29 Agosto 2013, 18:04
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RAVENNA – Associazione con finalità di terrorismo, danneggiamenti e atti di terrorismo con ordigni esplosivi. Sono le accuse mosse a vario titolo nell’atto di conclusione indagine che nei giorni scorsi la Dda di Bologna ha notificato a sei giovani nell’inchiesta ‘Thor’ della Digos di Ravenna scattata per fare luce su alcune azioni di matrice anarchica messe a segno nella città romagnola tra il 2010 e il 2011. Si tratta di un 19enne di Ravenna, di un 51enne argentino residente a Pisa e ora in carcere a Ferrara nell’ambito di un’altra inchiesta sul mondo anarchico; di un 24enne di Catania; di un 37enne di Torino; di un 29enne di Avezzano (l’Aquila) ma residente a Roma; e di una 39enne di Firenze residente a Locri (Reggio Calabria).
Quasi tutti erano stati perquisiti anche in occasione dell’operazione ‘Ardire’ dei Ros. Come anticipato oggi nella pagina ravennate del Resto del Carlino, secondo le indagini coordinate dai Pm Antonio Gustapane e Antonella Scandellari, tutti e sei devono rispondere dell’avere costituito un’associazione che, in adesione ai programmi della Fai-Fri, si proponeva di compiere sul territorio ravennate atti eversivi poi rivendicati su specifici siti. Tra gli obiettivi una filiale della Banca Unicredit, diversi mezzi dell’Eni e della Cmc (cooperativa impegnata nella Tav in Piemonte) e auto di lusso di privati cittadini. Sette in totale le parti lese individuate, tra cui il ministero degli Interni.
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29 Agosto 2013, 18:04