Pulejo da meno di 18 mesi e comunque gravato da un disavanzo assai più contenuto di quello dei colleghi (cinque milioni).

Un aspetto, quello economico-finanziario, che era stato tra l’altro tenuto in grande considerazione dal governo regionale, che aveva previsto anche la decadenza del manager che non avesse garantito l’equilibrio di bilancio. Lo scostamento registrato dall’assessorato è altra cosa. E le motivazioni alla base di questo possono essere diverse, e affondare anche nel passato. Ma dalle pagelle e da questo gioco di confronti emerge una verità: il “rosso” denunciato dalle aziende, in molti casi, non entra nelle valutazioni dell’Agenzia nazionale che si occupa proprio di monitorare la qualità della Sanità siciliana. Quel “rosso”, insomma, è solo un errore veniale, da matita rossa.

Pubblicato il

01 Ottobre 2016, 16:18

Condividi sui social